10 Agosto 1941Ritornava una rondine al tetto:
L'uccisero: cadde tra spini:
Ella aveva nel becco un'insetto:
La cena de' suoi rondinini.
Ora è là, come in croce, che tende
Quel verme a quel cielo lontano;
E il suo nido è nell'ombra, che attende,
Che pigola sempre più piano.
Heldrich fissò gli occhi verdi attraverso la stretta feritoia nell'acciaio. La calma piatta del deserto faceva vagare la sua mente per occuparne il vuoto, lo distraeva, lo metteva quasi a disagio.
Il caldo fuori dal carro era insopportabile, dentro era infernale. Le inutili bocchette di ricircolo dell'aria non generavano niente di più che una leggera corrente, aiutata dall'ombra delle rocce dove loro avevano trovato riparo dal sole cocente.
L'equipaggio del panzer era teso: qualcuno tentava una chiacchiera ogni tanto, ma le parole sembravano morire in bocca per il troppo caldo, forse anche per la tensione eccessiva.
Heldrich alzò sugli occhi il binocolo. Un convoglio nemico. Guardò la mappa che teneva nell'altra mano e face due rapidi calcoli a mente: la distanza era ottimale.
Uomini pronti, caricate il cannone. Attendete il mio segnale. -
Il torrido calore del deserto sembrava scontrarsi con la calma glaciale del comandante, quasi la fosse un dio della guerra a dargli la benedizione di un atteggiamento tanto freddo e calcolatore.
In lontananza erano udibili i rumori di cingoli e motori del convoglio inglese, che transitava placido nella piana di sabbia, distorto leggermente dal calore dell'aria. Il polverone color del bronzo evocato dalle ruote dei mezzi ricordava nere nuvole di tempesta, di quelle con fulmini e boati di tuono.
Fu proprio un boato a ridestare le assopite membra inglesi del convoglio. Fu come un fulmine a ciel sereno: il veicolo pesante in testa alla compagine esplose in un vorticare di fiamme, generando immediatamente il panico trai soldati. Dopo pochi secondi, mentre gli altri mezzi si erano fermati, sbigottiti e confusi, l'altro mezzo di scorta venne trapassato da parte a parte da un colpo micidiale. Per gli altri assomigliò ad un tiro al fagiano: in una disperata fuga per la vita, uno dopo l'altro, vennero tutti abbattuti.
Heldrich scese dal carro sotto il sole cocente. Attorno a lui giacevano, come carcasse, i resti dei blindati e dei camion colpiti dal temibile panzer. Tigre lo chiamavano. "Nessun convoglio deve passare", ordinava il comando. Le postazioni inglesi attendevano i viveri e i vettovagliamenti di approvvigionamento. Erano allo streguo delle loro forze, sul punto di capitolare.
Nel villaggio asserragliato le truppe coloniali inglesi non erano in grado di resistere ulteriormente alla rapida avanzata tedesca, mentre i rinforzi e le grandi imbarcazioni venivano affondati dai lupi del mare, "Tiger" era il nome temuto da qualunque soldato britannico sulla terraferma. Un mostro di acciaio impenetrabile, che osservava silenzioso la sua preda, per poi abbatterla con un colpo solo. Di combattere non c'era verso, solo la fuga o la resa.
Trai resti metallici del convoglio, Heldrich ritrovò anche un piccolo orsetto bruciacchiato. Aveva una targhetta con sopra appena leggibile il nome "Ellie".
Il comandante fissò lo sguardo su quel pupazzo di pezza, rozzo e dalle cuciture grossolane. Possibile che fosse realmente per una bambina?
Chi aveva ucciso, un padre? Uno zio? Soltanto un figlio? "Soltanto un figlio..." pensò Heldrich amareggiato, come se si potesse distinguere da questo la drammaticità dell'azione. La guerra è questo, soprattutto questo. Sentì un battito diverso nel suo cuore, come se qualcosa si fosse smosso.
Adagiò il pupazzo a terra, con dolcezza, mentre ricacciava fin in fondo all'animo quei sentimenti che non si confanno ad un soldato. La guerra richiedeva tributi ogni giorno: forse, un giorno, avrebbe esagito anche il suo.
Anche un uomo tornava al suo nido:
L'uccisero: disse: Perdono;
E restò negli aperti occhi un grido:
Portava due bambole in dono...
Ora là, nella casa romita,
Lo aspettano, aspettano invano:
Egli immobile, attonito, addita
Le bambole al cielo lontano.
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Il Re Tigre
Short StoryGermania, 1945. Il Terzo Reich è sull'orlo del baratro, il collasso è imminente. Heldrich Steiner, comandante del carro 321, affronta la battaglia pur sapendo che la guerra, ormai, è persa. Attraverso le macerie della città, Heldrich rivede tutto ci...