III

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Ogni giornata passava talmente lenta da sembrare una tortura, la scuola era leggermente più facile di quella in italia, ma gli stereotipi che aleggiavano fra li studenti le rendevano la vita un inferno.



Oltre ai numerosi soprannomi che le venivano sconsideratamente affibbiati, e gli incauti pettegolezzi che circolavano regolarmente, lei continuava ad andare avanti.. come poteva.

La sua vita era divisa a metà come il suo cuore, non riusciva a trovare un posto fisso dove stare oltre alle stradine che vandalizzava con alcuni del suo giro.. i lavoretti di piccolo spaccio e contrabbando che faceva erano molto spesso sottopagati, ma quello che guadagnava lo metteva da parte.. gelosamente.


Il suo "stipendio" lo investiva aspettando il giorno dei suoi sedici anni, allora sarebbe stata legalmente pronta per vivere da sola.. con la sua vera famiglia.



Perché i legami di sangue sono nulli senza i sentimenti e la fiducia, un genitore non è tale solo perché ha procreato.. ci deve essere amore, ci deve essere una base di cuore.

Iris prese una decisione, non sarebbe definitivamente più comparsa alle lezioni, non sarebbe più andata a scuola.. i suoi voti e il suo rendimento non interessavank a nessuno, lei era solo una stracciona senza futuro.


Avrebbe finalmente deciso come vivere, come andare avanti.. era entusiasta come una bambina.

" 'Fanculo i miei!"

Prese questa importantissima decisione dopo essere uscita dal cancello dell'edificio scolastico, risate e pettegolezzi l'avevano resa famosa in tutta la scuola.. odiava tutto ciò.



«HEY PEZZENTE!»


Billy Shirley se ne stava appostato per chiederle dei soldi.. o qualcos'altro, Iris non prestava attenzione a spazzatura del suo genere.. che per colmare l'assenza di un carattere e di una autostima, si sentono presi in causa a far stare di merda qualcun'altro.


Lei gli tirò un calcio ai testicoli e andò via calma e tranquilla, non gli interessavano i tipi come lui, erano troppo prevedibili.


Dopo essere arrivata nei dintorni di casa sua, ricevette una chiamata da sua madre.


«Senti, abbiamo cambiato la tua data di nascita al comune, per legge sei maggiorenne quindi non entrare neanche a casa..»

Fece cadere il telefono per terra e corse attraverso uno dei soliti vicoli che era solita imbrattare con le bombolette dei suoi amici.


Si fermò senza fiato, prese il suo lettore mp3 che le aveva regalato Jamie e cominciò ad ascoltare con le cuffie le loro canzoni preferite.

Ricominciò la corsa, come se qualcosa di invisibile la inseguisse per braccarla.

Mentre correva migliaia di pensieri la torturavano senza lasciarle scampo.

«Hey bellezza... Fermati.»

Un forte tonfo a terra le fece volare le cuffiette qualche metro più avanti, sentí un dolciastro odore metallico sul proprio volto.

"MERDA SANGUINO.. MANTIENI LA CALMA GREEN.. LA CALMA"

La ragazza rabbrividì e si accorse di essere finita per terra, un Uomo di mezza età piuttosto trasandato e mezzo ubriaco stava fissando lei e la sua gonna grigia.


«..Che cosa vuoi»


Iris si fece coraggio e si alzò, mettendosi nella sua solita posizione di combattimento.



L'odore del proprio sangue cremisi si mescolava a l'eccitazione di una battaglia, anche se nella sua testa si era sempre sentita una guerriera non aveva mai avuto l'occasione di farsi valere.



Anche se quel tizio non era il massimo.. sarebbe andato bene comunque.


***

«Green, stai in guardia.»
La sua voce era scura come quella di un micio che fa le fusa, Iris gli voleva un bene infinito.

Jamie era un ragazzo di quasi 25 anni, per lei era sia un padre che un fratello.. aveva i capelli rossi e le braccia tatuate ed era grande e grosso, ma nonostante l'aspetto losco e cattivo restava sempre dolce e comprensivo con tutti, a volte incappava in qualche rissa con altre gang, ma era sempre disponibile con i suoi "ragazzi".

Lui le aveva insegnato a difendersi e a dare fiducia a chi se la meritava, le dava consigli e spingeva per farle continuare gli studi, nonostante lei fosse sempre stata una grandissima testarda... Lui era la famiglia che Iris non aveva mai avuto, ma se ne accorse solo alla sua morte.

***

«...DAMMI I SOLDI, o se vvuoii... qualcos'altro....?»

Cercò di non farsi prendere dalla propria ora irrefrenabile, ma era inutile.. aveva bisogno di un piano concreto, cominciò a indietreggiare lentamente, fino a quando le sue spalle non sfiorarono i mattoni freddi di un muro.

«As....petta.. ma tu non sei la tipa di Joy-k?... Si sei proprio la sua fottuta troia! Hahahhaha»


Lei cominciò a sentire l'odore della propria paura.. lui era..

«...ALLORA MUORI PUTTANA»


Un colpo.

Il dolore l'aveva accecata e buttata sul muro con forza, l'odore della paura si mischiava con quello del sangue e il sapore della sua lacrima.



Lei non voleva morire.. aveva programmato tutto della sua vita.


Sperava con tutta se stessa di sopravvivere, ma la sua vista si faceva offuscata e le sue palpebre non eseguivano il comando di chiudersi..

«..Fra..tellone»



Sputò un ultimo pugno di sangue e la sua vita si spense, in preda a dolori e tormenti, sogni distrutti e problemi irrisolti...



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