Ricordare

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Nei giorni seguenti, i ricordi facero male.
Molto male.
Quando diede la notizia della morte di suo fratello, il più delle volte era bianco, affranto, esasperato: vuoto.
A scuola non fregava a nessuno, apparte qualche pacca sulla spalla e qualche abbraccio poco confortante nulla.
Quando andò nella scuola di suo fratello a dare la triste novità, ebbe però la possibilità di sfogarsi.
Vi era un pluri-ripetente, grosso e robusto, ma non molto alto.
Il colore dei suoi capelli erano biondi, gli occhi neri.
Aveva due piercing: un septum ed uno snake bite.
Non riuscì neanche a versare una lacrima che il "bambinone" esordì: "Meno male che è morto, un frocio in meno!".
Seguì una risata roca, ma non fu accompagnata da quella di nessun altro.
Tutt' attorno gli alunni erano attoniti.
La domanda tacita che tutti si stavano ponendo era: quale sarà la sua reazione ?
Indifferenza? Sicuramente no.
Tutto quello che sapeva, era che doveva massacrare quel ragazzo.
Un secondo di pausa ed una volata di vento.
Tutti aspettavano la sua reazione, ed arrivò.
Si avvicinò lentamente, poi gli diede un calcio basso, il corpo del bulletto si sbilanciò.
Stava per cadere, ma Andrea lo trattenne per i capelli, lo tirò su e gli tirò un montante sul muso.
Fece quest' azione più volte, poi lo lasciò cadere a faccia in giù.
Una pozza di sangue sotto il suo naso si stava allargando.
Poi gli prese la faccia, gliela sbatte fortemente a terra: se il naso non era ancora rotto, ora lo era.
Gli sputò addosso e gli rifilò un calcio sulle costole.
Una ragazzine stava fumando prima che tutto ciò accadesse, ora era spaventata e tremava, la sigaretta si stava fumando da sola.
Con la coda dell' occhio la vedette e andò verso di lei, lentamente.
Tutti attorno a lei sembravano spaventati e turbati, ma lei no.
Le chiese: "Scusami, posso?".
Gliela diede.
Nello sguardo di lei non vide sentimenti negativi, al contrario lei sembrava capire come si sentiva.
A quel punto fece dei tiri e spende la sigaretta sulla spalla del ragazzo.
Si chinò, e all' orecchio gli disse: "Verrò anche al tuo funerale...".
Poi se ne andò, con le nocche sporche di sangue.
Mentre camminava per le vie della città tutti si giravano e vociferavano sul cosa avesse fatto, guardandolo con dispresso.
La ragazza però lo stava seguendo, lui non se ne accorse, lei gli prese la mano.
Lei si sporcò le mani del sangue, volontariamente, e di sua volontà entrò a far parte del suo mondo.
Il sangue di un altro li avrebbe uniti.

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