Quando la veglia lascia spazio al sonno alimentato dalla più profonda stanchezza, la guardia di una persona tende a cedere.
Faceva davvero freddo, e anche se stava ancora dormendo tremava per la temperatura, mentre il suo sonno si faceva sempre inquieto..
La piccola demone non riuscì Neanche a notare la figura che le avvolgeva una coperta intorno, al contatto con la stoffa cominció a piangere silenziosamente.
Sentiva qualcosa dentro di sé.. un ricordo? Forse la parola "malinconia" risulterebbe la più adatta per descrivere la sua emozione, però la profondità e intensità del sentimento era enorme.. il termine non basta.
La figura le sussurrò una parola dolce e poi stette ferma vicino a lei, per assicurarsi la sua sicurezza ed incolumità.
***
La sua nuova scuola era sempre stata triste e piena di orridi occhi sempre lì a fissarla.
I bulletti erano ovunque, alla ragazza sembravano solamente mocciosi simili a ratti da schiacciare.
Non vedeva l'ora di andarsene una volta compiuti sedici anni.. anche s eil suo futuro non sarebbe stato tanto limpido senza un diploma, un modo per vivere l'avrebbe trovato.
La scuola le faceva schifo per il modo in cui la guardavano, quasi come se fosse uno scherzo della natura, un'animale da circo.
I suoi compagni di classe e scuola erano sempre crudeli e cattivi con lei e i "soliti sfigati" così etichettati dalla maggior parte degli adolescenti.
Questo perché vinceva la legge del più forte e quella dell'esilio.
Forse non tutti in quell'istituto conoscevano la seconda, perché veniva data ormai quasi per scontata.Se qualcuno era diverso faceva paura e suscitava ribrezzo, se qualcuno andava bene a scuola ma non era particolarmente sportivo veniva considerato nerd.. e che fine facevano i nerd?perso in giro, picchiati, esclusi ed esiliati dal resto della società studentesca.
L'unica cosa che rendeva Green ancora se stessa erano i suoi amici, e i suoi fottuti valori.
Si stava incamminando a testa alta, con la solita aria da menefreghista criminale, i corridoi tacevano al suo passaggio, gli studenti la temevano per le varie chiacchiere messe in giro sul suo conto.
«dove sono i compiti troietta?»
Una piccola ragazza spaventata arretrò verso gli armadietti, stava succedendo.. ancora. Sua mamma le diceva di combattere e cavarsela da sola, ma è difficile con uno della taglia di quel ragazzo.
Era grande e grosso, giocava persino a football.. le altre ragazze non l'avrebbero mai difesa, per nessuna ragione.
«io.. non li ho.. fatti... Cioè.. quello che io volevo dire era solo..»
Lui la spinse contro l'armadietto alle sue spalle, facendola sussultare, poi le sussurrò una minaccia all'orecchio.
Mentre una piccola folla si stava radunando attorno al bullo, uno strano fenomeno la fece improvvisamente diradare.
«HEY FIGLIO DI PUTTANA»
Una ragazza con una felpa nera tirò un pugno in faccia al colosso, allontanandolo dalla ragazza.
«Ora vattene... DOVETE ANDARE TUTTI, FORZA ANDATE!»
Lasciò il cretino correre in lacrime lontano da lei assieme al piccolo residuo delle ragazze radunate, mentre la ragazza se ne stava incerta sul da farsi ancora attaccata all'armadietto.
«Tutto okay? Ti ha toccata?»
Lei Arrossì violentemente.
«Ecco.. no..»
Iris le sorrise e l'abbracció, era felice di aver risolto tutto in tempo..
«Allora non ti preoccupare, se vuoi ti accompagno a casa dopo..»
Lei sembrò vacillare, mentre il rossore in volto si faceva sempre più evidente.
«io..ecco..»
«Non sono un aguzzino pure io, stai pure tranquilla..»
«Aria.. io sono Aria»
«CHE NOME BELLINO»
***
La piccola demone si risveglió stropicciandosi gli occhi, si sentiva stranamente bene, al calduccio.. come un abbraccio.
“MA CHE”
La lucertolina rossa che aveva incontrato prima stava riposando al suo fianco abbracciato a lei, Iris ripensò a Joy.. sorrise appena e si coricò ancora, senza notare uno Stolas selvatico appollaiato sopra di loro.
«Hey Stolas.. quindi pensi che lei starà con noi da oggi?»
La ragazza lanciò lo sguardo ai due abbracciati ai piedi dell'edificio, era lei che aveva messo la coperta dopotutto.
Una piccola lacrima le solcò la guancia, mentre un mezzo sorriso cominciava a prendere il posto della sua solita espressione apatica.
«..Gli ho visto quell'espressione solamente in tua compagnia Loona, forse tu sai meglio di me cosa ha veramente, intenzione di fare.. oh, mio piccolo imp..»
Il demone Arrossì.. e mentre un sorriso pienamente fiero si dipingeva sul suo volto, la lupetta si allontananó con la scusa di fumarsi una sigaretta.
«Oh Blitzy.. sarai un ottimo padre per quella ragazza.. e un'ottimo Dad-»
Per poco Loona si strozzó con la sigaretta che stava consumando sul tetto.. si convinse di non averlo sentito, ma era tecnicamente impossibile.
«..Tutto bene Loona?»
«Si... certo, assolutamente»
Moxxie aveva sentito tutto dalla finestra, stava mordendosi la lingua per non morire dal ridere, si sarebbe facilmente aspettato un'uscita del genere.. ma non pensava con la ragazza presente.
«Oh Moxxieee»
La demone arrivò con un pacchetto in mano, tutta contenta.
«Amore! Come sta la mia piccola Millie?»
Lei lo baciò con la solita dolcezza tipica degli innamorati, poi gli mostró il pacchetto e gli disse qualcosa che lo fece cadere per terra privo di sensi.
«MOXXIE NOOOOO»
Nel frattempo Loona e Stolas continuavano il loro turno di guardia sul tetto del condominio, continuando a stare ognuno per le sue.
Il principe guardó i due demoni dormire per tutta la notte, poi al risveglio di entrambi, li scortò all'appartamento per parlare con la nuova "amica" di Blitz..
In cuor suo quel demone sapeva cosa stava cercando di fare il suo amato imp.. stava provando a dare tutto l'amore che suo padre non gli aveva mai regalato.. aveva visto qualcosa in quella peccatrice.. qualcosa che solamente lui avrebbe potuto trovare.
Perché l'affetto ha tante forme completamente diverse fra loro, e spesso fa fare follie a chi lo prova..