CAPITOLO 2

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Giovanna da quando era a conoscenza del segreto che affligge Marta ha imparato ad apprezzare i suoi affetti, quelle cose che ai nostri occhi possono sembrare futili ma che in realtà sono quelle che contano.
"Ti auguro di non provare mai quello che io ho dovuto SUBIRE per tutti i sedici anni della mia vita" diceva Marta quando sedendosi e fumando una sigaretta parlava con Giovanna.
"Io spero che tutto questo possa finire me lo auguro per te e per la tua vita futura" replica Giovanna.
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Marta era appena tornata a casa quando ad un tratto senti ' aprire di colpo la porta della sua piccola casa di periferia con lenzuola usate per proteggersi dal freddo e con crepe che mettevano in pericolo la tua stessa vita. Era la mamma Elena ,donna di 28 anni con un passato da dottoressa ma ridotta alla vita in una città come Rione per quella crisi che ha ridotto in miseria l'intero popolo.
"Marta vieni ad aiutarmi invece di stare li seduta a pensare ciò che non puoi e non potrai mai fare" dice Elena con voce stanca per la dura giornata di lavoro che aveva lavorato
"Mamma ogni giorno la stessa storia, io i miei sogni li realizzero' perché che vita sarebbe senza sogni? Cosa ci aiuta in questa situazione? Sognare non costa nulla e tu a me non puoi impedirmelo" infuriata risponde Marta che si richiude nella sua camera, sprofondando in un pianto liberatorio. Elena non aveva mai avuto
Un buon rapporto con la figlia e desiderava tanto essere un'amica per Marta ma ciò non era possibile,i loro caratteri troppo diversi per andare in sintonia. Marta era sempre Stata una ragazza timida che difficilmente riusciva ad aprirsi facendosi apprezzare per quello che realmente era. Da quando condivideva con il suo grande segreto che non voleva in alcun modo raccontare,provocando solo del male a sé stessa, era cambiata del tutto, passava la sua giornata nella piccola cameretta che condivideva con Antonio e Salvatore,fratellini che ancora non avevano capito di vivere in un mondo dove bisogna lottare per sopravvivere,e provava quei passi di danza che vedeva fare a quelle grandi ballerine che giravano mezza Europa. "Marta ma picchi' non balli come loro "recita Salvo indicando la piccola e unica televisione che vi era in casa e li a' bedduzza rimane ferma; il suo sangue si gela e rimane in silenzio per alcuni minuti per poi rispondere "sono solo stanca non ti preoccupare quando sarò più riposata vedrai che ballero' come loro". Rimasta sola Marta si chiude in se stessa e piange pensando di essere arrivata ad un punto definitivo.

Quando il sole tramonta a sudDove le storie prendono vita. Scoprilo ora