CAPITOLO 13: "Il perché delle cose"

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Songpa -18 giugno 2022

Tutti erano stravolti nel constatare l'entità del danno che l'enorme esplosione aveva causato alla scuola la notte prima: parte dell'edificio era crollato, tutta l'ala est era fortemente danneggiata e della piccola sala d'arte non rimaneva che un cumulo di detriti fumanti.

Hyunjin aveva saputo dell'esplosione solo il giorno dopo, dal tg locale. Si era precipitato sul luogo restando scioccato nel vedere quello spettacolo tristissimo.

Era lì in piedi vicino alle transenne, immobile, assente.

La scuola era in pessime condizioni ma la cosa che più lo traumatizzava era sapere che i suoi dipinti erano andati in fumo e con essi anche i dipinti di sua madre, quelli che il nonno aveva donato alla scuola. Tutto era andato perduto, ormai.

Non c'era rimasta la benché minima traccia del suo passato, le uniche cose che lo legavano a sua madre erano sparite in un istante.

"Ragazzo - la voce del preside gli giunse da lontano, quasi da un altra realtà - mi senti? Signor Hwang... HYUNJIN!"

Lui sobbalzò come se si fosse appena risvegliato da un incubo.

"Preside GaHon come... come è successo? Cosa dicono gli agenti?"

"Ragazzo mio, ancora non sono riusciti a ricostruire i fatti, purtroppo. Non c'erano testimoni visto che l'esplosione è avvenuta di notte, intorno alle 23.00. Hanno fatto saltare in aria un ordigno, sembra.
L'incendio è partito dalla sala d'arte e si è propagato in tutta l'ala est. Non è rimasto più niente - disse il preside, abbassando il capo sconsolato - neanche i tuoi dipinti... per fortuna la professoressa Chae-Won è rimasta solo lievemente ferita!"

"La la prof? Dov'è adesso? Devo parlare con lei immediatamente!"

"Senz'altro. In realtà anche lei ha chiesto di parlare con te!"

La professoressa Chae-Won si trovava ricoverata presso l'Asan Medical center, un ospedale universitario nel quartiere di Songpa.

Era in buone condizioni ma non si sarebbe rimessa molto presto: in fondo era anziana e aveva bisogno di tempo per recuperare.

"Hyunjin, caro ragazzo!"

La professoressa era felice di vederlo anche se aveva il cuore spezzato per via dell'incidente.

"Professoressa, non sa quanto mi dispiace per l'accaduto! Ma gradirei arrivare subito al sodo... mi tolga una curiosità: che ci faceva nell'istituto a quell'ora della notte?"

"Hyunjin, chiudi la porta, per cortesia. Ho delle cose da dirti."

Il volto della professoressa era serio e tirato.

"Stanno accadendo cose più grandi di noi. Cose a cui eravamo già preparati, io e tuo nonno"

Hyunjin credeva di non aver sentito bene.

"Sì mio caro, parlo proprio di tuo nonno. Devi sapere che ci conosciamo da moltissimo tempo, abbiamo frequentato la stessa università e abbiamo lavorato entrambi come architetti per l'azienda originaria della sua famiglia, una grande ditta di costruzioni ormai andata in fallimento.

Avevamo dei grandi progetti insieme. Uno di questi era quello di fondare una città a misura di tutti, senza barriere né limitazioni per nessuno: eravamo una squadra molto caparbia, giovane, con tanti buoni ideali, cinque colleghi, ognuno con un compito ben preciso, tra progettazione, ricerca di materiali, richieste di permessi e burocrazia.

Tuo nonno divenne il finanziatore del progetto e vennero gettate presto le fondamenta del quartiere, una volta ottenuti tutti i permessi necessari.

Ma qualcosa andò storto: come ben sai purtroppo Seoul è corrotta e quasi tutti gli appalti presi da noi vennero ceduti misteriosamente alla famiglia Lee che non si fece scrupoli ad usare materiali scadenti per le costruzioni e ad intascare i soldi dei finanziamenti statali facendo risultare il nome di tuo nonno tra i firmatari del progetto abusivo.

Durante quei lavori persero la vita molte persone, tra semplici operai e architetti che sapevano troppo e si opponevano alle opere illegali. Durante quei lavori avvenne anche l'incidente di tua madre..."
la professoressa guardò con amore Hyunjin negli occhi: sentiva chiaramente il dolore e la rabbia crescere dentro di lui.

"Tuo nonno fu indagato dalla questura e condannato a risarcire delle penali ma il progetto rimase nelle mani dei Lee che, pagando gli addetti statali, completarono l'opera, si presero il merito dell'impresa e divennero di fatto i padroni del distretto. Quel distretto che oggi è chiamato Yongsan-gu ed è conosciuto per lo spaccio di droga e i giri di prostituzione.

Nel corso degli anni però io e tuo nonno abbiamo raccolto molte prove e catalogato fotografie, file, dichiarazioni di testimoni e filmati per debellare quel cancro che sono i Lee.

Abbiamo racchiuso tutto in una valigetta e ne abbiamo criptato i contenuti perché se dovesse  cadere nelle mani sbagliate tutto il lavoro fatto andrebbe perso.

Quella valigetta era conservata nell'aula di arte, a scuola.

Da un mio collaboratore avevo saputo che proprio la sera della festa avrebbero fatto esplodere tutto, quindi mi sono precipitata a salvare il salvabile, ottenendo questo..." gli mostrò le mani fasciate fino ai polsi.

"La valigetta è stata affidata ad una persona che conosci bene perché ti è stata affiancata appositamente da tuo padre: il tuo aiutante Seo Changbin. Fortunatamente era nelle vicinanze quando ho recuperato i documenti e prima che venissi portata qui gliel'ho lasciata.

Vai e recuperala il prima possibile perché so per certo che i Lee sanno della sua esistenza. Fai in modo che la dia a te e a te soltanto, non a tuo padre, non alla sicurezza: gli ho dato delle precise indicazioni.

Mi raccomando Hyunjin, fai attenzione e muoviti con discrezione, scegli bene le persone con cui stare e non fidarti di nessuno.

Ti voglio bene, ragazzo!"

La professoressa piangendo lo abbracciò come poté.

Mentre Hyunjin usciva dalla stanza, la professoressa lo richiamò dentro.

"Caro, dimenticavo di dirti una cosa: cè un magazzino in disuso sul lato ovest della scuola, prendi queste chiavi, vai lì e fai molta attenzione!"

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