I suoi pensieri non riuscivano ad avere un senso, si sentiva catapultata in un mondo apparentemente differente nonostante ne facesse parte già da anni.
La fila sembrava infinita, ma non si era minimamente accorta che a breve sarebbe stato il suo turno.
Aveva aspettato questo momento per tantissimo tempo, consapevole però che questa lunga attesa avrebbe lasciato in lei un vuoto dentro una volta avverato il sogno.Da lontano lo vedeva sorridere a tutte le persone che gli passavano davanti, un movimento quasi meccanico della sua mano firmava i dischi, ringraziando sempre con lo stesso tono di voce.
Non era più sicura di voler essere lì, temeva che questa confusione potesse infastidirlo e si sentì in colpa. Pensò che forse, dopotutto, era una persona come tante e che fosse stanco di essere circondato da sconosciuti, nonostante la gratitudine che lui continuava a dimostrare.
Finalmente arrivò il suo turno, le sue mani tremavano mentre gli porgeva il cd. Voleva dirgli qualcosa, ma a malapena riuscì a dirgli "ciao", che lui nemmeno sentì.
Alla fine si armò di coraggio, si guardò intorno nella speranza che nessuno potesse sentirla, ma solo lui.
"Non hai l'aria di chi ha voglia di stare qui", disse tutto d'un fiato, pentendosi subito dopo aver pronunciato quelle parole, chiedendosi come le sia potuto venire in mente di prendersi tanta confidenza con una persona che fondamentalmente non conosceva, se non con le sue canzoni.
Lui la guardò con aria sorpresa, inchiodò il suo sguardo in quello di lei e fu sommerso dal verde dei suoi occhi.
"Non è vero" rispose mostrando il suo sorriso.
Lei alzò le spalle, aspettando che la ringraziasse come aveva fatto con tutti, ma non lo fece.
"Come ti chiami?" le chiese, continuando a fissarla. "Perché?"
"Così lo posso scrivere sul cd" rispose."Beatrice".
Lui pronunciò il suo nome a bassa voce, scrivendolo sulla copertina del disco, non si limitò a scriverle un grazie.Bea si ricordò quasi all'ultimo minuto della lettera che aveva preparato, anche se le speranze che lui la leggesse morivano sempre di più.
"Probabilmente non la leggerai mai, ma voglio pensare che tu lo faccia una volta a casa" gli avvicinò il foglietto stropicciato e lui lo prese mettendoselo in tasca.
"Grazie, Beatrice. Alla prossima" le regalò il più bel sorriso che potesse fare e continuò il suo lavoro firmando copie su copie su copie**."Com'è andata?", una volta tornata a casa, Bea si buttò sul divano accanto a sua mamma che guardava la tv mentre cuciva a uncinetto un copri cuscino.
"Molto bene, anche se l'ho visto molto stanco" rispose. "E non sei contenta di averlo incontrato?" domandò mamma Lidia.
"Tantissimo, mi è solo dispiaciuto vederlo così, sono sicura che qualcun altro oltre a me lo ha notato, ma penso di essere stata l'unica a dirglielo" sospirò e andò verso la cucina, prese una tazzina e la avvicinò alla macchina del caffè accendendola."Papà quando torna?" chiese. "Tra poco, è andato a fare la spesa. Stasera mangiamo pollo e patate", continuò a cucire e lasciò che sua figlia le portasse il caffè.
Il cellulare di Bea la trascinò via dai suoi pensieri e la riportò alla realtà. Guardò il display e sbuffò, alzando gli occhi al cielo e rispose.
"Dimmi" "Hai incontrato Ultimo, e sai dire solo 'dimmi'?", la voce della sua migliore amica la fece allontanare dal telefono, lo riavvicinò all'orecchio e parlò: "Cosa vuoi che ti dica? È stato bello, mi tremavano le mani, ho fatto una figuraccia come sempre e l'ho salutato" spiegò velocemente.Chiara, la migliore amica di Beatrice, non si lasciò sfuggire nessun dettaglio dell'incontro.
"Senti, domani andiamo a pranzo in quel ristorantino figo in centro, vieni?" le domandò. "Non saprei, chi c'è?" rimase in silenzio aspettando la risposta di Chiara.
"Mattia, io, Viola, Lapo, Francesca, Simone e Gaia" elencò i nomi di tutti i ragazzi del gruppo con cui Bea usciva da secoli, e attese la conferma.
"Va bene, però alle 16.30 devo tornare a casa" sospirò.Quella sera non uscì, amava la solitudine e ogni tanto ne aveva bisogno, soprattutto dopo aver passato quasi un intero pomeriggio in mezzo al caos. Alzò il volume delle casse quando partì una delle sue canzoni preferite e continuò il suo disegno, uno scarabocchio secondo lei.
Non si rendeva conto di avere talento nei ritratti. Quando disegnava, tutto ciò che la circondava non esisteva più. Le persone, i rumori, gli oggetti. Solo la musica la teneva ancora un po' con i piedi per terra.La mattina seguente si svegliò presto, nonostante la stanchezza e il dolore alle gambe per essere stata tanto tempo in piedi in fila. La svegliò il pensiero di terminare quello scarabocchio, e infatti, dopo aver fatto colazione, continuò a disegnare lasciandosi trasportare dalla matita nera.
Quando colorò l'ultimo dettaglio di quel volto che conosceva a memoria, si alzò per farsi una doccia e prepararsi per andare a pranzo con i suoi amici."Non mangi a casa?" chiese Lidia vedendola scendere. "No, vado a pranzo con Chiara e gli altri, mi sono dimenticata di avvisarti, scusa" le rispose dandole un bacio sulla guancia. "Salutami papà!" prese le chiavi della macchina e uscì correndo per bagnarsi il meno possibile sotto la pioggia.
"Cosa prendi?" chiese Beatrice a Simone che leggeva il menu. "Sinceramente non lo so" rispose "credo di ordinare uno spaghetto agli scogli". Si convinse anche lei, e fece la stessa ordinazione del suo amico.
"Beatrice?" si sentì chiamare. Dall'espressione della sua amica Viola capì che si trattava di una presenza inaspettata. Guardò alle sue spalle e il sorso di vino bianco che aveva appena bevuto quasi le andò di traverso.
"Ciao?" diventò tutta rossa e, come il giorno precedente, iniziò a tremare. Simone le prese il calice e lo posò sul tavolo per evitare che le cadesse dalle mani."Non ti avevo riconosciuta all'inizio" disse sorridendole "e non volevo disturbare, ma poi mi sono ricordato della lettera".
Bea rimase in silenzio, in quel momento non sapeva proprio cosa dire.
Da sotto il tavolo, Viola le tirò un calcio che la fece tornare alla realtà.
"L'hai letta?" domandò. "Leggo tutte le lettere che mi vengono date" mise le mani nelle tasche dei suoi jeans "e solo due mi sono rimaste impresso, una di una certa Giulia e la tua"."Sono contenta" per tutta la conversazione rimase a sedere, sapeva che se si fosse alzata sarebbe caduta facendo un'altra figuraccia.
"Comunque piacere, non ci siamo presentati, anche se sappiamo già i nostri nomi" le allungò la mano, Bea la guardò incredula. La strinse e sorrise.
"Finalmente un sorriso" Niccolò le fece l'occhiolino e continuò a stringere la sua mano. Si guardarono negli occhi per una manciata di secondi, fino a che Beatrice non distolse lo sguardo e staccò la mano dalla sua."Va bene, vi lascio proseguire. Sulla lettera hai lasciato il tuo Instagram, se me lo ricordo ci aggiorniamo li" Niccolò si allontanò tenendo sempre le mani in tasca e tornando al suo tavolo prese il cellulare, la luce del display gli illuminò il volto e Bea riuscì a intravedere un piccolo sorriso.
La sua attenzione fu catturata dalla suoneria di una notifica, la aprì e il suo cuore perse un battito."ultimopeterpan ha iniziato a seguirti"
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**COPY OF A COPY OF A COPYYYYYYY cit Louis Tomlinson.
Spazio autrice così a caso.
Ciao! Questa è la parte uno, perché la storia continua.
Classico incontro da fan fiction, già è tanto se la protagonista non leggeva un libro durante un concerto, accontentiamoci.Il sogno che ho fatto è totalmente diverso, ma il succo è questo. Non potevo scrivere che di punto in bianco, dopo un incontro a sorpresa con Nic, mi sono ritrovata sul divano con lui a guardare un film con Lino Banfi. Ho voluto aggiungere tanti, molti, forse troppi dettagli. Tant'è che sembra quasi una fan fiction a tutti gli effetti, e farò una parte due a breve. È già scritta, ma adesso mi fa un po' fatica copiarla.
Ultimo è il mio cantante italiano preferito in assoluto, e mi sento una mamma orgogliosa del proprio figlio ogni volta che lo ascolto o lo vedo in tv, nonostante i nostri pochi anni di differenza. Mi sento di doverlo proteggere sempre.
Ha la faccia a stronzo, ma non credo lo sia. O forse un po' si, giustamente un po' ci vuole, ma penso anche che abbia un cuore d'oro.
Lo amo infinitamente, ho anche un tatuaggio con una sua frase presa dalla poesia "La stazione dei ricordi".Comunque, non vi interessa niente del mio amore che provo per Sir Niccolò Moriconi, perciò ciao. :)
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One shot ||
FanfictionBasandomi sui sogni che ogni tanto mi capita di fare la notte, riporto qui qualche one shot. I dettagli sono ovviamente tutti aggiunti per dare un filo logico alla trama, e non tutte saranno sullo stesso personaggio. Non so esattamente il motivo per...