L'autunno è dentro di te.

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Sarà che ottobre è il mese dell'autunno e l'autunno è sintomo di malinconia?

sarà che nei giorni in cui si comincia ad avvertire l'arrivo del freddo, dopo il mese di settembre tutto quello che non deve più accompagnarci nel nostro cammino deve andare via?

perché è così difficile lasciare andare qualcuno? perché uno si avvicina nella nostra vita e poi quando più gli fa comodo va via senza dire nulla? senza nutrire nessun interesse d'altra parte, senza domandarsi se il modo in cui si comporta è giusto. senza sapere se sia necessario dare qualche motivazione. Semplicemente va via, come un fiocco di neve che si poggia sulla nostra guancia e quando si scioglie non rimane che una goccia di lacrime che scorre sul nostro viso.

come qualcuno che si siede accanto a te, ti ascolta, ti parla ma poi si alza e continua a camminare per la sua strada. E non si volta più.

se ne va via, lasciandoti un amaro in bocca e tanta tristezza, solitudine, rabbia e dolore che devi imparare a gestire da solo. Uno quando va via dalla nostra vita non lo sa mica che con sé si porta i nostri pezzi, ché ci lascia lì inermi sul marciapiede a raccogliere i cocci che sono rimasti. Ché poi devi guarire da solo, con i vuoti e i silenzi che ti porti dietro, il gelido inverno che è dietro le porte e che tu senti già dentro di te.

L'autunno è una stagione in cui cadono le foglie e inevitabilmente cadi anche tu. Ti rompi in mille pezzi, fragile come sei e allo stesso così forte da lasciarti andare. E resti solo nel tuo buio che poi diventa un rifugio da cui non vuoi uscire più in cui sei pronto a dirti che va bene così, che va bene rimanere nel proprio giardino senza dover uscire fuori e lasciarsi travolgere e condizionare dalle energie degli altri. Ché tanto tutti sono pronti a osservarti, incuriosirti, parlarti e poco dopo alzarsi e andare via. E' il periodo del senso di vuoto, in cui perdi motivazione, ogni cosa non ha senso, le persone non hanno la forza e il tempo di starti dietro, perché hanno i loro problemi e i loro interessi ed è forse questo il paradosso più grande: voler stare soli nel nostro giardino, ma allo stesso tempo voler aver qualcuno al nostro fianco che ci permetta di trovare la via per uscire, qualcuno che ci guidi verso il cammino da intraprendere, che lasci qualche indizio sparso lì da qualche parte a cui magari noi potremmo aggrapparci con tutti noi stessi. Ma non è così, non arriva nessuno e devi essere tu e soltanto tu a trovare la forza per guarire il dolore che ti porti dentro, annaffiarlo ogni giorno con cura e tanta voglia di ricominciare, ché la forza leonina è in ognuno di noi quindi per quanto tu possa mandarla via, questa continuerà a bussare così forte che la sentirai dentro di te e non fingerai di non ascoltarla, perché sai che è lì, perciò è necessario che tu ne prenda coscienza e faccia un passo avanti, per riconoscerla, per accettarla, per perdonarla e per trasformarla in qualcosa di positivo.

Una volta ho letto che molto spesso l'educazione che riceviamo sin da piccoli in qualche modo ci condiziona, ci determina su alcuni aspetti della nostra vita. Magari uno diventa aggressivo perché è' stato ignorato da piccolo o allo stesso tempo ha subito atti di violenza. A differenza di una persona che è tanto buona e quindi diventa un buon ascoltatore.

Però io non penso che questa sia la causa principale del nostro essere. é anche vero che uno cambia alcuni aspetti della sua vita poiché condizionato dalle energie che percepisce intorno all'ambiente in cui vive e che lo fanno agire anche inconsapevolmente: vivi insieme a gente che porta rancore, che è arrabbiata e allo stesso tempo l'energia che percepisci in qualche modo ti raggiunge e allora anche tu lo diventi, trovi una ragione a cui ti aggrappi che possa giustificare il tuo comportamento e hai la mantieni fino alla fine, perché pensi sia giusta, ma a volte semplicemente non hai lasciato modo di conoscere altro. Allo stesso modo, una persona che è cresciuta in strada, è arrabbiata e aggressiva, è dura, ma dentro di sé nasconde una grande ferita aperta che non è riuscito a curare e questo dolore lo sfoga sugli altri, quando in realtà i suoi atteggiamenti stanno celando grida di aiuto, grida di amore. Eppure, se lui si trovasse intorno a tanta gente solare, solidale e amorevole conoscerebbe l'allegria, l'umiltà e la fiducia che ha perso da quando era piccolo. Quindi in qualche modo, quello che non conosciamo da piccoli, la vita ce lo presenta durante il nostro cammino quando più lo ritiene opportuno. Forse per far capire l'uno la ragione d'esistere dell'altro? Che non può esistere la gioia senza prima non aver assaporato la tristezza? Che l'unico modo per capire che l'amore è una forza grande, potente e così vera che l'unico mezzo di misura che abbiamo per capirlo sia perdere la persona che amiamo e sentire il dolore?

E allora a noi non tocca che accettare quello che ci porta la vita, le sfide che ci pone e affrontarle a testa alta, ché anche se sembrano insopportabili e infinite, non ci tocca che resistere.

in autunno cadiamo e lasciamo andare.

in inverno moriamo e siamo pronti a rinascere in primavera.

foglie che cadono da sole, toccano terra e si frantumano in mille pezzi come cocci di vetro scaraventati da una tempesta che si imbatte in una porta di vetro. siamo rotti, lo sono io come lo sei tu, ti senti vuota e triste e sola. Non sei l'unica, non siamo gli unici. Tutti la maggior parte delle volte passiamo un questo corridoio scuro, buio, circondato da ombre che non sono altro che la rappresentazione delle nostre paure che non abbiamo il coraggio di affrontare.

é il CORAGGIO di vivere, di aspettare, di cercare una risposta diversa, il coraggio di non stare lì a cercare di cambiare qualcosa che non si può, il coraggio di lasciar correre quando non serve nient'altro se non lasciar fare al tempo. Tempo, ma quanto tempo? quello che basta per avere risposte e non cercarle più. Il tempo che basta nel non averne bisogno, il tempo necessario che serve per perdonarci e andare avanti. Il tempo che è necessario affinché qualcosa accada. E nel frattempo?

beh, nel frattempo resistiamo.

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