Capitolo 2

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Narratore esterno

Gabriel gli lanciava occhiate curiose da dietro la tazza di the <<E quindi me lo sono ritrovato davanti, ed era più alto di quanto mi aspettassi>> il ragazzo dai capelli rosa scrollò le spalle <<Niente di nuovo, insomma>> ma Riccardo non la smetteva di parlare, ed era già in procinto di raccontare la storia per la terza volta, questa volta con più particolari, o semplicemente altre parole.

<<Che avvenimento scioccante>> lo canzonò Gabriel, e l'altro si fermò, un sopracciglio alzato <<Ti sto solo raccontando una cosa>> <<Non vi vedete da anni, non vedo perché ora ti interessi di lui>> nel suo tono non c'era gelosia, ma semplice curiosità, ed effettivamente aveva ragione. Riccardo si zittì e tornò verso la sua tazza di cioccolata, accavallando le gambe <<E poi non vi stavate nemmeno così simpatici>>. Riccardo annuì e cambiò discorso, accantonando quella conversazione.

Tornando a casa, ripensava a quello che era accaduto il giorno prima, e alla reazione del suo amico. Se ci pensava, effettivamente non era stato troppo da lui, ma si giustificò con sé stesso con la sorpresa di aver trovato qualcuno che conosceva dopo tanti anni, e che soprattutto lo univa con il calcio. Scacciò via dalla mente quei pensieri e camminò più veloce verso casa. Arrivato, si occupò la mente dei compiti da correggere dei suoi studenti, della musica che gli arrivava alle orecchie e dei suoi gatti che gli si strusciavano sulle caviglie.

Il giorno dopo Riccardo si imbatté di nuovo in Terry, che a quanto pare era mattiniero tanto quanto lui. Correva vicino alla scuola vestito con una tuta sportiva simile a quella che indossava il giorno prima; portava le cuffie, e perciò non sentì i passi di Riccardo.

<<Buongiorno>> lo salutò questi <<Non so come tu faccia a non avere freddo>> Terry ridacchiò, accorgendosi finalmente di lui <<Ciao>> gli andò incontro, le guance e il naso rossi dal freddo <<Ci sono abituato ormai>>. Salutandolo, il castano entrò nell'edificio. Non si aspettava di certo che l'altro lo avrebbe seguito, ansimando per il freddo e lo sforzo <<Mi stavo chiedendo...>> si fermò sulla porta, il vento di fine Novembre che entrava da dietro di lui <<Se avresti voluto uscire, una di queste volte>> Riccardo si girò di nuovo, confuso <<Per?>> <<Per parlare dei vecchi tempi>>. Avrebbe dovuto far vedere di essere sorpreso, ma non lo fece <<Va bene>> freddamente si voltò, e iniziò a percorrere il corridoio verso la sala professori come ogni giorno.

7.35
Mi ha chiesto di uscire

7.40
Ah. E perché?

7.41
Dice "per parlare dei vecchi tempi". Ho detto di sì , ma non ci siamo messi d'accordo sul quando, quindi..

7.41
Che strano

Dopo quel messaggio da parte di Gabriel, Riccardo ripose il telefono in tasca. Decise di non rimanere troppo nella sala professori, pensando che forse Terry avrebbe potuto cercarlo per riprendere il discorso di prima e accordarsi per l'uscita.

Non lo incontrò per il resto della giornata, ma quando arrivò la pausa pranzo non poté non scorgere il bianco dei suoi capelli nella massa di studenti che si affrettava in mensa. Cercò di nascondersi in mezzo a loro, ma evidentemente Terry lo aveva già avvistato da lontano <<Hey>> <<Ciao..>> sulle sue, Riccardo rispose fermandosi in mezzo al corridoio, i ragazzini che camminavano attorno a loro. <<Quindi ci stai, per quell'uscita?>> il castano rise tra sé e sé, pensando che parlava esattamente come se fosse ancora un adolescente <<Sì, non c'è problema>>. La situazione era abbastanza strana, ma al tempo stesso abbastanza familiare: la scuola, gli studenti, le grida e le risate attorno a loro davano a Riccardo l'impressione di essere ancora al liceo <<Avevi qualche posto in mente?>> <<Lascio scegliere a te>>

Non poteva negarlo, quella mossa gli sembrava alquanto azzardata e improvvisa: se lui avesse visto un suo compagno di squadra dopo così tanto tempo, forse avrebbe lo stesso, ma lui e Terry non erano mai stati così vicini e stretti. Erano stati semplicemente compagni di squadra, e anzi, per diverso tempo si erano quasi odiati a vicenda, incapaci di venirsi incontro e aiutarsi. Riccardo era troppo accecato dal risentimento nei confronti dell'allenatore e della scelta della squadra per permettere a Terry di fare ciò che il suo ruolo richiedeva. Come avrebbe potuto, d'altronde? Non aveva mai giocato a calcio prima, e tutta la responsabilità ricadeva sugli unici tre giocatori in grado di portare avanti una partita. L'albino, dall'altro canto, si sentiva più che attaccato, e nonostante non fosse pratico nello sport, era pur sempre un fenomeno nel suo, e non si sarebbe lasciato intimorire.

Anche se alla fine tutto si era risolto, come poteva Terry venire da lui a chiedergli certe cose? Non si erano mai più parlati dopo il torneo. Riccardo non si sarebbe mai dimenticato di lui, certo, ma lo aveva seppellito in un angolo della sua memoria.

<<C'è un café qua accanto alla scuola, non è male. Non sono molto pratica di questa zona, ma mi è piaciuto>> <<Va bene, allora possiamo andare lì>> <<Sei occupato questo pomeriggio?>>

Ora aveva la possibilità di dire una bugia, ritardare ancora una volta quella situazione, ma non lo fece. Non sarebbe servito, prima o poi sarebbe dovuto succedere <<Non ho molto da fare, in verità>> <<Allora è deciso!>>

Con un sorriso Terry lo salutò, i capelli che ondeggiavano piano mentre se ne andava dalla parte opposta alla sua. Riccardo rimase lì per qualche secondo, fissando la sua figura allontanarsi, poi se ne andò anche lui.

Cat & Dog [Munetaku]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora