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“Io esco, vado a comprare il caffè. Vuoi venire?”

chiese il dottor Watson, mentre si infilava la giacca, rivolto al corpo steso sul divano in posizione fetale del suo migliore amico che gli dava le spalle.

Un tono lamentoso, tra il frustrato e il disperato, si levò da quei cuscini in risposta

“Ma se l’ho comprato io stamani?!”

John alzò gli occhi al cielo e sbuffò sonoramente mentre si sistemava per bene il colletto.

“No, Sherlock! Sei uscito per comprarlo, ma non lo hai fatto!
Hai passato quasi 4 ore a piantonare il supermercato nella speranza che qualcuno lo rapinasse o rubasse qualche articolo dagli scaffali solo perché sono giorni che non hai nessun caso da risolvere!
Se Mycroft non fosse passato di qui e non ti avesse chiamato per farti tornare a casa con la scusa di un’emergenza, forse a quest’ora saremmo tutti da Scotland Yard perché avresti finito con il rapinarlo tu stesso quel maledetto supermercato! E tutto solo per movimentarti la giornata!”

“PERCHÈ MI ANNOIO JOHN!
LO SO CHE È SBAGLIATO SPERARE CHE ACCADA QUALCOSA, MA SONO UN SOCIOPATICO IPERATTIVO E LA MIA MENTE SUPERIORE HA BISOGNO DI STARE PERENNEMENTE IN MOVIMENTO!
HO BISOGNO CHE ACCADA QUALCOSA! E HO BISOGNO DI UNA SIGARETTA! COMPRAMI LE SIGARETTE SE ESCI!”

Gridò l’investigatore, gesticolando a più non posso con le mani, prima di mettere il broncio e tornare a raggomitolarsi sul divano.

“È San Valentino, per l’amor del cielo!”

Rispose il dottore alzando le braccia e lasciandole ricadere sonoramente lungo i fianchi.

Nei giorni come questo era davvero esasperante stare dietro all’agitazione del suo collega, anche se in fondo in fondo non gli dispiaceva poi così tanto.

“È la festa dell’amore! Nessuno ucciderà nessuno oggi! Fattene una ragione Sherlock! E non ti comprerò le sigarette nemmeno sotto tortura!”

“San Valentino non è altro che un tizio a cui è stata staccata la testa il 14 febbraio del 273 per aver celebrato il matrimonio tra una donna cristiana e un uomo pagano.
Venne istituita una festa in suo onore solo per sovrastare e gettare nel dimenticatoio la festa pagana della Lupercalia, che anticamente si festeggiava il 15 febbraio e che prevedeva festeggiamenti sfrenati e al limite del pudore.
Si è cercato di nascondere ciò che non si voleva vedere nel modo più semplice possibile: abbindolare la gente con fiori e cioccolatini.
San Valentino è una festa insulsa, conformista e a scopo di lucro.”

Si voltò con il busto per riuscire a vedere il dottore in faccia e fulminarlo con i suoi glaciali occhi azzurri. “Se il così detto amore è davvero così importante, allora perché festeggiarlo solo una volta l’anno?! Questo amore andrebbe celebrato ogni giorno, non credi, John?!
Quindi c’è sicuramente, là fuori, qualcuno a cui non frega niente di San Valentino o qualcuno che si vuole vendicare proprio in questo stramaledetto giorno!
E io lo sto aspettando!
E se non mi compri le sigarette, almeno comprami un centinaio di cerotti alla nicotina!”

Disse quasi tutto d’un fiato riportandosi con uno scatto deciso in posizione fetale.

John alzò nuovamente gli occhi al cielo e si avviò verso la porta d’ingresso.

“Tu non sei un sociopatico iperattivo! Tu sei completamente pazzo!”

Aprì la porta e oltrepassò la soglia.

“Sai cosa c’è?! Fai come ti pare! Io esco a comprare questo stramaledetto caffè prima che inizi il gioco Chi ha ucciso Sherlock Holmes il giorno di San Valentino?!”

Concluse tirandosi la porta alle spalle.

Sherlock scattò nuovamente a sedere sul divano guardandosi attorno.

lo strano caso di San Valentino Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora