nei media: the beach by neighborhood
È poco più dell'alba quando Jeongguk si alza dal pavimento. Il ventre gli brucia come se se lo fosse tranciato in due, uno squarcio netto che va dallo sterno al pube.Ha passato di nuovo la notte ad allenarsi, con le cuffie nelle orecchie e la musica a tutto volume. Non sa neanche quanti addominali abbia fatto, ha perso il conto. A un tratto crede di essersi persino addormentato. O forse no. Forse ha solo perso i sensi, e quando si è risvegliato ha ricominciato ad allenarsi come se nulla fosse. Perché allenarsi fino allo stremo, fino al collasso, è l'unico modo per inibire le altre pulsioni, anche se negli ultimi giorni non gli sembra più sufficiente. Quel tipo di dolore fisico non è più abbastanza.
Non importa se quando torna in posizione verticale - io sono verticale, ma preferirei essere orizzontale, i versi della poesia di Sylvia Plath che ha letto la scorsa settimana gli riecheggiano ancora nel cervello - lo stomaco si contorce al punto che deve trattenere un conato di vomito. Non mangia niente da troppo tempo, perciò sente nella bocca solo il sapore acido dei succhi gastrici.
Si sfila la maglia intrisa di sudore freddo e va in cucina a bere un bicchiere di latte. Guarda fuori dalla finestra ed è come guardare una fotografia in bianco e nero. Il cielo è grigio, come l'asfalto delle strade e dei marciapiedi sgombri. I tronchi degli alberi spogli sono venature nere petrolio che lacerano l'orizzonte.
Non c'è ancora nessuno per strada. Tutto è immobile. Statico, come congelato nel tempo. D'altronde chi si sveglierebbe all'alba in un giorno come questo? Solo un pazzo bastardo come te, Jeongguk.
Già. Perché sono le sette del mattino ed è la Vigilia di Natale.
La pausa didattica è cominciata ormai da due giorni e gli esami di metà anno si avvicinano, ma è riuscito a malapena a mettersi in pari con le lezioni e a sistemare gli appunti. Non sa perché abbia scelto di iscriversi al college, che cosa gli abbia fatto pensare di poter avere una vita normale. O fingere di averla. È evidente che di questo passo non riuscirà mai a laurearsi. Forse dovrebbe mollare tutto e cercarsi un lavoro, invece di privare qualcun altro della possibilità di ottenere la borsa di studio che gli è stata assegnata, qualcuno che sia davvero meritevole. Qualcuno che si iscriva al college per fare effettivamente ciò che fanno tutti i ragazzi del college: studiare, frequentare le lezioni, iscriversi ai club studenteschi, andare alle feste universitarie, fare cazzate nei dormitori e stringere nuove amicizie.
Qualcuno che non mandi all'aria l'unica occasione della sua vita passando le notti sul pavimento gelido della sua stanza a fare addominali e flessioni fino a non sentire più il proprio corpo. Qualcuno che sia sano di mente.
Ha pensato tante volte di mollare l'università, ma non ha mai neppure stampato i documenti per la rinuncia agli studi. Taehyung non glielo permetterebbe mai. Crede troppo nelle sue potenzialità, più di quanto ci creda lui stesso. E forse neanche lui vuole mollarla per davvero, perché per adesso è troppo egoista per lasciare la bolla del college, la bolla in cui esistono solo lui e Taehyung, una quotidianità che è diventata l'unico appiglio a cui aggrapparsi nei giorni in cui si sente annegare.
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Fanfictionš¦¢ ššŗš¾šššš Ų ē½é³„ Jeongguk sta annegando. Taehyung ĆØ la sola persona al mondo in grado di tirarlo fuori dalla melma oscura che lo sta inghiottendo. Ma Taehyung ĆØ anche la sola persona al mondo che Jeongguk vuole tenere al sicuro, ĆØ l'ultimo c...