Francesco..

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«Dai che sarà mai?» continui a ripetermi
«Te l'ho detto, io qui oggi non ci volevo venire»
«Ma si, rilassati, devi distrarti un po', da quando ti sei lasciato con Valentina sembri depresso» sospiro mentre tu mi spingi in pista, andiamo vicino a un gruppo di ragazze, iniziano a stusciarsi contro di te
«Io vado al banco a prendere qualche drink» probabilmente non mi hai neanche sentito, non mi hai visto allontanare.

Perché mi hai portato qua? Perché qua e non in un qualsiasi altro posto con te? Mi bastava un film in casa, sul divano con te.
«Cosa posso darti?» il barista, sempre col sorriso disegnato sulla faccia, sempre disponibile per farmi ubriacare, mentre pulisce un bicchiere con uno strofinaccio.
«La cosa più forte che hai qui dentro» non fa altre domande e mi prepara il drink. Mi giro a vedere la pista, sta limonando.. Sta baciando una ragazza che neanche conosce, e probabilmente finirà in peggio. Mi giro di nuovo, Bevo il bicchiere tutto d'un fiato
«Hei bello, quello non è uno shot» a proposito di shottini, ne prendo alcuni che ci sono sul bancone, uno dopo l'altro e poi esco. Vado nel parcheggio fuori la discoteca, un po' per la musica a palla, un po' perché tra un po' cado a terra, ma soprattutto per stare il più lontano possibile da lui.

Mi siedo a terra, mi appoggio ad un muretto, L'unica cosa che voglio fare è dimenticare tutto. Prendo il pacchetto di sigarette dalla tasca e me ne infilo una in bocca, successivamente vado alla ricerca dell'accendino nella tasca opposta; La accendo e inizio a fumare. Chiudo gli occhi e socchiudo le labbra lasciando uscire lento il fumo dalle mie labbra. Per un istante mi isolo dal mondo, non penso a niente, non penso a te. Non sento neanche la musica, non sento la pioggia che inizia a scorrermi addosso, non sento l'ambulanza che arriva in lontananza, ma sento la tua voce appena chiama il mio nome
«Francesco!» odio quando viene pronunciato per intero, quando tu lo pronunci per intero invece dei soliti nomignoli che mi dai, Lamo, Fran, o i nomignoli che ti inventi a caso, marmellata. Ma sta volta è diverso, la sua voce è forte, sta urlando, ma cela un velo di paura, di rimpianto. Provo ad aprire gli occhi per vederti, non ci riesco, le palpebre sono come massi giganti che coprono gli occhi, e io non riesco a spostarli.

Ma forse è meglio così, tu ti dimenticherai di me e vivrai la tua vita senza doverti occupare di me come se fossi tuo figlio, ma io non voglio che tu ti dimentichi di me, non voglio smettere di fare parte della tua vita, non voglio che tu faccia come se nulla fosse successo, come se non fossi mai esistito. E anche se non voglio che tu soffra, non voglio neanche che tu ti dimentichi di me. Sarò egoista ma, voglio che tu stia male per me, che tu stia male anche un centesimo, un centesimo rispetto a quanto ho sofferto io nel vederti felice con qualcun'altra. Mi basta un centesimo di quello che ho provato io, sarebbe abbastanza. Ma ti prego, non fare come se non fossi mai esistito.

L'ambulanza va veloce in strada, i dottori provano a farmi tornare i sensi, ma non voglio lottare, sono stanco.
In ospedale i dottori fanno il possibile, ma io ho già scritto la fine del mio libro.
I dottori comunicano che sono in coma, ma non ci resterò a lungo, non voglio illuderti; Non voglio farti credere che potrei risvegliarmi, preferisco tu conosca i fatti così come sono, per me è finita già da un pezzo.

Diverse oneshotWhere stories live. Discover now