Londra.

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Quando realizzai ciò che mi aveva detto Maria mi venne un tuffo al cuore. Eravamo arrivati. 'Ero' arrivata. Lasciai da parte i miei pensieri su quanto mi aveva detto Fabio. Era un argomento che di certo non volevo mi si ripresentasse. Ora la mia mente era proiettata su Londra. Sognavo di visitarla da quando era una bambina, è sempre stato il mio sogno. Ed ora eccomi qui a realizzarlo. Girai la maniglia della porta, ma mi accorsi che non rispondeva al mio comando. Non voleva aprirsi. Mi girai in torno in cerca della chiave, ormai in preda al panico. Non riuscivo a trovarla. Sentivo il mio cuore martellarmi in petto, avevo paura. Quando sentii di nuovo Maria bussare alla porta inizia ad urlare. Dove era finita la chiave? Possibile che l'avevo persa? La mia amica andò subito ad informare la prof. Intanto cercavo nei cassettini del mobiletto, per terra, nelle vicinanze dei gabinetti, ma della chiave non c'era traccia. "Ma perchè sempre a me?!" Pensai amaramente.

"Hei! Claudia! Come va? Non preoccuparti ti tiriamo fuori!"

Era Fabio. Aveva un tono di voce di chi era veramente allarmato. Sbatteva i pugni sulla porta nella speranza di forzarla, ma invano.

"Fabi va tutto bene ... non preoccuparti vedrai che l'hostess avrà un'altra chiave"

Dopo pochi minuti di prigionia, se così possiamo definirla, finalmente arriva l'hostess con la chiave di riserva. L'impatto fu davvero impressionante. Solo quando ero fuori dal bagno, mi resi conto che stava mancando l'aria lì dentro. Mi sentii sollevata a quel pensiero. Ora ero di nuovo con i miei compagni, pronta a scendere da quell'aereo una volta per tutte.

Presi i bagagli e incominciai a guardarmi in torno. Mi sembrava tutto così diverso, persino l' aeroporto mi sembrava un luogo quasi sconosciuto. Ora era tempo di dire "good-bye" all'italiano, salvo qualche commento sui bei ragazzi inglesi con Maria. Lei mi stava vicina e commentavamo ogni singola cosa che attirava la nostra attenzione.

La prof ci guidò fino all'albergo. Durante il cammino ebbi l'opportunità di osservare Londra. Era una città bellissima, proprio come me la immaginavo.Strade con marciapiedi alberate, intervallate ogni tanto da qualche maxi-schermo. C'era un'infinità di negozi e dirò, nemmeno molto cari nonostante la qualità della merce. La gente ci guardava con aria curiosa, evidentemente si notava che vedevamo Londra per la prima volta. Teresa no, lei c'era già stata qualche anno prima, in vacanza. Era contenta perchè le avevamo chiesto di farci da guida. Non era il tipo che amava stare al centro dell'attenzione, ma accettò volentieri l'incarico.

Arrivati all'albergo, la prof ci distribuì le chiavi che il direttore dell'albergo le aveva consegnato. La mia compagna di stanza non poteva essere che Maria. In tutto avevamo occupato due corridoi dell'albergo, il quale era molto grande. Ci si poteva perdere lì dentro! Prendemmo l'ascensore e ci catapultammo davanti la porta della nostra stanza, la numero 116. La mia mano tremava appena, ma infilai sicura la chiave nella serratura. La porta cigolò appena, ma non me ne importò. Non potevo credere a ciò che stavo vedendo.

Heei vi piace questa ff? Scrivete cosa ne pensate! :) La troverete anche su efp. Il mio nome autore è ClaudiaM . Aspetto le vostre recensioni. Baci.

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