Compleanno

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3 SETTEMBRE ORE 23:40

LUCY
Mancano 20 minuti alla mezzanotte e siamo fuori in piscina ad aspettarla per il compleanno del mio ragazzo, James.

È strano chiamarlo il mio ragazzo. Dopo tanto finalmente ci siamo messi insieme e lo amo tantissimo.

A proposito di James, dove sarà finito? Lo vedo parlare con i ragazzi cosi mi avvicino. Appena James mi nota però se ne va dentro una delle tende che ci sono qui fuori.

Noto di sfuggita i suoi occhi rossi e gonfi. Ha pianto... Chiedo spiegazioni ai ragazzi.

Io: Ei che è successo? Appena James mi ha visto è subito corso via e ho notato i suoi occhi rossi. 

Nessuno mi degna di una risposta e questa cosa è snervante. Sbatto il piede per terra impaziente.

Io: Allora qualcuno mi degna di una risposta? Kendall...?

Niente... muti come pesci.

Io: D'accordo vado a controllare di persona. 

Mi dirigo verso la tenda ma i ragazzi mi fermano.

K: Lucy aspetta. James... sta bene diciamo. E' una cosa che gli succede ogni anno. Credo sia giusto che te ne parli lui ma per favore non costringerlo a parlartene. Non è così facile per lui.

Annuisco e vado verso la tenda. 10 minuti alla mezzanotte.

Io: James? Sei qui? Posso entrare? 

Nessuna risposta.

Faccio un respiro profondo ed entro dentro. Subito vedo James con le ginocchia al petto e la testa chinata su di esse. 

Mi siedo vicino a lui e nessuno dei due parla per almeno due minuti. 8 minuti alla mezzanotte.

Io: James ti prego puoi dirmi cosa è successo? Prima stavo venendo da te e appena mi hai visto sei scappato. Ho fatto qualcosa di sbagliato? Se si ti prego dimmi cosa. 

J: ...

Io: D'accordo se non vuoi dirmelo non ti costringerò a farlo. Sono stanca vado a dormire. Buonanotte.

Dico fredda ed esco dalla tenda dirigendomi verso la hall sotto lo sguardo confuso dei ragazzi.

Se non vuole dirmi che cosa gli succede non lo costringerò. Premo il pulsante dell'ascensore e prima che io possa entrare, una voce mi blocca.

JAMES
Mancano circa 20 minuti alla mezzanotte. Lucy ha organizzato una festa in piscina per aspettare la mezzanotte insieme ai nostri amici.

Sono molto fortunato ad averla come ragazza, finalmente dopo tanto. La amo tantissimo però non sono così eccitato di festeggiare il compleanno, come tutti gli anni del resto, per un semplice e unico motivo: mio padre.

Si esatto proprio lui. Mia madre non mi ha mai voluto dire nulla su di lui e questa cosa mi ha ferito molto. Dice che lo fa per proteggermi.

Ogni anno il giorno prima del mio compleanno, e a volte anche il giorno stesso, mi chiudo in me stesso e mi rifugio da qualche parte a piangere per la solitudine che provo. Appena ci penso mi scendono subito le lacrime. I ragazzi mi raggiungono.

L: Ei come va?

Alzo le spalle come risposta.

C: Senti James, capisco che stai male ma la vita va avanti. Adesso che hai la maggiore età puoi decidere tu stesso se conoscere tuo padre o meno e tua madre non potrà negartelo. E poi Lucy ha organizzato questa festa per te e ci rimarrebbe male a vederti così triste. E' solo un consiglio da amico. 

L: Carlos ha ragione. Almeno per quest'anno lasciati tutto alle spalle. Se sei così determinato a scoprire chi è tuo padre allora noi ti aiuteremo. Ma adesso basta musi lunghi e andiamo a divertirci ti va?

Io: Non ce la faccio ragazzi. E' più forte di me. Non riesco a non pensarci. Voi bene o male un padre ce lo avete o almeno sapete chi è, io non so nemmeno un piccolo dettaglio su di lui. Sta arrivando Lucy e non voglio farmi vedere così. Quindi per favore non ditele niente. Scusate ho bisogno di stare da solo.

Detto questo me ne vado verso la tenda e mi chiudo dentro essa. Mi siedo per terra portandomi le ginocchia a terra e poggiando la testa su di esse. Dopo qualche minuto sento la voce di Lucy da fuori. 

Lu: James? Sei qui? Posso entrare?

Non rispondo. Pensavo se ne fosse andata e invece la sento sedersi vicino a me.

Lu: James ti prego puoi dirmi cosa è successo? Prima stavo venendo da te e appena mi hai visto sei scappato. Ho fatto qualcosa di sbagliato? Se si ti prego dimmi cosa.

No non voglio che pensi che sia colpa sua. Vorrei tanto dirle che non è colpa sua ma non riesco a dire nulla. Restiamo in silenzio per un paio di minuti. Finché non parla.

Lu: D'accordo se non vuoi dirmelo non ti costringerò a farlo. Sono stanca vado a dormire. Buonanotte.

Dice in tono freddo ed esce dalla tenda. Subito alzo lo sguardo verso l'entrata della tenda. Che cosa ho fatto... Mi alzo e mi dirigo subito fuori. La vedo andare verso la hall. 

K: James cos'è successo, Lucy aveva una faccia...

Io: Succede che sono un cretino. Parliamo dopo.

Corro verso la hall e la vedo aspettare vicino l'ascensore.

io: Lucy, aspetta!

La chiamo ma non mi degna di uno sguardo. Finalmente l'ascensore arriva e lei non esita ad entrarvi.

Cerco di raggiungerla ma è troppo tardi. Subito mi dirigo verso le scale e le salgo in fretta per poter arrivare prima di lei.

LUCY
Sento James chiamarmi ma lo ignoro. Forse sto esagerando e non dovrei reagire così perché non posso obbligarlo a dirmi tutto, ma sono fatta così.

E poi forse il problema sono veramente io e lui, invece di dirmelo in faccia, scappa. Sospiro e mi asciugo quell'unica lacrima solitaria che mi è scesa.

Appena le porte dell'ascensore si aprono, mi ritrovo un James tutto sudato e accaldato davanti a me.

Gli rivolgo un solo sguardo e lo supero andando verso il mio appartamento. James mi ferma per il polso.

J: Aspetta. Lucy mi dispiace ok? Ti giuro che non sei tu. Io ti amo tantissimo e tu non hai fatto niente di male. E' colpa mia. Ti prego dammi l'occasione di spiegarmi.

Mi giro verso di lui e lo guardo negli occhi. E' sincero. Ha gli occhi lucidi e i capelli scompigliati per la corsa. Involontariamente glieli sistemo. 

Io: Scusami tu James, non dovevo reagire così. Ho dato per scontato che sia stata colpa mia. Non devi spiegarmi niente. Non sei obbligato. L'importante è che mi hai tolto l'ansia che c'entrassi io. Sappi solo che quando vorrai sarò pronta ad ascoltarti. 

Gli lascio un bacio all'angolo della bocca e sto per aprire la porta ma nuovamente mi blocca.

J: Aspetta Lucy. Ti prometto che domani, cioè ormai oggi, ti dirò tutto. Prima però possiamo tornare di sotto come se niente fosse e continuare con la festa?

Annuisco e lo prendo per mano. Premo il pulsante per chiamare l'ascensore e mentre aspetto che salga, guardo James e lui ricambia.

Mi prende per i fianchi e mi bacia. Io gli metto le braccia intorno al collo e lo attiro ancora di più a me.

Ci stacchiamo per mancanza di fiato e perché ho sentito il rumore dell'ascensore. Sorridendo entriamo e continuiamo la festa come se non fosse successo nulla. 

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