~...𝕊𝕠𝕞𝕖 𝕤𝕦𝕟𝕟𝕪 𝕕𝕒𝕪~

168 10 555
                                    

Era la fine. 
Quel Trial si era concluso, dopo aver scoperto che il mastermind fosse Eugene, e il suo aiutante Hiiro. 
E ora sapevano anche a cosa servivano quelle sei capsule: una volta che i rimanenti sarebbero andati all'interno di queste, avrebbero trasferito le loro coscienze in dei loro stessi di una linea parallela, nella quale non c'era l'apocalisse ed era ambientata tre anni nel passato. 
Peccato che ci fosse una persona di troppo, ed ora il mastermind se n'era liberato. 
Aveva tolto la vita a Friedrich, nonché suo nemico fin dall'inizio. 
E, per quanto addolorata fosse Mary, non avevano tempo di rimanere a blaterare e discutere anche su quella morte appena avvenuta. 
Infatti l'americano stesso aveva ammesso di non volere una delle capsule, poiché il suo parere sulla specie umana non era cambiato anche dopo il killing game. 
Di conseguenza, ora era arrivato il momento della sua esecuzione 

...Ma ciò non accadde. 
O meglio dire, non proprio. 
Egli non aveva alcuna intenzione di dare la soddisfazione agli altri di vedere un'altra sua esecuzione, vera stavolta, anche a causa della mancanza di tempo. 
Dopotutto, pian piano era possibile iniziare a sentire l'edificio tremare, l'aria che diventava sempre più pesante, il clima che ora stava peggiorando anche lì dentro. 
E tutto nel lasso di così poco. 
Ormai il loro tempo stava scadendo. 
E dovevano sbrigarsi, a meno che non sarebbero voluti morire lì. 
Di conseguenza il suonatore d'arpa puntò la pistola che aveva in mano, la stessa con cui aveva ucciso Friedrich, contro la propria tempia. 
Nel frattempo continuava a dolorargli ancora l'occhio, dal quale sanguinava poiché era stato infilzato più volte. 
"Farete meglio a sbrigarvi... E addio" 
E dopo queste poche parole, premette il grilletto, cadendo a terra e morendo sul colpo. 
E appena il suo cuore smise di battere MonoCOCKroach, che non aveva spiaccicato parola per tutto il Trial se non all'inizio, ebbe un cortocircuito e smise di funzionare. 

Ora. 
La persona che aveva ideato tutto ciò era finalmente morta, e ora ne rimaneva solo l'assistente. 
Hiiro era l'unico a sapere dove fossero tenute le capsule, come usarle e come arrivarci. 
E poiché l'ambiente all'interno di quella struttura stava per distruggersi, si incamminarono subito fino all'ultimo piano della struttura. 
Prima di fare ciò, la psicologa si fermò per dare un ultimo bacio in fronte all'amato, ormai già deceduto, e dopodiché seguì gli altri a ruota continuando a piangere. 
Avrebbe voluto dire molte cose, ma non aveva avuto il tempo di farlo ed egli era già morto...
Però l'avrebbe potuto rivedere in quell'altra linea parallela, no...? Non era esattamente la stessa persona, ma era pur sempre lui. E magari avrebbe rivisto anche Holiver. 
E ciò valeva anche per gli altri. 
Jake avrebbe potuto incontrare ancora Grzegorz, e sarebbe rimasto vivo! 
Egor avrebbe potuto incontrare Toshiyuki, anche lui vivo e vegeto. 
Brynn avrebbe potuto vedere, camminare, tornare a essere una persona normale, avrebbe potuto parlare ancora con la sua Lory. 
E sia lei che il blu forse avrebbero rivisto Scarlett, forse. 
Hiiro avrebbe potuto sistemare gli errori del passato, come tutti quanti lì dentro dopotutto. 
E infine Enrico... Be', Enrico avrebbe potuto tornare a fare il gondoliere e a preparare pizze 
Magari avrebbe visto Cyra, anche se non l'aveva mai incontrata in vita sua!!

Dopo che tutti arrivarono in una stanza, evidentemente nascosta fino ad allora, ognuno aprì una capsula e prese posto in essa. 
...Ovviamente la ballerina ebbe bisogno di aiuto, da parte di Egor in questo caso. 
Tuttavia nel mentre l'intero edificio cominciò a tremare, e la struttura incominciò pian piano a crollare. 
Quello era decisamente il segno che era il momento di attivare le capsule. 
Quando infatti tutti si chiusero all'interno di esse, chiusero gli occhi (Brynn non ne ha bisogno tho) e non poterono far altro che aspettare 

. . . 

Era una giornata normalissima. 
Anzi, una splendida mattinata soleggiata lì in Galles
E una giovane ragazzina, bambina in pratica, di tredici anni, si svegliò di colpo. 
Subito si guardò intorno e... Un attimo, poteva vedere. 
Brynn Evans era tornata. 
Come, probabilmente, tutti gli altri che erano entrati nelle capsule. 
Al suo risveglio ricordava tutto ciò che era successo: l'apocalisse, il killing game, quando era stata accecata e non poteva nemmeno camminare... 
Era come se tutto fosse stato un lungo, terribile e traumatizzante sogno. 
Ma non lo era stato. 
Sapeva che gli avvenimenti della linea parallela originale erano tutti reali. 
Si alzò quindi dal proprio letto, anche se dovette poggiare una mano alla parete siccome le pareva di non camminare da molto tempo. 
E stava bene. 
Era viva, stava bene, ed era tutto vero. 
Quasi spontaneamente incominciò a piangere, e subito corse fuori dalla sua stanza. 
Entrando infatti in cucina, vide xlx sux carx gemellx, Glynn. 
Era passato così tanto tempo... 
E ora era anche unx bambinx, quindi non era ancora avvenuto il fatidico incidente. 
Subito corse ad abbracciarlx, stringendolx a sé.
"Brynn...? Che ti prende?" 
"S-Stai bene... Sei vivx, i-io..." mormorò solo di risposta la ballerina, singhiozzando. 
Era così bello per essere vero, eppure lo era. 

𝔽𝕚𝕟𝕕 𝕞𝕖 𝕚𝕟 𝕒𝕟𝕠𝕥𝕙𝕖𝕣 𝕝𝕚𝕗𝕖 - Dr roleplayDove le storie prendono vita. Scoprilo ora