L'aria puzzava di sudore, tabacco e muffa, mentre le urla dei tifosi -eccitati e euforici- intonavano un motivetto che ormai conosceva fin troppo bene.
''I'm forever blowing bubbles, pretty bubbles in the air''
E lui in quel momento si sentiva proprio come una bolla di sapone.
Era pronto a scoppiare da un momento all'altro e ad innalzarsi in cielo, leggiadro e fragile, timoroso di esplodere nel peggiore dei modi una volta aver toccato i cancelli del paradiso.
''They fly so high, they reach the sky,''
Quella colonna sonora, cantata puntualmente ad ogni partita del West Ham United, era diventata un importante pilastro nella sua vita.
Sin da subito gli era entrata nelle orecchie, stregandolo e rendendolo schiavo, nel petto e nel cuore, là dove a nessuno era mai stato permesso l'ingresso.
''And like my dreams they fade and die! Fortunes always hiding''
Le gambe sembravano dotate di vita propria mentre attraversava le vie buie e scontente della capitale, il respiro era affannoso, quasi sibilante, e l'enorme peso che sentiva sul petto, quasi avesse mangiato dei mattoni al posto del pane, non l'aiutava affatto.
E perfino in quel momento, mentre la sua testa era piena di pensieri confusi e catastrofici, quel melodia -anche se distante un paio di metri- gli stonava le orecchie e gli incitava a correre sempre più veloce, nonostante il dolore ai muscoli delle gambe e il naso sanguinante e contuso.
''Dove cazzo sono finiti quei coglioni?'' si domandò controllando via per via, speranzoso di scorgere i visi -sicuramente tumefatti- dei suoi migliori amici. «Vaffanculo a loro e al loro fottuto orgoglio» imprecò a bassa voce.
Orgoglio. Quella parola usciva dalla sua bocca amara, quasi velenosa.
Proprio lui, di orgoglio, non poteva parlare visto il suo carattere ed i suoi modi -incomprensibili e impulsivi- di fare.
Immischiarsi in un'altra rissa avrebbe solo peggiorato la situazione in cui si trovava -la situazione di merda in cui si trovava- sopratutto dopo l'ultimo avvertimento del giudice Mcford.
''Un'altra denuncia, Styles, e le porte del carcere saranno felici di accoglierti.''
Ben dieci denunce in due soli mesi erano una condanna, una macchia nera in mezzo ad un mare bianco, e lasciarsi schiaffare in prigione non era affatto una mossa intelligente.
Il maglione era zuppo d'acqua, i capelli gli ricadevano disordinati e bagnati sul viso pallido e stanco, mentre calpestava enormi pozzanghere fango.
Erano ben trentacinque minuti che correva senza sosta e adesso il suo corpo si stava ribellando. Sforzare le gambe in quel modo, dopo l'incidente avvenuto qualche settimana prima, non era stata una mossa astuta.
Lo sapeva bene, benissimo.
Accelerò sempre di più il passo sino a quando un rumore dietro di lui non gli fece fermare la corsa. Trattenne il respiro, tentato a lasciarsi fuggire un imprecazione, e si appiattì contro il muro di un casolare.
«Esci, Styles. Lo so che sei qui.» sentì borbottare una voce dietro l'angolo. Una voce a lui fin troppo famigliare.
Imprecò a bassa voce, frenando l'impulso e la voglia di uscire allo scoperto e di saltargli addosso.
«Da quand'è che ti nascondi, eh, Styles? Pensavo che Madfist ti avesse cresciuto con dei principi»
''Fottuto bastardo'' chiuse le mani a pugno, facendo sbiancare le nocche, e respirò pesantemente.
«Povero Madfist» recitò treatralmente. «Spero tanto non si stia rivoltando nella tomba.»
Poteva insultarlo, poteva insultare chiunque, ma giocare la carta del padre era un colpo basso perfino per un bastardo come lui.
«Beh comunque non mi stupisco che sia morto» ridacchiò, facendolo irritare ancora di più. «Anche io, se avessi un figlio come te, non vedrei l'ora di tirare le cuoia.»
''Ti sta provocando. Ignoralo'' gli ripeteva una vocina, mentre un'altra gli sussurrava ''le porte del carcere saranno felici di accoglierti.''
«Comunque non che mi dispiaccia, s'intende» alzò le mani a mò di resa. «Tua madre è così una brava donna, sai? Ogni domani mi invita a casa sua e passiamo il pranzo a rimembrare i vecchi tempi. Non sembriamo una coppia bellissima?»
Strinse forte la mascella e batté un pugno contro il muro. Non poteva nominare sua mamma, non dopo tutto quello che era successo e non in quel fottuto contesto.
«Sai alcune volte mi domanda di te» Il sangue gli si raggelò. «'Come stanno i miei due bambini, Gim? E Harry, Harry come sta?» la scimmiottò imitando la voce femminile di Anne.
''Fottuto bastardo'' ripeté ancora.
«E io che le dovrei rispondere, Styles?» gli chiese avvicinandosi di un passo e facendo schioccare il tacco dei suoi stivali, con la suola in legno, sul marciapiede.
«Che suo figlio è un disonore per tutta la sua famiglia? Che non fa altro che tracannare birre e farsela con delle puttanelle anzichè pensare e rispettare le regole della sua FIRM?» domandò. «O che ha semplicemente paura come un fottuto coniglio?»
Paura. Paura di cosa po? Di morire solo come un cane? Di fare la stessa fine, se non peggiore, del padre? Di annegare tra i suoi pensieri? Di essere inghiottito dai suoi demoni interiori?
No. Lui non aveva paura, non poteva averla. Era lui che ogni notte, quando la sua nipotina si svegliava piangendo, entrava nella sua stanza per controllare dentro gli armadi. Era lui che le diceva di non avere paura di niente.
Era il suo eroe, e gli eroi non possono aver paura.
Uscì dal suo nascondiglio, con un sorriso maligno dipinto sulle labbra, e si avvicinò di soppiatto all'enorme figura che gli stava davanti, quasi barcollando a destra ed a sinistra.
«Dille semplicemente che dovrà preparare un altro funerale.»
«Il tuo, Styles?»
«No, il tuo.»
BUONGIORNO, CARISSIME LETTRICI.
Questa storia è in gran parte ispirata al film 'GREEN STREET HOOLIGANS', uno dei miei film preferiti in assoluto.
Allora che dire, ho pubblicato questa storia per tre semplici motivi (probabilmente saranno di più, ma lasciamo perdere la matematica).
1) Tenevo questa FanFiction da un anno in una delle mie cartelle del computer, ma per un motivo o per un altro, un po' per l'insicurezza un po' perché è un argomento complesso, l'ho sempre accantonata.
2) Mona ci ha rotto il cazzo (ti voglio bene e lo sai ahaah) e quindi un ho deciso di pubblicarla. (È la stessa storia che hai letto tu, solo un po' cambiata, ma d'altronde questo è solo il prologo)
3) Ci tenevo tantissimo, un po' perché l'argomento mi ha sempre incuriosito un po' perché -anche se nessuno lo sa- amo perdutamente il calcio.
(E non per i gnocchi in calzamaglia che corrono come se non ci fosse un domani, ma perché tutto quello che c'è dietro al calcio qualche anno fa faceva parte anche della mia di vita.)
4) Ho scelto gli Hooligans perché qui su wattpad non c'è nessuna storia che ne parla, e siccome volevo scrivere qualcosa di nuovo ho provato con questo esperimento.
Detto questo;
SPERO TANTISSIMO CHE VI ABBIA INCURIOSITO E CHE CONTINUERETE A LEGGERE QUESTO MIO ESPERIMENTO, SPERO TANTISSIMO, TANTO TANTO DI NON DELUDERVI.
FATEMI SAPERE CHE COSA NE PENSATE, SONO TUTT'ORECCHI SOLO PER VOI.
-NENE
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Hooligans || Harry Styles
FanfictionHarry Styles era tante cose. Era strano, irresponsabile, immaturo, impulsivo, matto, orgoglioso e tanti altri aggettivi, ma nessuno sapeva che dietro quella maschera di menefreghismo si nascondeva un ragazzo fragile, impaurito, distrutto dalla quoti...