Una classica giornata d'inverno

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Suona improvvisamente la sveglia delle 6:30.

Sharon è ora di alzarsi! Ripeto a me stessa, ma con l'intenzione di rimanere a letto sotto le coperte calde.

Mi alzo infreddolita e tremante, prendo una coperta, la apro e la poggio sulle spalle avvolgendomela addosso.
Vado in cucina col passo fiacco e la faccia imbronciata, prendo le prime cose che trovo da mangiare e corro a lavarmi.

Ogni mattina la mia indecisione su come vestirmi è sempre la stessa, così chiamo al telefono Stefany per avere un suo suggerimento, ma non risponde.
Così mi metto le prime cose che trovo, preparo lo zaino e mi dirigo a casa di Stefany per andare insieme a scuola.

A metà strada ricevo una chiamata, era lei:
- "Era ora che mi rispondessi, non credi Ste?"- le dico con tono infastidito.
- "Si scusami Shari, avevo dimenticato il cambio in lavatrice..."-
- "Di che cambio parli, scusa?"- le rispondo confusa.
- "Shari, ma sei sicura di esserti svegliata? Oggi c'è palestra, non voglio tornare a casa tutta sudata"
CAVOLO È VERO!
- "Oddio Stefany stai scherzando?!"-
- "Ti sei dimenticata di mettere la tuta di nuovo? Shari non vorrai avere un'altra ammonizione dalla professoressa!"-
- "Non posso avere un'altra ammonizione, i miei genitori mi uccideranno! Faccio veloce Ste, aspettami"-
- " Siamo in ritar-!"- non le faccio finire la frase che le chiudo il telefono in faccia. Dovevo arrivare in tempo a casa e mettermi la tuta altrimenti i miei genitori non mi avrebbero fatto uscire per le vacanze di natale.

Una volta tornata indietro e messa la tuta inizio a correre più veloce che potevo, con il rischio di cadere per la pesantezza dello zaino.
Era anche il giorno del mercato, per cui le strade erano occupate e le vie per passare strette.

Svolto l'angolo e colpisco qualcuno.
Ero finita sopra una bancarella di vestiti e oltre ad aver fatto cadere tutto, c'era un ragazzo per terra seduto. L' avevo fatto cadere io!
Che vergogna e che imbarazzo...

Prendo velocemente il telefono che mi era caduto a terra, lo accedo e...

ERO IN SUPER RITARDO!

Non avevo tempo di pensare al ragazzo, ho raccolto le mie cose e corro da Stefany che sicuramente era furiosa.

Arrivo finalmente a casa della mia amica. La vedo in lontananza con lo sguardo più infuriato che mai, avevo quasi paura di avvicinarmi.
- "Scusami Ste, davvero me ne ero dimenticata"- mi giustifico col fiato corto.
- "Guarda lasciamo stare, siamo di 10 minuti in ritardo, come sempre!"- mi urlò.
Non dissi altro, ci incamminammo in silenzio fino a scuola e riuscì a pensare soltanto che non fosse giornata e che non c'era verso di farla andare bene.

Arrivate in classe ci becchiamo la solita rampogna dal professore della prima ora, con la differenza che questa volta ci mandò dal preside.
Andammo in presidenza e una volta arrivate ci sedemmo aspettando che il preside arrivasse.
- "Davvero Ste mi dispiace, ho cercato di fare in fretta, te lo giuro!
Sai che non volessi fare ritardo dato che a breve ci sono le vacanze di natale e non me le voglio giocare"- cerco di spiegare a Stefany che non mi rivolge alcuna parola, bensì se ne stava lì con le braccia conserte e la faccia arrabbiata.

Mi alzo il pantalone e osservo il livido che mi ero fatta scontrandomi sulla bancarella.
- " Dio! Ma che ti sei combinata?"-
- " Mi sono scontrata su una bancarella, dato che stavo correndo per non arrivare in ritardo.."- le rispondo con la voce offesa.
- " Ma- ahahahahahah"- scoppia in una grossa risata.
- " Perché ridi? non è divertente ho fatto cadere tutto e persino un ragazzo"- le rispondo con un sorrisino cercando di non ridere.
Questo mio commento la fa ridere ancora di più. Così scoppiamo entrambe in una grossa risata che sembrava non finire mai, ma ci fermiamo subito dopo, quando vediamo il preside dirigersi verso la porta dell'ufficio.

Usciamo dalla presidenza dopo esserci beccate una bella sgridata con la minaccia di chiamare a casa.
Stefany mi guarda con la faccia divertita, però si fa seria per un momento, dicendomi: - "Shari però ora dico sul serio, siamo già abbastanza incasinate con la scuola, cerchiamo di non combinarne altre, ok?"-
-"Si si Ste, non ti preoccupare"- le rispondo con tono non troppo serio e torniamo in classe.

Arrivata la ricreazione Stefany si avvicina al mio banco.
- "Almeno era carino quello che hai fatto cadere per terra?"- mi domanda con tono scherzoso
- "Eh? parli del mercato?"-
- " Si, di cosa altrimenti?"-
- " Non ho fatto in tempo a vederlo perché sono andata subito via..."-
Mi guarda con sguardo deluso e sbuffa, appoggiando la sua testa sulla mia spalla come fa di solito.
- "Ora c'è educazione fisica..."- dico con aria scocciata.
- " Almeno non avrai un'altra ammonizione per la tuta"- mi risponde con una risatina.
- "Ah-ah che simpatica"-

Arrivata la professoressa annuncia alla classe che faremo attività fisica nel piccolo campetto che c'è nel cortile della scuola, poiché la palestra interna era chiusa per i lavori.
Facciamo un po' di esercizi di riscaldamento, giochiamo a basket e facciamo una piccola partita di pallavolo, al quale sono parecchio scarsa a differenza di Stefany che è molto competitiva a riguardo.

Finalmente suona la campanella, era finita l'ultima lezione di quella giornata tremenda. Vado a prendere il mio zaino vicino al recinto che circonda il mini campetto nel quale avevamo fatto palestra.

Arriva Stefany, che come sempre aveva un'aria infastidita.
- " Ma dai come si fa a giocare così, abbiamo perso di nuovo!"- commenta la partita giocata qualche minuto prima.
- "Ma come si fa a stare calmi in certe situazioni?!"- continua Stefany riferendosi alla partita.

Mentre parlava la mia concentrazione si spostò su un ragazzo. Un ragazzo dall'aria familiare...
Non riuscivo proprio a capire dove l'avessi visto benché continuassi a pensarci. In sottofondo ai miei pensieri c'era Stefany che continuava a lamentarsi e che si era resa conto che non la stavo ascoltando.
- "Shari mi stai ascoltando? ti ci metti pure tu adesso!-
- " Ehi per caso conosci quel ragazzo"?- le domando con aria incuriosita, socchiudendo gli occhi nella direzione del ragazzo per fargli capire chi intendessi.
- " Ah si quello...si chiama Mattheus"- mi risponde con indifferenza.
- " Lo conosci per caso?"-
-" Ok, perché queste domande su quel ragazzo, se posso chiedere...?"- dopo aver finito quella frase Stefany mi guarda con uno sguardo dubbioso.
Sapevo a cosa stava pensando.
- "No Stefany, se stai pensando che mi piaccia ti stai sbagliando"- Le dico con sicurezza ma con le guance arrossate.
- " Se lo dici tu..."-
Ovviamente non si sbagliava, quel ragazzo sembrava davvero attraente, eppure non l'avevo mai visto in giro...
- " Bene, io vado Shari, ci vediamo doma"- la interrompo con la mia ennesima domanda:
- " Come si chiama su instagram... solo per curiosità"- le acenno un sorriso colpevole.
- "Shari, non ti piacerà sul serio! Comunque non so come si chiami"-
- " Ah ok, no perché non l'avevo mai visto in giro. Di solito ci si conosce da queste parti, tutto qui."-
- "Mh...ok, beh allora ci vediamo domani"-

Non sono stata molto convincente, vero?
Vabbe dai, ci ho provato almeno.
Però davvero, quel ragazzo mi ha fatto uno strano effetto.
Aveva dei capelli lunghi, ma non troppo di colore castano chiaro, una felpa viola e dei jeans semplici.
Purtroppo non sono riuscita a vedere il suo volto, ma devo dire che sembra piuttosto misterioso... .

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