capitolo 1

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Ciao io sono Piadina,il mio vero nome è Michele,ho 19 anni e vengo dalla sardegna.Faccio parte di un gruppo chiamato Wgf.
Ho i capelli neri,occhi marroni,una carnagione più o meno scura ed ho una ferita sul naso da quando avevo 10 anni per colpa di mio padre.
Ora vi spiego:
Avevo 10 anni e abitavo con mio padre e mia madre.
Da quando ho compiuto 10 anni mio padre mi trattava da schifo. Per fortuna c'era mia madre ma questo non durò per molto...
Ero nella mia camera ad ascoltare la musica a basso volume,non volevo disturbare.
Ad un certo punto iniziai a sentire due voci che gridavano. Esco dalla mia camera e vedo mio padre,credo ubriaco, che picchiava mia madre.
Senza pensare alle conseguenze corro da mia madre e mentre mio padre prende la bottiglia in vetro della birra mi metto avanti mia madre e la bottiglia invece di colpire mia madre colpisce me sul naso.
Dopo questo andai in ospedale con mia madre.
Ero preoccupato...ma non per me...per mia madre...
Era in gravi condizioni...aveva tagli profondi,segni di cinture e diversi lividi.
Passarono 3 giorni ed io ero h24 in ospedale. Entrò un'infermiera nella mia stanza d'ospedale con l'aria molto cupa...cos'è successo..?
"Sei tu Michele Rossi?" Chiese l'infermiera
Risposi di si.
"Condoglianze...sua madre...n-non ce l'ha fatta..."
"Perché..?" Chiesi con le lacrime agli occhi...
"Abbiamo controllato e abbiamo visto che aveva un problema celebrale...
Abbiamo fatto di tutto per curarla ma non ci siamo riusciti..." mi raccontò l'infermiera. Ero a pezzi.
Da quel giorno iniziai a cavarmela da solo...mia madre mi ha insegnato a cucinare e la aiutavo spesso a fare le pulizie quindi potevo benissimo cavarmela da solo...mio padre non era mai in casa...raramente tornava...e quando tornava mi chiudevo in camera mia e ascoltavo la musica cercando di dimenticare tutto e tutti...anche se con le lacrime agli occhi...

Ripensando a quello che mi è successo mi viene da piangere. Vado nello sgabuzzino e prendo la mia chitarra,vado in camera e inizio a suonare...la musica è sempre stato il mio posto sicuro...e lo sarà sempre.
Abito da solo...nessuno poteva consolarmi...o quasi nessuno...
La prima persona che mi venne in mente è proprio il mio migliore amico...Francesco(paga).
Prendo il telefono ed entro nella nostra chat e lo chiamo.
Manco il tempo del primo squillo che risponde. Siamo in videochiamata quindi può vedere la mia faccia rigata dalle lacrime oltre a sentire la mia voce spezzata.
F: Ehy Mi che succede?
M:N-nulla...tranquillo...
F:Michele dimmi che hai.Muoviti.
M:Non ho nulla...tranquillo...
F:Michele...ti prego...dimmelo...
M:Vieni a casa e ti spiego...
F:Si arrivo...dammi il tempo per prepararmi.
M:ok...grazie

Passarono 15 minuti dalla chiamata e sento il campanello di casa suonare.
Corro e apro la porta ritrovandomi il biondino di fronte a me. Neanche il tempo di respirare che mi abbracciò.

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