Mi manchi.

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Manu,

È solo una settimana che non ci vediamo, ma la malinconia che provo non riflette questi 7 giorni, per questo ora sto qua a scrivere ‘sta lettera. Sono mbarazzzante come pochi, sento la tua mancanza solo per una stupida influenza che non ti permette di uscire. E ancora più patetico, fingo che questo vuoto che sento sia solo per questi giorni, come se non esista sempre, come se non continuerà ad esserci per sempre.

È una settimana che penso a come stai, se ti curi o come al solito fai "quello forte", che penso a come sarà rivederti, ma come vuoi che sarà? Con me che mi imbarazzo e a malapena ti saluto e tu che rientri in classe neanche fossi l’ultimo dei divi, perché sai attirare sempre tutta l’attenzione su di te ed è impossibile non notarti.

Dovrei studiare, andare ad allenarmi, fare qualsiasi cosa che non sia stare qui, a scrivere ‘sta roba, ma è l’unica cosa che riesco a fare.

Hai presente quando si dice che mettere per iscritto, nero su bianco, i propri pensieri, aiuti a chiarirli, a renderli più reali? Ecco, non è questo il caso: qui si tratta solo di me che scrivo un’inutile lettera che non ti consegnerò mai, che rimarrà confinata tra i miei appunti o più probabilmente nel cestino in cui merita di stare.

Per quanto riguarda la parte del “rendere più reali” i miei pensieri, non sarà certo un po’ di inchiostro a cambiare la situazione: non renderà  più concreto quello che provo per te, perché esiste già fin troppo e ormai mi sono arreso smettendo di fingere che non sia così, ma soprattutto non renderà possibile che tu mi ricambi.

Tutti i giorni, ma quando non ci incontriamo ancora di più, maschero il mio pensarti, il mio preoccuparmi, in quei pochi stupidi messaggi che ti mando, li coloro con un po’ di ironia e quando proprio non so cos’altro inventarmi scrivo addirittura su quel dannato gruppo di classe, sperando che ci sia anche tu tra quelli che rispondono.

Non mi sento libero di sentirti le volte che vorrei, perché sarebbero davvero troppe per un semplice compagno di scuola con cui, sì, è successo qualcosa, ma che non significa nulla per te, non nel senso che vorrei almeno.

Mi sento confuso e perso, perché tu esisti, sei una persona vera, reale, ma nella mia mente appartieni a mondi, a sogni, che non si realizzeranno mai, e allora è come se io ti trasformassi in un personaggio fittizio. E non va bene, non mi fa bene, non è giusto nei tuoi confronti e nel rispetto del nostro rapporto, perché so che tieni a me e con questi miei sentimenti, mi sento quasi di non rispettarti: a volte per colpa loro arrivo ad odiarti.

Perché gli amici non si odiano, neanche con il pensiero, neanche se si amano.

Ti penso, in continuazione, quando non vorrei, come non dovrei.
Se solo pensandoti intensamente potessi diventare anche io per te una costante…
Credimi so che è un discorso assurdo ed infantile, per di più sono io il matematico dei due, ma io in queste situazioni mi ci sento, un bambino intendo.
Vorrei davvero potermi cullare nella fantasia, tanto da arrivare a percepirla reale come solo da piccoli sappiamo fare, cedere all’illusione che Babbo Natale esiste, che le nuvole sono fatte di panna, che io e te siamo possibili. Lo vorrei tanto, ma sono troppo cresciuto per credere alle favole e sognarci mi fa sentire fuori luogo, anche se non riesco a smettere.

Che sei in ogni canzone, ma soprattutto in ogni silenzio, in ogni film che guardo, tutto mi riporta a te. È stancante sinceramente, ma lo è di più cercare di non desiderarti, quindi ormai lascio semplicemente che sia.

Che sei in ogni cazzo di pagina dei miei libri sottolineati con l’evidenziatore quando sai bene che lo detesto, ma continui a farlo. E se volessi illudermi ancora, solo un altro attimo, penserei che ti diverti a scarabocchiare i miei appunti perché io guardandoli ti pensi, come poi succede, ma no tu vuoi solo essere ovunque, esserci sempre, è una qualcosa che fai per te.

Servirebbe Più (Coraggio) AmoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora