VI. La luce del buio

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Invano il sognatore rovista nei suoi vecchi sogni come fra la cenere, cercandovi una piccola scintilla per soffiarci sopra e riscaldare con il fuoco rinnovato il proprio cuore freddo, e far risorgere ciò che prima gli era così caro, che commuoveva la sua anima, che gli faceva ribollire il sangue, da strappargli le lacrime dagli occhi, così ingannandolo meravigliosamente.
Dostoevskij

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Ebbi autostima grazie a Kay, il mio fratellastro piccolo.
Fummo dei fenomeni da baraccone ma Ash odiava la sua euforia, lo invitava a mettersi in ridicolo davanti a me, ed io detestavo la sua vergogna nei miei confronti.
Così, per quei momenti, io e Kay ballavamo a ritmo di musica con la casa vuota; Ash ci registrava inquadrando i momenti fatali, specialmente quando cadevo e lui rideva a crepapelle.
Credevo che in quegli anni avessi insegnato loro come vivere eppure non immaginavo che, sotto i bracci destri del nemico, sarei riuscita a sopravvivere.

Tra me e Kay fu una relazione materna; la mia figura, essenziale per lui, lo fece crescere con positività.
Mentre con Ash..il nostro legame era per lo più realista. L'unico talmente concreto che potessi mai aver trovato.
Avevamo solamente dodici anni e vedemmo le pene dell'inferno costretti dagli sbagli dei nostri genitori.
Per lui, non ero solo una sorellastra..ero l'unica anima che capiva la sua, la persona più disordinata che metteva in ordine un altro caos.
E mi rispettava come un uomo.
Considerava le mie scelte, accoglieva i nostri litigi, i battibecchi e le discussioni che avevo con Kay.
Non importava quanto potevamo essere arrabbiati l'uno con l'altro, ci volevamo bene come sopravvissuti in una vita ancora da vivere.

Ed ebbi un sacco di incubi dopo le loro morti. Avevo fatto del male a persone che paragonavo figli miei, amati con la stessa quantità di amore che usufruivo per mio padre. E mi pento di averli amati così tanto, di essermi affidata a loro come unico punto di appoggio; mi vergogno di essere scivolata come una idiota su un pavimento bagnato così evidente, eppure senza di loro, non sarei così stabile ora.

Ringrazio Kay per avermi fatto ballare come una pazza, condividendo le sue passioni con me, facendomi sfogare con semplici canzoni; una delle tante meraviglie che si trovavano alla punta dell'iceberg.
E ringrazio persino Ash, per aver ritrovato me stessa in un altro corpo, privo di gioia come lo era il mio, e di essere cresciuta due volte per alimentarlo e insegnargli a vivere.

Perché ovunque voi siate ora, avrei pagato con la mia stessa anima per riportarvi indietro.
Vagabonderò in un mucchio di gente a pezzi, tra cuori rotti e malcapitati, e tra i loro sorrisi, troverò i vostri.

《Oh Soleil..balliamo insieme?》

Osservai gli studenti nel tento di divertirsi, unirsi a danze e muoversi a tempo.
Chiusi la ferita una millesima volta, abbozzando un sorriso alla mia vicina che, con fare ironico, mi baciò il dorso della mano per portarmi al centro della sala, tra gonne al cielo e urla abbuffate.

《Non so ballare!》gridai nel suo orecchio prima che potesse prendermi la schiena e muoverci, i passi veloci, automatici, il mento all'aria ad occhi chiusi.

"Sono o non sono un bravo ballerino?"
"Certo Kay, se solo non cadessimo al terzo giro!"
"Sono bei progressi Soleil..ci ritroveremo all'opera di questo passo"
"Ash sei sempre il solito, non vedo l'ora di vedere te insieme a Soleil!"
"I-io? Nah. Non so ballare."

Risi di gusto, il sangue che prima mi infuocava il cervello, scorse libero come acqua di fiume.
Persino Nereide fu contenta della mia gioia, anche con il cambio dama.

Provai un senso di disagio aggrappandomi come più potevo al corpo dell'altro, gli strinsi le spalle prima che potesse accarezzarmi delicatamente la vita per rassicurazione.

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