CAPITOLO 8: "Un bacio, per caso"

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Bukseong, Incheon - 22 maggio 2022

Felix e Hyunjin non ebbero altri incontri ravvicinati nei giorni seguenti: Hyunjin pareva lo evitasse di proposito ma Felix era così occupato con lo studio che neanche ci faceva caso.

In verità il ragazzo moro si sentiva in colpa verso sé stesso per aver provato delle pulsioni nei confronti di quell'esile australiano: evitandolo credeva (o almeno sperava!) di bloccare sul nascere le sue emozioni nascoste.

Intanto passavano i giorni e Felix poteva ritenersi soddisfatto dei suoi progressi: cominciava ad imparare la lingua, si era fatto nuovi amici, aveva bei voti a scuola, i professori lo stimavano e a quanto pare era riuscito persino a rendere più docile quel folle del suo amico: da settimane non scoppiavano risse, nessun nuovo studente veniva bullizzato e le gang si tenevano a debita distanza l'una dall'altra.

Ma era una calma apparente destinata a durare ancora per poco.

Le urla di incitamento che provenivano dal cortile attirarono l'attenzione di Felix.

"Dio ti prego fa che non sia quello che penso..." si disse rassegnato.

E invece era ESATTAMENTE quello che temeva: in mezzo ad un cerchio di studenti c'era Hyunjin col solito sguardo da assassino che prendeva a pugni uno studente del terzo anno, più grosso e più robusto di lui.

L'altro era già abbastanza malridotto e non si reggeva più in piedi.

La camicia di Hyunjin era strappata sul petto (era forse un tatuaggio quello che vedeva là sotto?) e una chiazza di sudore si stava formando su di essa, facendo attaccare il tessuto alla pelle.

La ferocia con la quale colpiva il suo avversario metteva i brividi: era apparentemente instancabile e le grida dei compagni non facevano altro che eccitarlo ancora di più.

Un professore arrivò da lontano accompagnato da un bidello e dall'infermiera dell'istituto.

Subito gli studenti scapparono in tutte le direzioni come uno stormo di uccelli infastiditi, lasciando i due ragazzi da soli in mezzo al cortile, uno riverso a terra dolorante, l'altro fieramente in piedi sopra di esso.

Felix era ancora lì, immobile e incredulo.

Fuori dall'ufficio del preside Felix aspettava che il suo amico uscisse e gli desse delle spiegazioni: gliele doveva!

Di nuovo venne chiamato il padre di Hyunjin che però non poteva raggiungere la scuola per motivi di lavoro. Felix ne fu sollevato.

"ADESSO DIMMI PERCHÉ! PORCA PUTTANA! CHE MERDA HAI DENTRO QUELLA TESTA?"

Felix era incazzato e si sentiva deluso e tradito: credeva (sperava, almeno) che un po' il suo amico fosse cambiato, che avesse mitigato il suo caratteraccio, che fosse diventato un po' più maturo e meno selvaggio.

E invece NIENTE!

"Ma chi cazzo ti credi di essere, mia madre?" gli urlò arrabbiato Hyunjin.

"No, certo che non sono tua madre!!! ALTRIMENTI TI AVREI GIÀ ABBANDONATO DA DIVERSI MESI!!!"

L'altro adesso ascoltava a testa bassa. Sembrava pentito, ma lo era davvero?

"Me ne vado! - disse Hyunjin guardando il nulla - Esco a fare un giro in moto!"

"Ma abbiamo ancora due ore di inglese! Non possiamo..."

"Infatti, TU non puoi!"

Mortificato Felix tacque.

"Vengo con te: l'inglese lo conosco fin troppo bene!" annunciò all'improvviso. Hyunjin ne fu contento, anche se non lo avrebbe mai ammesso.

La moto sfrecciava veloce sulla strada che dal centro città portava a Bukseong, a ovest verso il mare.

Colline a perdita d'occhio e piccoli agglomerati urbani si susseguivano lungo il tragitto e Felix godeva della meravigliosa vista.

Dopo una curva ampia e infinita arrivarono al mare: lo spettacolo che si parava davanti ai loro occhi rigenerò immediatamente il loro spirito. La brezza tiepida del mattino e l'odore di salsedine inebriavano i loro sensi e tutti i mali del mondo sembravano scomparire davanti a quel miracolo della natura. Entrambi amavano il mare.

Scesero in spiaggia e si sedettero su uno scoglio che affiorava poco distante; il vento scompigliava i lunghi capelli di Hyunjin e Felix non riusciva a staccargli gli occhi di dosso, nonostante fosse molto arrabbiato con lui: l'altro guardava il mare sorridendo e quel sorriso leggero era una delle cose che Felix aveva imparato ad amare in lui benché lo vedesse sorridere di rado.

"Più tardi riprendeteli anche..." disse all'improvviso Hyunjin, senza voltarsi.

"Eh? Cosa?" Felix era confuso.

"Gli occhi che mi stai tenendo addosso da diversi minuti. Puoi riprenderteli, dopo!"

Felix arrossì. Beccato!

"Scusami..." gli disse abbassando lo sguardo, sapendo bene dentro di sé che non poteva fare altrimenti.

Hyunjin gli sorrise.

Cominciava ad ammettere a sé stesso che gli piaceva da matti quando il suo amico lo ammirava in quel modo.

Anche adesso che sentiva addosso il fuoco di quegli occhi profondi e ogni volta che succedeva gli si disconnettevano inspiegabilmente i neuroni: se avesse potuto avrebbe preso quello stronzetto e l'avrebbe sbattuto sulla sabbia all'istante.

Ma non per prenderlo a pugni, come voleva fare i primi giorni.

Il desiderio stavolta era diverso, era più fisico, era bisogno di soddisfare i propri istinti più primitivi. Nella sua mente l'aveva già fatto più e più volte.

D'un tratto Felix, senza secondi fini, gli mise i capelli dietro l'orecchio.

Quel gesto inaspettato lo colse alla sprovvista: erano così vicini, di nuovo!

Sul viso già abbronzato di Felix spiccavano quelle lentiggini impertinenti, le sue labbra a cuore, turgide e arrossate dal vento, erano schiuse e immobili ed erano eccitanti da morire.

Il respiro di Hyunjin si fece profondo mentre, tenendo i suoi occhi negli occhi del biondino, non riusciva a muovere un muscolo.

In realtà qualcosa si muoveva, là più in basso, ma lui cercava di distogliere l'attenzione e non pensare alle conseguenze disastrose dei suoi pensieri impuri.

Felix non poté fare a meno di notare l'erezione che era visibile sotto i pantaloni dell'amico e sorrise malizioso.

Stavolta toccò all'altro arrossire violentemente.

"È meglio andare via!" annunciò Hyunjin, alzandosi di scatto e porgendo la mano a Felix.

Lui la prese e si alzò a sua volta, avvicinandosi, stavolta intenzionalmente, al corpo dell'amico.

Erano faccia a faccia e persi l'uno nell'altro.

Con una delicatezza che faceva più male di uno schiaffo, Felix mise la sua piccola mano sulla guancia di Hyunjin e lentamente lo avvicinò a sé, poggiando lievemente le sue labbra su quelle dell'altro.

E il mondo scomparve in quel preciso istante.

Era stato un bacio fugace e veloce.

Neanche poteva essere considerato un vero e proprio bacio, forse.

Ma aveva un significato molto profondo per entrambi, soprattutto per Hyunjin: era stato il suo primo bacio.

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