Capitolo 1

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"Non sono fisicamente pronta" sospiro sdraiandomi sulla scrivania "È il terzo colloquio Mel e non ho più tempo" sento ridere dall'altra parte dello schermo il che mi fa alzare di scatto la testa

"Lo trovi divertente?" mi guarda divertita prima di avvicinarsi allo schermo

"Rifiutata tre volte in una settimana, Riley come hai fatto?" le tiro un occhiataccia il che la fa tornare seria "Ho un amico che lavora alla Evans Company" inizia "È capo dipartimento, credo che se dovesse mettere buona parola su di te potresti avere una chance sta volta" sento un peso cadermi dalle spalle e il mio mood sembra rialzarsi totalmente, sto per parlare quando Melanie mi ferma

"Però," sembra pensarci su un attimo prima di parlare "Non ci parliamo da tanto potrebbe essere strano" mormora ma la fermo subito.

"Ti prego" congiungo le mani "Ti prego Mel in nome della nostra amicizia fammi avere un colloquio"

"Non ti prometto niente" alza le mani prima di farmi un sorriso "Ma ci proverò, d'altronde non voglio vederti perdere un anno per uno stage" ed ecco che il peso alle spalle ritorna e mi trovo di nuovo sdraiata sulla scrivania

"E dire che mi offro di lavorare senza essere pagata, ma vengo rifiutata comunque" sospiro "Credi che sia per il mio aspetto?" la vedo esitare e mi alzo scioccata

"È il mio aspetto?" urlo facendola sussultare e finalmente apre bocca

"Non sei tu" fa una pausa prima di indicare la pila di vestiti dietro di me "Credo siano le camice che ti metti. Sono troppo larghe, smettila di fartele prestare dalla tua vicina e comprane una che ti stia. Sembri un ottantenne così" ho sempre conosciuto Melanie come una persona onesta, ma non così tanto

"Questo quando pensavi di dirmelo" le chiedo ancora sotto shock

"Pensavo te ne fossi resa conto. Hai un bel fisico e bisogno di un lavoro, combina i due e risolvi i tuoi problemi-" si ferma guardandosi il polso "Ed a proposito di problemi, ne ho uno da risolvere. Devo andare Riley"

"Grazie Mel, a dopo" le mando un bacio prima di chiudere la chiamata.

Mi giro con la sedia e guardo la pila di vestiti sul mio letto "Una camicia..."

- - - -
Guardo l'orologio al centro della stanza e mi sento sbiancare.

"Cazzo" corro a prendere l'altro tacco e cerco di mettermelo di fretta mentre apro la porta di casa.

Guardo l'ascensore e quando sto per premere il pulsante per farlo salire noto il foglio attaccato sulle porte 'Fuori servizio'

E sono al sesto piano.

Trattengo il respiro per un attimo prima di correre giù per le scale.
Arrivata alla porta di ingresso mi sento le gambe cedere e il respiro affannato "L'ultima volta" faccio un respiro profondo "L'ultima volta che faccio una cosa del genere" apro la porta e sto per correre verso la fermata dell'autobus davanti a me quando lo vedo sfrecciarmi davanti "No" mormoro scioccata "Non oggi"

Cerco di contenermi e chiamo un Uber che mi porti al colloquio, evito però di pensare a ciò che mi costerà.

Dopo quindici minuti ecco che arriva il mio passaggio e non appena si ferma salto in macchina

"Faccia presto per favore" mi mordo le unghie in ansia mentre aspetto che parta.

"Destinazione?"

"Evans Company-" vengo interrotta dalla suoneria del telefono

"Mel?" rispondo mentre cerco di risistemarmi la camicetta, credo di averla presa una taglia troppo piccola. Continua a stringermi.

"Ti ho chiamata per augurarti buona fortuna" urla entusiasta, sto per ringraziarla quando mi interrompe di nuovo "E per dirti un altra cosa" la sua voce diventa nervosa rendendo nervosa anche me

"Uh parlando con Al, il capo dipartimento di cui ti ho parlato" fa una pausa prima di riprendere "Mi ha raccontato alcune cose sul CEO con cui hai un colloquio tra poco"

"Mel muoviti per favore, mi stai mettendo ansia" la sento sbuffare al telefono ma la ignoro incitandola a continuare

"Ho una buona notizia ed una cattiva"

"Cattiva?" mi ignora e continua a parlare "La buona è che si dice sia molto giovane, appena nei suoi 25 anni e molto molto sexy"

"Apprezzo il tuo entusiasmo" le rispondo "Ma sono in cerca di lavoro, non di un ragazzo" le ricordo e la sento sospirare

"La cattiva" esita mettendomi ancora più ansia "È che si dice sia uno stronzo"

"Si dice che non sia riuscito a tenere una segretaria per più di un paio di settimane"

"Oh" non dico altro pensando a tutto quello che mi ha detto

"Sexy?" rispondo e la sento ridere

"Hai sentito solo questo di quello che ti ho detto?" risponde incredula facendomi ridere di conseguenza

"Ti prego Mel, quanto mai sarà stronzo?"

Mi fermo quando noto che la macchina si è fermata

Passo i soldi al ragazzo e scendo restando a bocca aperta. È enorme.

L'azienda che mi trovo davanti straripa di persone che fanno avanti e indietro, tutti eleganti. E più che un azienda sembra un palazzo.

Sento le mani sudare e solo dopo mi ricordo di avere ancora Mel in chiamata

"Mel" dico distrattamente con lo sguardo fisso sulla struttura "Ti chiamo dopo"

Mi faccio coraggio e con un respiro entro.

Ad accogliermi trovo una donna, credo sulla trentina dietro ad un bancone con un espressione annoiata.

Non mi nota finché non mi avvicino "Come posso aiutarla?"

"Sono qui per un colloquio" si ferma un attimo a guardarmi prima di sfogliare la sua agenda.

"È sicura?" continua a guardare il foglio davanti a se "Perché a quest'ora si è già presentato qualcuno"

Le faccio un sorriso nervoso prima di rispondere "Uhm si, sarei dovuta essere qua mezz'ora fa" la vedo bloccarsi

"Normalmente le avrei detto di tornare a casa" la vedo scrivere qualcosa sul foglio prima di guardarmi "Ma l'appuntamento delle 13.40 del signor Santiago è saltato e credo di poterla spingere a quell'ora" faccio un sospiro di sollievo non appena sento quelle parole e se non fossimo stati in un posto così elegante e professionale credo che mi sarei messa ad urlare dalla gioia.

Guardo l'ora e noto che ho ancora un ora per cui esco e mi avvio alla caffetteria più vicina.

Dopo una decina di minuti di fila riesco finalmente ad arrivare al bancone. Sto per ordinare un caffe quando tutta l'ansia che ho avuto oggi mi torna in mente così cambio e decido di ordinare un Martini

"A quest'ora del giorno?" chiede la ragazza davanti a me ma la ignoro e poso semplicemente i soldi accanto alla cassa

"Riley" mi sento chiamare e vado a ritirare il mio drink.

Faccio un respiro prima di portarmelo alle labbra, sto per buttarlo quando vengo travolta da una ragazza in corsa verso la porta. La sento urlare uno scusa senza fermarsi e sto per insultarla quando sento qualcuno tossire dietro di me.

Spalancò la bocca quando vedo il mio bicchiere per terra ed un uomo, piuttosto arrabbiato, guardarmi con i pantaloni tutti bagnati di quello che sembra essere il mio drink

"Oh mio dio"

MY CEODove le storie prendono vita. Scoprilo ora