Capitolo 1, parte II

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Ines era una persona sensuale e provocatrice, il tipico ritratto della brava ragazza che sa come farsi desiderare; ma anche insicura, timida e tanto sensibile alla sindrome dell'abbandono: tutte le volte che discuteva con un amico cercava sempre di spiegare le ragioni della sua rabbia a Marco cosicché le sue parole potessero non farla sentire mai sola. Tutto le faceva paura, nella sua testa ogni cosa nascondeva un lato oscuro, ma niente era paragonabile alla morte: il solo pensiero le creava tensione ed era motivo di forte ansia. Le sue fobie erano per Marco un modo per mostrarle la propria audacia e per trasmetterle sicurezza nei momenti più importanti. 

Lui era un ragazzo di sani valori e molto legato alla sua famiglia. Prima di conoscere Ines era in cerca di una relazione che diventasse il motivo di tutti i suoi sforzi quotidiani.

Attenzione, tra loro non c'è mai stata competizione: nessuno dei due cercava di dimostrarsi migliore dell'altro. Ines era felice dei progressi che Marco mostrava di avere nel mondo del lavoro e quel ragazzo era fiero di come la sua fidanzata aveva imparato a farsi forza nei momenti più tristi.

Marco l'ha portata nei posti più descritti nei libri: dalla favolistica casa di legno sul lago, alla foresta colma della vegetazione più disparata, fino all'attico più bello che si affaccia sull'italica città eterna. Sognavano entrambi di vedere l'aurora boreale sullo sfondo, mezzi sepolti nella neve, accanto a qualche renna innocua (così da non rovinare la bellezza del momento con le urla di Ines), scenario caratteristico di una città Norvegese.

Come se nulla fosse accaduto, ritorno alle originiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora