“Aspetti 5 minuti, la prego! Solo 5 minuti detective!”La voce allarmata della signora Hudson riempiva il pianerottolo del 221B di Baker Street.
“Su via signora Hudson! Si tratta di un duplice omicidio! Devo assolutamente vedere Sherlock Holmes!”
L’ispettore Lestrade saliva a grandi falcate le due rampe di scale che separavano il piano terreno dal loro appartamento.
“La prego detective! La scongiuro! È meglio se non lo vede in questo preciso momento! Aspetti solo 5 minuti!”
La signora Hudson aveva raggiunto il poliziotto in cima alla scalinata e si era posizionata davanti alla porta d’ingresso, sbarrandogli la strada ed impedendogli di aprirla.
“Perché?! Cos’ha?! Gira nudo per casa?! O è collassato strafatto di droga?!”
Chiese Lestrade guardando torvo la povera padrona di casa.
“No, niente del genere! Cioè, sul nudo non ci metterei la mano sul fuoco... Non so se sono già arrivati a quel punto, ma sarebbe meglio non aprire ancora questa porta e non scoprirlo!”
Continuò imperterrita la signora facendo scudo all’appartamento con il proprio corpo.
“Suvvia signora! È una vera emergenza, devo parlare con lui! Si tolga di mezzo!”
L’ispettore capo afferrò la donna per la vita e la spostò di peso lasciando ora libera la porta che spalancò senza troppi convenevoli.
Non fece in tempo a fare capolino nella stanza con il proprio testone, che i suoi occhi strabuzzarono fuori dalle orbite e la sua bocca si spalancò talmente tanto che sembrava come se la mandibola si fosse di colpo dislocata dalla sua postazione.
“Ma che diavolo...?! Oh Dio, scusate!”
Riuscì a pronunciare non appena mise a fuoco la scena che gli si parò davanti.
La mano destra di Sherlock scivolò lentamente dalla guancia rosso fuoco del suo collega fino a distendersi lungo il fianco ed afferrare saldamente il suo polso per impedirgli di allontanarsi da lì.
Watson rimase fermo, imbambolato in quella posizione, assecondando le volontà non espresse a parole di Sherlock, anche se era certo di poter sentire il suo cervello gridare di scappare il più lontano possibile da quella stanza, da quella situazione di grande imbarazzo, per la seconda volta nello stesso giorno.
La testa di Sherlock si voltò di scatto verso la porta d’ingresso sfiorandogli inevitabilmente il naso e le labbra alle quali si era avvicinato il più possibile prima dell’improvvisa irruzione del poliziotto.
La bocca da rilassata e distesa in un genuino sorriso del signor Holmes, si fece improvvisamente un po’ più rigida.
I suoi occhi tornarono nuovamente glaciali in un baleno, inchiodando con lo sguardo il detective sulla soglia, sfidandolo mentalmente a non fare un altro passo.
“Dove?” Disse con tono autoritario verso l’ispettore.
“In... In Duke Street a... Richmond...”
"Cosa?"
"Un... Duplice omicidio..."
Biascicò quest’ultimo ancora sconvolto.
“Ok. Voi andate avanti, noi vi raggiungiamo lì.”
Tagliò corto l’investigatore privato, seguendo con lo sguardo l’uscita di scena del poliziotto di Scotland Yard che procedeva come a rallentatore prima di riuscire a tirarsi la porta alle spalle.
“SÌ! UN DUPLICE OMICIDIO! TI RENDI CONTO, JOHN?!”
Sherlock gridava e gesticolava come un indemoniato dall’eccitazione.
Watson lo guardava agitarsi per la stanza, in cerca del cappotto, ancora imbambolato e rosso in volto.
La sua mente non riusciva a registrare nessuna nuova informazione se non quella di aver quasi baciato l’uomo dei suoi sogni più segreti davanti ad altre persone.
“CHE TI AVEVO DETTO, JOHN?! QUALCUNO COMMETTERÀ QUALCHE REATO ANCHE DURANTE QUESTA INSULSA FESTA! METTI IL CAPPOTTO! IL GIOCO HA INIZIO!”
Gridò ancora mentre si sistemava la sciarpa intorno al corpo e si avvicinava a lui.
Le sue esili e fredde mani si appoggiarono sul volto caldo dell’uomo ancora in piedi difronte alla poltrona, contornandolo fino a riuscire ad accarezzargli dolcemente le guance incandescenti con i pollici.
“Prima tu ed io, i regali, gli auguri, i sentimenti a fior di pelle espressi, anche se non ancora a parole... Adesso un nuovo caso... Il più bel San Valentino della storia!”
Concluse portando le sue labbra a scontrarsi e ad unirsi con quelle del suo collega in un profondo bacio carico di passione che profumava di un nuovo inizio.

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lo strano caso di San Valentino
Fanfiction[...] Watson leggeva e rileggeva quel bigliettino a ripetizione. La sua mente confusa e annebbiata non riusciva più a mettere a fuoco dove lui si trovasse realmente in quel momento. [...] Voltò nuovamente il biglietto che teneva stretto tra le mani...