Capitolo - Cinque.

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Sean è andato a farsi una doccia, mentre Sharon mi sta aiutando ad apparecchiare.

-Amore metti quattro tovaglioli. - Le dico.

-Perché mamma? Chi c'è stasera a mangiare?- Mi chiede la mia piccolina già entusiasta.

-Stasera viene zia Karina - le rispondo.

Sharon a questo punto mi viene ad abbracciare felice, perché lei adora zia Karina.

Sharon l'ha sempre chiamata così fin da piccola, ed io francamente non l'ho mai corretta, anche perché nonostante tra noi non ci siano legami di sangue con Karina, lei è a tutti gli effetti per me come una sorella ormai, e quindi una zia per Sharon.

In tutti questi anni io non so cosa avrei fatto senza di lei. Quando sono rimasta incinta, i miei genitori in quel periodo erano lontani, e Sean era da poco stato assunto al suo nuovo lavoro come  giornalista d'inchiesta. Era sempre fuori, alle volte anche per lunghi periodi, ed io se non fosse stato per Karina, non avrei avuto nessuno a sostenermi, nel periodo più difficile e particolare per una donna.

Quando sei in dolce attesa, gli ormoni sono tutti scombussolati, le emozioni sono tutte amplificate, la gioia, il dolore, la solitudine, l'abbandono, sono tutte più accentuate. E poi è un momento in cui una donna si sente più fragile, e sente il bisogno di essere più coccolata, più accudita e seguita, e quindi se non avessi avuto vicino lei in quel periodo, sarebbe stato un disastro per me.

Ricordo ancora con tanta gioia ed emozione, quando mi accompagnò alla prima ecografia.

Il dottore mi mostrava con il suo indice sul monitor il piccolo cuoricino del mio bambino, anche perché veramente non si capiva nulla, per me era solo un ammasso deforme, mentre il ginecologo invece ci vedeva tutto. Questo è il suo cuoricino, le sue braccine, il viso addirittura, mi diceva.

Ed infatti mi aveva persino detto... "guardi questo è il profilo del suo bambino, e questo è il suo nasino", mi disse mentre scorreva sul display con la sua mano il punto per farmelo vedere anche a me.

Io guardavo annuendo ma francamente non ci vedevo nulla, ma ecco che quando girò la manopola per farmi sentire i battiti del suo cuore, che partirono così forti e regolari, boom, boom, boom, boom. Ecco che in quel momento cominciai a piangere sopraffatta da una forte emozione.

Karina mi strinse la mano, mi girai a guardarla e vidi che anche lei stava piangendo insieme a me felice ed emozionata quasi quanto me.

E così tutte le volte che Sean non c'era lei mi è sempre stata accanto. È sempre
insieme a lei che sono venuta a conoscenza anche del sesso del bambino. E così felici quello stesso giorno ci siamo recate entusiaste al centro commerciale per comprare le prime cose di colore rosa, ed io quel momento felice come non mai, mi sono data alla pazza gioia, comprando tantissime cose, tra cui delle calzine di colore rosa piccolissime, taglia zero.

Che poi avrei impacchettato e fatto come regalo a Sean quel fine settimana. Volevo fargli la sorpresa di metterlo a conoscenza del sesso del bambino, in un modo un po' romantico.

Gli avrei fatto trovare il pacchettino appoggiato sul suo cuscino della nostra camera da letto, nel momento che lui era sotto la doccia, glielo avrei appoggiato lì in modo da farglielo trovare una volta uscito.

Ma poi avevo comprato altre mille cose, ma nel momento che arriviamo alla cassa, e  sto per prendere la carta di credito, vengo anticipata da Karina.

-Che stai facendo?- le chiesi allibita.

-Voglio farti un regalo - mi rispose felice.

-No, non ce ne bisogno, la tua presenza vicino a me è già tutto - le dissi guardandola negli occhi.
-Kary, io senza di te sarei stata persa in questi mesi - le dissi guardandola riconoscente con le lacrime pronte ad esplodere.

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