Prologo

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1650, Ophilia
All'orizzonte si vedeva ancora il fumo provenire da quello che ormai restava di Ophilia.
Non aveva tempo da perdere, era l'unica rimasta e sicuramente erano sulle sue tracce. Forse sarebbe riuscita ad arrivare in tempo al portale, ma non ci sarebbe mai riuscita ad accenderlo. Troppo rischioso. Loro erano troppo veloci. Doveva fare quello che le era stato detto.
Senti un rumore di zoccoli, doveva velocizzarsi. Entra nel bosco sperando di riuscirli a seminare, avrebbe allungato la strada di qualche minuto, ma sarebbe stata più sicura. Inizio ad aumentare il passo. I rami le procuravano piccoli taglietti sul pallido viso ma lei se ne frego. Riuscì ad arrivare alla fine del boschetto e la intravide era una casetta che all'esterno sembrava quasi diroccata con l'edera che copriva gli infissi, ma lei sapeva che era tutto un modo per allontanare gli occhi curiosi come se di lì ci passasse qualcuno. Si dirisse a passo afrettato verso la struttura, quello che cercava era all'interno.
L'erba le arrivava sopra il ginocchio cosa che la rallentava parecchio. Quando, con qualche difficoltà, arrivo al pomo della porta sentì dei nitriti in lottanza.

Doveva fare in fretta se non voleva essere beccata, chi sa cosa sarebbe successo se non sarebbe riuscità nella sua mini missione. Entro in fretta nella casa e si diresse subito al piano superiore, trovandossi davanti uno stretto corridoio costeggiato da sette porte ed entro nell'ultima porta. Sopra c'era un elegante incisione dorata con scritto Bell Harvey. La donna entro nella stanza. Per essere una camera dove ci dormiva una persona era piuttosto ampia, con un piccolo letto addosato a una delle pareti color cenere, un piccolo camino sul muro opposto, vicino a una piccola finestrella e infine il resto era occupato da una libreria. La giovanne si diresse subito su quest'ultima, cerco tra i mille volumi, capovolgendoli per vedere se qualche foglio cadesse per terra, ma c'erano solo appunti. Infine quando pensava di aver perso le speranze lo trovo era un piccolo pezzo di carta tutto spiegazzato una volta aperto senti la porta sbattere e alcuni passi di persone al piano sottostante. Doveva sbrigarsi. Si avvicino al camino e quando si trovo davanti lo accese con uno schiocco di dita. Una volta fatto questo cerco nella tasca la pietra. Una volta che le sue mani rugosse entrarono in contato con il materiale liscio, la tiro subito fuori. Allora si mise a recitare le parole scritte. Quando ebbe finito, butto la pietra e il foglio nelle fiamme. Una volta che essi andarono in contatto si senti il terreno tremare sotto i piedi.

Nel frattempo che lei faceva ciò i suoi inseguitori avevano finito di ispezionare il piano di sotto e si erano appena avviati al piano di sopra quando sentirono oscilare quel piccolo edificio. In quel momento tutti gli uomini presenti lì si guardarono impauriti. Quello che doveva essere il loro capitano, un uomo dai corti capelli rossi, gli scrutò con uno sguardo di rimprovero e inizio a salire le scale facendossi spazio. Si divisero, mentre gli altri stavanno andando verso le altre stanze lui si diresse verso l'ultima stanza accompagnato da alcuni dei suoi soldati. Arrivati lì cerco di aprire la porta ma non ce la fece quindi ordino di buttarla giù. Quando spalanco la porta si trovo davanti uno spettacolo orribile. Tutta la stanza stava prendendo fuoco, allora grido ai suoi uomini di abbandonare la casa se ci tenevano alla pelle.

Quando tutte le fiamme si spensero nel camino non rimaque altro che una pietra.






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