chi semina vento

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Jungwon aveva aggressivamente seminato zucche in un angolo dell'orto per quasi un'ora e mezza: poi, i suoi pensieri avevano ricominciato a fluire in maniera razionale, e la rabbia era diventata ansia per i giorni a seguire. Cosa li avrebbe aspettati adesso? Jungwon non avrebbe creduto neanche per un istante che il modo in cui Jongseong si era comportato con lui stesse a significare una tregua. La combo l'aveva fatta grossa, e ora la via Paal avrebbe contrattaccato, come faceva sempre. Era così che stavano le cose, e lui trovava un contorto conforto al pensiero che sarebbero rimaste così per almeno qualche altro tempo, perché davvero non riusciva ad immaginare il motivo che li avrebbe fatti smettere.

Il mattino dopo, Jungwon si svegliò, nonostante l'allarme in corso, stranamente di buonumore. Una fulminea chiamata di Mark lo aveva avvertito di non fare colazione, perché sarebbe passato lui, che si trovava nelle vicinanze, con i cornetti caldi per lui e per Sunoo, il suo vicino di casa.

-Quelli degli altri sono in borsa- spiegò, picchiettando sul volante mentre loro due inforcavano le loro biciclette. -Ma sono dovuto passare al bar per riprendere la giacca che ci avevo lasciato ieri sera, e la signora Jung non mi ha permesso di andare via a mani vuote, quando ha saputo che non avevo ancora fatto colazione-.

-Il cielo ha mandato te e anche lei, Mark- concordò Sunoo, dando un morso allegro al suo cornetto. –Allora, a che livello di allarme siamo?-.

-Per quelli di via Paal? Penso un livello due. Non mi sono sembrati granché agitati ieri a scuola-.

-Fai anche un tre, Jongseong era piuttosto agitato-borbottò Jungwon sovrappensiero. Si riscosse quando si sentì gli occhi degli altri due addosso. –Quand'è che tu avresti visto Jongseong?- chiese Sunoo, sospettoso.

-A scuola?- Jungwon cercò di dissimulare, ma disgraziatamente non era mai stato bravo a mentire, e men che meno a dire bugie a Sunoo.

-Stai dicendo che Jongseong ti ha misteriosamente intercettato al vivaio, hai scoperto che i vostri nonni abitano nello stesso quartiere e che lui sa del fatto che passi la metà del tuo tempo in mezzo all'orto, e ti è sembrato che stesse macchinando qualcosa?-.

Jungwon annuì miseramente. –Ha anche detto che la storia della tua bicicletta è stata un'iniziativa privata di Riki, qualunque cosa significhi- aggiunse all'indirizzo di Sunoo, che però scrollò semplicemente le spalle e scese dalla bici, dal momento che ormai erano arrivati a scuola, e a forza di chiacchierare erano anche arrivati in ritardo: in cortile non c'era più nessuno. –Avrò fatto qualcosa per cui gli starò più antipatico del solito questa settimana, non vi preoccupate-. Jungwon si inginocchiò accanto alla rastrelliera per assicurare la sua bici; Mark fece lo stesso, mentre Sunoo rimase in piedi dietro di loro, aspettando il suo turno. –Sono sicuro che- uhmfp!-.

Il verso mugolato che aveva interrotto la frase che Sunoo stava pronunciando, unito al rumore sordo della bicicletta che cadeva a terra, fecero girare Jungwon di scatto, appena in tempo per vedere Sunoo che si dibatteva disperatamente sotto la presa di Riki: era tutto inutile, il ragazzo era alto il doppio di lui, e stringeva la presa quanto più lui si dimenava. Jungwon scattò in avanti per aiutarlo, ma prima che potesse fare un passo sentì qualcuno afferrarlo per lo zaino e dargli uno strattone indietro.

-Sorpresa!- canticchiò Jongseong nel suo orecchio, allegro, una volta che gli ebbe serrato le braccia in una morsa attorno al torso; con la coda dell'occhio, Jungwon vide che Sunghoon aveva fatto lo stesso con Mark. –Per dimostrarvi che non ce la siamo affatto presa per la vostra bella doccia, abbiamo deciso di farvi un regalino. Salterete la prima ora, che ne dite? Potreste addirittura farvi un bel pisolino, tu sicuro ne avrai bisogno, dopo ieri pomeriggio. E fortunatamente noi conosciamo proprio il posto adatto ai piccoli bastardi come voi-.

Quando capì che stavano venendo trascinati in direzione del capanno degli attrezzi dietro la scuola, Jungwon cominciò a divincolarsi più forte, ma non ci fu nulla da fare: Jake, già lì, aprì semplicemente la porta, e gli altri tre li lanciarono dentro.

-Ci vediamo tra un'oretta, vedremo se magari dopo avrete ancora voglia di pensare a cretinate del genere- ridacchiò Sunghoon, dall'altro lato della porta di legno ormai chiusa.

Jungwon, Sunoo e Mark si rialzarono, disorientati: il buio non li aiutava, ma le due ombre che li aiutarono a rimettersi in piedi avevano qualcosa di familiare.

-Hanno preso anche voi, allora- commentò amaro Heeseung. Mark puntò lo sguardo su lui e Taehyun, spazzolandosi i pantaloni. –Cos'è successo?-.

-Quello che è successo a voi, presumo- rispose Taehyun, tornando a sedersi in un punto in cui, grazie ad un'asse crepata, entrava un po' di luce. –Siamo arrivati molto presto, non c'era nessuno in giro. Gliel'abbiamo resa quasi facile-.

-Tutto questo è ignobile e ingiusto- ringhiò Sunoo, sbattendo il pugno contro la parete per la frustrazione. –Noi non abbiamo mai messo in pericolo nessuno. Se si dimenticano di farci uscire che facciamo?-.

-Oh, non lo dimenticheranno, a costo di strapparmi le corde vocali urlando- promise Mark, altrettanto arrabbiato. Lui, però, fece un respiro profondo, e tirò fuori dallo zaino la busta del bar, porgendola a Taehyun ed Heeseung. –Li avevo portati per voi- disse, sorridendo triste. –Almeno mettete qualcosa nello stomaco, così possiamo iniziare a pensare a cosa fare-.

-Se era questo che Jongseong stava tramando ieri pomeriggio, avresti semplicemente dovuto farlo cadere nella fontana del vivaio senza tante cerimonie, Won- commentò Sunoo scuotendo vagamente la testa, mentre gli altri due mangiavano. A quelle parole, Taehyun deglutì e alzò la testa. –Ieri pomeriggio?-.

Jungwon sospirò, e raccontò l'intera storia di nuovo, a beneficio dei due amici che non l'avevano ancora mai sentita.

-Ma che bastardo- commentò Heeseung, finendo di masticare. –Sei sicuro che non fosse lì semplicemente per saltarti sui nervi?-.

Jungwon scosse la testa. –Ho controllato con mia nonna, ieri sera- ammise –Effettivamente c'è un signor Park che vive in fondo alla strada, ma io non ne avevo idea-.

-Bene, ma questo non toglie che tutto questo è ridicolo. Dovremmo andare dai professori, quegli idioti non possono farla franca-.

Mark alzò un sopracciglio. –Sì, così poi loro faranno lo stesso e verremo sospesi per la storia del colorante nelle docce. Non siamo nella posizione di smascherarci a vicenda, Sunoo, lo sai. Concentriamoci a trovare un modo di uscire da qui dentro, piuttosto, perché io non ho nessuna intenzione di aspettare quelli di via Paal-.

-Concordo, non ho alcuna intenzione di guardarli gongolare mentre ci fanno uscire come galline dal pollaio. Qualche idea?-.

-Penso che dovremmo buttare giù la porta. Che c'è?- Taehyun alzò le spalle alle orecchie in un gesto di difesa quando si sentì quattro paia di occhi addosso. –Avete un'idea migliore? Non abbiamo le chiavi, e sono piuttosto sicuro che la porta in sé sia mezza marcia in ogni caso. Se spingiamo tutti e cinque insieme, dovremmo farcela-.

Jungwon si guardò attorno: Sunoo non sembrava particolarmente convinto, ma gli altri avevano tutti dipinta in viso la rassegnatezza di chi sa di non avere alternativa. Scrollò le spalle: -Avanti, facciamolo e filiamo via di qui-.

Per la sorpresa di tutti, filarsela era stato effettivamente piuttosto facile: come Taehyun aveva ipotizzato, il legno della porta era marcio intorno ai cardini, e non c'era voluta più di qualche spinta bene assestata per buttarla giù. E anche se il braccio gli faceva un po' male ed era sicuro che si sarebbe formato un bel livido, Jungwon era sicuro che nulla avrebbe battuto la sensazione della faccia dei quattro trogloditi quando li avevano visti entrare in classe.

strawberry jam - enhypen.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora