XXXI. Fame d'amore

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Ora, mi sento come se stessi aspettando qualcosa che so che non arriverà mai, perché adoro illudermi e sperare, ti senti più vivo mentre lo fai.
Bukowski

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Ci avevano assegnato le vacanze di Natale agli sgoccioli, gli altri se la spassavano mentre io cercavo di avvantaggiarmi con gli esami futuri; non sarei riuscita ad essere in due mondi contemporaneamente.
Caiden, che governava i nostri burattini, mi aveva aiutato con i test precedenti senza darmi alcun accenno; quando lo venni a sapere fui senza parole, per lui era un passatempo.

Stava giocando una carta preziosa, quella del lecchino; ma non sarò il suo tornaconto.

Da quando ho chiarito con Nereide, il cornetto ogni mattina non mancava, la sua gentilezza mi era sospetta ma forse saranno solamente i sensi di colpa.

Perché la giustifico? Forse tento solo di attutire il dolore.

Non mancava però, la stanchezza notturna, la quale non mi permetteva di fare visita al restante della squadra; tornata a Shadowshilde, mi stavo spegnendo.
Cercai di non farci caso benché il chiasso all'esterno non mi permise di continuare, leggevo sempre la stessa riga più e più volte a vuoto; non volevo chiedere aiuto a Leiko, dovevo imparare a salvarmi il culo da sola.

Lessi la traccia《trova le incognite sapendo che..》serrai le palpebre percependo una presenza esterna《sapendo che..》e il suo becco prese a battere contro il vetro《ah! Al diavolo!》aprì la finestra e il corvo Romeo, fu alla ricerca di Giulietta.

《Iniziano ad infastidirmi queste visite. Specialmente quando lei non è qui.》

Il corvo gracchiò guardandosi intorno svolazzando per tutta la camera, poggiatosi sulla scrivania osservò le mie foto da piccola in braccio a papà; non credevo Harvey potesse interessarsi così tanto al mio passato.

Saltai dal letto sentendo il bussare frenetico mai interrotto, l'emittente non si era decifrato ma nell'aprire la porta, non ebbi più le certezze di una volta.

《Scusami Sole, sto cercando Nereide..è nascosta da qualche parte. L'hai vista?》

Sole. Sole. Sole.
Perché continua a chiamarmi così?

Harvey si mise sulle punte per osservare meglio il letto della mia vicina vuoto; in quell'istante gettai lo sguardo sul mio sconosciuto piumato, nel tento di scappare da qualche parte.

Il tempismo non è il tuo forte, mio caro.

《Oh! Vedo che hai compagnia》indicò il corvo, il quale non fece a meno di gracchiargli contro con fare scontroso《come hai chiamato questa furia?》mi chiese entrando nella stanza cercando di guardarlo senza toccarlo.

Presa in un balbettio continuo, non gli risposi brevemente.
Osservando in panico le sue spalle, addocchiai i fiori di gardenia che avevo lasciato in infermeria per Caiden e l'elfo, in quella tragica notte.
Non potevo lasciarli morire lì.

《Garden》tentai di allungare un sorriso ma la pressione fu a mille.

Garden non è mai stato Harvey. Così viceversa.

E allora con chi mi confidai la notte?
Chi era colui che aveva rubato i miei pensieri più intimi?

Dovevo rendermene conto fin dall'inizio, non dando per scontato l'odore di magia che trasmetteva sulle sue piume scure, o il colore dei suoi occhi neri come la pece; Harvey li aveva lionati, e sapeva nascondere il suo odore.

《Il tuo amico è geloso, sembra quasi impazzito - sfoggiò un sospiro - se trovi Nereide puoi dirle che la cercavo?》annuì, lui mi aveva rubato le parole. Garden le idee.

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