chi non beve in compagnia

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-Lo sai che non devi venire ad aiutarmi, potresti farti male, non sei pratico di giardinaggio- lo rimproverò gentilmente. In realtà, era incredibilmente grato che Sunoo fosse venuto, ma non gliel'avrebbe mai detto. E proprio perché Sunoo questo lo sapeva bene, scosse una mano in aria con espressione noncurante. –Non sono ancora esperto perché tu non mi fai mai aiutare, se non mi cacciassi via una volta su due saprei piantare i pomodori meglio di te- commentò. La sua voce squillante, però, attirò l'attenzione di nonna Kim.

-Jungwon, chi c'è con te?- chiese la vecchia da dentro la casa, sospettosa.

-Sono io, signora Kim! Sunoo! Si ricorda di me?- Jungwon non poté fare niente mentre, inorridito, guardava la nonna affacciarsi dalla finestra della cucina del piano terra, che dava direttamente sull'orto, e fissare con malcelata diffidenza Sunoo, che proprio quel giorno aveva deciso di vestirsi di giallo come un paperotto, e che per buona misura agitò una mano entusiasta nella sua direzione.

La vecchia non rispose a quel saluto così allegro: si limitò a richiudere la finestra con un rumore secco, borbottando qualcosa su come i giovani d'oggi fossero dei nullafacenti sconclusionati. Sunoo alzò le spalle. –Evidentemente oggi era di buon umore, non mi ha neanche cacciato via-.

-Non so come tu faccia ad essere così buono nei suoi confronti. Anche mia madre, ormai, ha gettato la spugna- commentò Jungwon, indossando i guanti da giardino per iniziare a strappare via le erbacce dall'orto.

-È solo una persona. Forse un po' acida, ma è solo una persona, e a me le persone piacciono- sorrise Sunoo. La smorfia sorridente delle sue labbra era così contagiosa che Jungwon sentì le sue labbra distendersi di conseguenza. Era impossibile essere arrabbiati con Sunoo, o anche solo essere contrariati in sua presenza. L'unica eccezione, ovviamente, erano i loro comuni nemici.

-In ogni caso, se proprio lo vuoi sapere, c'è un motivo per il quale sono venuto qui- si riscosse Sunoo, porgendogli la pala che lo aveva visto cercare con lo sguardo. –Sarebbe il caso che facessimo una bella riunione di Combo, per campire come rispondere a questa storia della bicicletta. Ho dovuto regalare a mio fratello metà della mia collezione di figurine K-Pop, e in ogni caso questo non mi proteggerà dal venire sbeffeggiato a vita-. Jungwon rabbrividì. Conoscendo Beomgyu, il fratello di Sunoo, non stentava a crederlo.

-Sì, certo. Vi va bene domani pomeriggio? Il lavoro di oggi basterà almeno per almeno un paio di giorni, basterà che io passi domani mattina prima di scuole per innaffiare i fiori-.

Sunoo ci pensò su un attimo. –Si, penso di sì. Mark non è di turno al bar, e Heeseung non dovrebbe avere ripetizioni. Potrebbe andare! Allora ci vediamo domani alla roulotte, diciamo... Alle quattro?-.

La roulotte, ad essere assolutamente sinceri, era stata un gran colpo di fortuna. Non era la casa sull'albero di quelli di via Paal, che avevano iniziato a costruire quando avevano dodici anni e non sapevano ancora come si tiene in mano un martello su una grande quercia al limitare del bosco poco fuori la città, ma era comunque qualcosa di cui andavano tutti parecchio fieri. Era stato Mark a metterla a loro disposizione, quando suo padre aveva ereditato il terreno e, non sapendo ancora bene come metterlo a frutto, aveva lasciato che il figlio nel frattempo lo usasse. E il figlio lo aveva usato, eccome: dopo una generale spolverata e una grande quantità di pulizie generali, la roulotte che giaceva abbandonata tra gli alberi era praticamente diventata il quartier generale della Combo, dove tutti loro si ritrovavano, per discutere piani apocalittici o semplicemente per ingozzarsi di biscotti tutti insieme dopo una verifica particolarmente importante.

-Ehi, è rimasto qualcuno dei biscotti dell'altro giorno?- chiese infatti Heeseung, il giorno dopo, mentre per ultimo metteva il capino dentro la roulotte come una lumachina allegra. Al suono della sua voce, quattro teste si girarono nella sua direzione, cercando tutte contemporaneamente di nascondere quattro bocche sporche di cioccolata. Heeseung alzò lo sguardo al cielo: -Ho capito, non fa niente. Meno male che ho portato queste, allora- alzò la mano destra, facendo ondeggiare avanti e dietro un sacchetto che recava il logo della sua pasticceria preferita.

-Seung, in questo momento potrei davvero sposarti- esordì Sunoo, allungando le mani verso il tanto agognato bottino. Prima che potesse arrivare a sfiorarlo anche solo con i polpastrelli, però, quello gli allungò un leggero ma deciso colpetto sulle mani. –Questi sono per dopo che avremo deciso un piano d'azione, se ci imbottiamo di zuccheri adesso non risolveremo nulla-.

-Odio ammetterlo, ma Heeseung ha ragione- commentò Taehyun, scendendo entrambi i piedi dal tavolo su cui li aveva poggiati. –Sarà meglio che mettiamo la vendetta prima della merenda, nella scala delle priorità-.

Heeseung gli strizzò l'occhio. –Mi fa piacere che tu lo dica, dal momento che sei tu quello che dovrà inventarla. Qualche idea?-.

Taehyun scosse la testa. –Non ancora, nulla di definito, almeno-.

-Potremmo sempre incollare i loro pantaloni alle sedie- suggerì Jungwon, ma Mark lo bloccò sul nascere. –Troppo dispendioso e troppo poco pratico, inoltre finiremmo beccati prima ancora di poterci avvicinare alle loro cose. Piuttosto... Heeseung, la pasticceria dove sei stato oggi vende anche del colorante alimentare, per caso?-.

Heeseung, confuso, annuì. –Penso di aver intravisto qualcosa, ma non capisco a che cosa ti serva-.

-Dopodomani abbiamo educazione fisica, vero?-. Era vero, il venerdì era il giorno in cui erano state spinte le due ore settimanali destinate all'esercizio scolastico, ma a giudicare dalle facce degli altri Jungwon non era l'unico a non riuscire a seguire il filo dei pensieri di Mark. Tutti, tranne Taehyun, che annuì lentamente.

-Sì, abbiamo educazione fisica dopodomani. Stavolta sei stato malefico, Mark, non c'è che dire-.

-Per caso qualcuno ha voglia di spiegare anche a noi?- Sunoo tossicchiò, per attirare l'attenzione. Taehyun si voltò nella sua direzione. –Mark vuole mettere delle gocce di colorante nel soffione delle docce della palestra. Dopo pochi secondi di acqua corrente il colore andrebbe via, ma sono pronto a scommettere che la persona che sotto la doccia si vedrà arrivare addosso un getto di liquido rosso si prenderà un discreto spavento. Indolore, ma efficace-.

Jungwon adorava proprio i suoi amici. Tutti dicevano che non erano altro che cinque nerd, e avevano ragione, ma in loro covava una propensione al crimine assolutamente insospettabile. Era una gran fortuna per tutti che Mark volesse studiare informatica, e che Taehyun adorasse cucinare, perché altrimenti non ce ne sarebbe stata per nessuno.

-Sei sicuro che funzionerà?- chiese Jungwon, esitante. –Voglio dire, mi piacerebbe moltissimo riuscire a farlo, ma sembra piuttosto complicato-.

-Niente affatto!- lo rassicurò Mark, con un sorriso, accettando uno dei panini al burro che nel frattempo Heeseung si era deciso a tirare fuori. –Basterà far gocciolare il colorante nel soffione appena prima della lezione. Sai che loro sono sempre i primi a farsi la doccia, in ogni caso-. Jungwon doveva ammettere che, in effetti, era vero, quelli della via Paal facevano sempre a gara per arrivare per primi alle docce degli spogliatoi.

Mordicchiò il suo panino, riflettendo sulle possibilità di riuscita del piano. –Okay, facciamolo. Mal che vada, penso che avremo un'occasione di inventare qualcos'altro molto presto- considerò.

strawberry jam - enhypen.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora