Capitolo 4 ☆-- Cala il Sipario

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Damian si svegliò nel bel mezzo della sala di lusso completamente distrutta, anzi, gli avevano pure rubato il tavolo.
Due persone, sulla cinquantina entrambe, classici broker e dall'aspetto molto snob, stavano mangiando del pesce che continuava a muoversi anche dopo che diversi pezzi erano stati tagliati, ma le due figure non sembravano stupite, anzi, compiaciute.
Damian, aprendo lentamente gli occhi e riattivando i suoi sensi, stava iniziando a capire cosa cazzo stesse succedendo.
"Dobbiamo guadagnare molto! Mia moglie ha chiesto il divorzio!" diceva uno, e l'altro rispondeva "Dobbiamo guadagnare mogli! Il mio conto bancario è in grave calo!".
Damian sbottò subito e iniziò a fissare i due, e subito, rialzatosi dal pavimento, urlò contro ad entrambi: "Era il mio cazzo di tavolo pezzettini di merda!" e lentamente aprì il suo cappotto, aprendo le braccia e rivelando un fucile da precisione mirato al volto di entrambi, strano eh?
Uno dei due si conficcò la forchetta in gola, ma era difficile distinguerli ora che Damian li guardava bene, erano completamente identici.
"Vedi -- iniziò a dire quello che non si era sgozzato -- in questa città non esistono le opinioni! I pensieri! Tutto! Chi ne ha bisogno?" e mentre lo diceva iniziava a vomitare tutto ciò che avesse mangiato fin'ora.
Damian, preoccupato dalla scena e disgustato allo stesso tempo, corse verso l'uscita, ed entrò dentro il primo condominio che trovava, non era un tipo da scelte complicate, cosa c'era, prendeva. Allora forse era vero che le opinioni non servivano più.

☆-

Stanis ancora pensava e rimuginava sul suo passato e sulle sue scelte di vita, e intanto Katherine ancora non capiva dove fosse nascosta la droga.
"Senti...Kat, mi dici come cazzo la mia droga possa aiutare il cazzo di mondo da un cazzo di virus del cazzo?" iniziò a dire Stanis, incazzato e confuso allo stesso tempo.
"Perché la tua cazzo di droga potrebbe aiutare la mia cazzo di famiglia e soprattutto salvare il cazzo di mondo, sei un cazzo di idiota, Stanis" rispose Katherine.
"Brutta cogliona ti ho chiesto come non cosa ci devi fare con la cocaina, potresti anche sniffartela nello spazio-tempo per quanto ne so io..." replicò Stanis, un po' fiero della sua risposta.
"Sei un dito in culo ricoperto di lava" disse Katherine, che poi iniziò a scomparire lentamente sotto al letto, ancora disperata nella ricerca.
"Serve aiuto o ce la fai da sola a cercare l'ago nel fienile?" disse Stanis vedendola scomparire, scoppiando a ridere subito dopo-- "Dai su, ti do una mano" continuò poi, chinandosi per osservare sotto il letto.
"Mi sono incastrata"

☆-

Damian corse dentro il condominio, e subito ci trovò due uomini a petto nudo che stavano facendo una gara di sguardi.
"Ma che cazzo...?" esclamò Damian, confuso e ancora in fase di convalescenza dallo shock-crisi di prima. Uno di questi era Mehdi, un grande proprietario terriero locale che stava anche puntando un coltello alla gola del suo sfidante, sfidante di sguardi persi in un vuoto di stranezza e dispersione caratteriale senza alcun senso logico.
"Brutti stronzetti potreste dirmi che minchia fate...? E soprattutto chi cazzo è il capo in questo cazzo di posto...." esclamò Damian, lentamente estraendo un revolver totalmente nero e con disegni del giglio di Firenze in oro su esso, puntandolo alla testa dei due.
Mehdi si girò lentamente e disse: "Siamo chiusi, non hai visto il cartello?".
L'impulsività di Damian lo aveva portato di nuovo ad una orribile figura di fronte ad un potente, ma poco importava, tanto poteva sparargli. Forse Damian era un tantino troppo poco ortodosso e cinico con i suoi metodi, pressoché immaturi e troppo per i deboli di cuore, si vede dal volto è uno a cui non interessa nulla di cosa pensano gli altri di lui, un self-made man delle opinioni altrui, forse è proprio questo che acceca Damian, il fatto che la sua intera vita di basi sull'essere colui che deve essere temuto da tutti, una vita basata sugli altri. Bella vita di merda, Damian.
"Guardiamoci un po' di TV!" esclamò Mehdi.

☆-

"Quindi.....quando esattamente partiamo?" disse Stanis, che stavolta si era messo a bere un'intera bottiglia di acqua frizzante.
"Bingo! Trovata la tua cocaina bastardo" esclamò con gioia Katherine, come se avesse ricevuto un regalo al suo primo compleanno, anche se lei non ne aveva mai visto uno, è nata in un laboratorio, e per giunta da una relazione extra-coniugale. Forse la sua tanta sete di conoscenza e generosità sono date dal fattore "vuoto" formatosi nella sua anima, colmabile soltanto con delle missioni che prima o poi la uccideranno.
Stanis continuava a bere la sua acqua frizzante, per poi fermarsi e fare una pausa, guardando la ragazza uscire da sotto il suo letto, e lentamente, con tante bustine piene della bianca polvere, e un sorriso stampato in volto iniziò poi a fissare Stanis.
"Ora possiamo partire".


Qui Sanji! Scusate l'assenza e magari i troppi giri fatti soprattutto nella parte finale del capitolo, ma prometto che dal prossimo ci sarà sicuramente un ritorno della grande qualità di questo libro. Spero che la storia vi stia piacendo, out <3.

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