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Y/n's pov

La mattina dopo mi svegliai ed era come se tutta l'energia del mondo fosse rinchiusa nel mio corpo.

I miei genitori erano via per lavoro, perciò preparai la colazione per me e mio fratello e poi uscimmo di casa insieme. Lo dovevo accompagnare a scuola, mi teneva per mano e ad ogni passo alternava dei saltelli allegri.

Quel bambino era la mia roccia. Avrei fatto di tutto per lui e per vederlo sorridere.

Mentre camminavamo si accorse che Shoto era appena uscito di casa e prima che potessi fermarlo lo chiamò urlando il suo nome.
Si girò e non appena ci vide sorrise e si fermò. Teneva le mani infilate nelle tasche dei pantaloni.

<<Buongiorno Y/s. Come stai?>> chiese.

<<Bene, grazie. Tu?>>

<<Bene>> mi rispose, poi si piegò fino ad arrivare allo stesso livello del volto di Masami e gli poggiò una mano sulla testa scompigliandogli i capelli dolcemente.

<<E tu campione? Come stai?>> domandò.

Mio fratello e Shoto parlarono insieme per quasi tutto il tragitto finché non arrivammo ad un bivio.
La strada sinistra portava alle scuole elementari, mentre la destra dava inizio alla lunga salita per arrivare fino al mio liceo.

<<Io devo andare da questa>> gli indicai la strada con il pollice.

<<Vi accompagno, non è un problema>> disse, poi prese in braccio Masami e se lo caricò sulle spalle.

I suoi occhi iniziarono a brillare. Adorava vedere il mondo dall'alto, diceva che così poteva vedere le cose dal punto di vista di un adulto ma sotto la luce di un bambino.

<<Ma non serve! Magari arriviamo in ritardo e non voglio che succeda a causa mia>> dissi.

Dette un'occhiata all'orologio e poi mi guardò in volto.

<<Non arriveremo in ritardo>> disse deciso e prese la strada di sinistra.

Masami iniziò a giocare con i suoi capelli, facendo delle treccine che non sarebbero rimaste su una volta che le avrebbe lasciate ed iniziò a fargli domande sul colore dei suoi capelli.
Era del tutto convinto che fossero tinti, ma Shoto gli spiegò che era proprio il suo colore naturale.

Non appena arrivammo davanti la scuola elementare diedi a mio fratello il suo zaino e mi abbassai per dargli un bacio sulla testa.

<<Mi raccomando, fai il bravo eh!>> gli accarezzai una guancia con la mano.

Lui la spostò imbarazzato.

<<Sì sì, sorellona. Quando mi vieni a prendere ci sarà anche Shoto?>> saltellò guardandolo.

Io mi irrigidii, a volte Masami era un po' troppo diretto con le sue richieste.
Mi girai per vedere la reazione del mio compagno di classe che sorrideva in modo tranquillo, poi mi guardò e annuì.

<<Ma no Todoroki, non serve che ti scomodi davvero! Magari è meglio se ci accompagni domani mattina, non voglio darti fastidio>> alzai le mani e le spalle.

<<Tranquilla, davvero non è un disturbo>> mi rassicurò, poi si piegò all'altezza del mio fratellino e gli scompigliò i capelli augurandogli una buona giornata.

Ci allontanammo dalla scuola. Intorno a noi era pieno di bambini che raggiungevano i loro amici entusiasti di passare un'altra giornata con loro, altri invece erano attaccati ai propri genitori, i più piccoli generalmente, che avevano appena cominciato la scuola e non smettevano un secondo di piangere.

Who's the real hero? | Shoto x ReaderDove le storie prendono vita. Scoprilo ora