2.NON È MAI TROPPO TARDI

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Me ne sto qui. A fissare il comò della mia camera da letto pensando bene a cosa fare.

Le parole di Bonnie continuano a risuonare nella mia testa.

Manca ancora un mese a San Valentino e io sono oberata di lavoro. La mia azienda sta per lanciare sul mercato una nuova app per le compre online e anche se ancora c'è molto da fare, non riesco a non pensare a quello che la madre di Liam e io ci siamo dette, lì, su quella panchina.

Me ne sto immobile, seduta per terra, a osservare la cassettiera ma non oso avvicinarmi.

Mi alzo da terra e mi siedo sul letto. Sono irrequieta. Non so cosa fare. Se mai dovessi fare qualcosa, ovvio.

È difficile non pensare a come sarebbero state le cose se oggi, al mio fianco ci fosse stato Liam. Be' di sicuro, non mi sarei mai trovata in questa situazione!

Mi porto entrambe le mani tra i capelli. Sento di dover prendere una decisione. Sì, devo prendere una decisione. Non posso continuare a restarmene immobile mentre gli altri vanno avanti.

Per troppo tempo ho rimandato qualcosa di inevitabile.

Così decido. Mi alzo.

Vado verso il mobile e aprendo il primo cassetto inizio a rovistare tra l'enorme quantità di cose depositate là dentro. Tiro fuori ciò che mi ritrovo tre le mani e che non mi serve.

Rovescio tutto per terra fin quando non la trovo.

Eccola.

Per un attimo ho anche pensato di averla persa.

Non la vedo da anni e tenerla tra le mani mi provoca un enorme vuoto nel petto.

Cerco di non piangere.

E ci riesco perché la metto via.

La conservo in borsa.

Guardo l'orologio. È ora di andare a lavoro.

Frettolosamente scendo le scale e nel frattempo saluto i miei genitori che sono in cucina a preparare la colazione.

Papà Tristan mi porge un biscotto alla cannella ma scuoto la testa. Ho lo stomaco chiuso da quando, due giorni fa, Bonnie è venuta a farmi visita.

«Ti ringrazio papà, ma prenderò qualcosa alla caffetteria prima di arrivare in ufficio.»

«Stai scherzando?» interviene mi madre rimproverandomi .«Preferisci qualcosa di comprato in un bar rispetto a quello che ti prepara la tua mamma?»

Mi scambio uno sguardo d'intesa con mio padre, poi, torno a guardare mia madre. Non posso farle questo torto. Decisamente non posso.

«Assolutamente no. Vada per le tue delizie!» dico prendendo un contenitore di plastica dalla credenza che mamma prontamente riempie con una dozzina di biscotti.

«Sai che al massimo ne mangerò due, vero?» le faccio notare facendole alzare gli occhi al cielo.

«Certo che lo so, gli altri sono per il tuo capo e i tuoi colleghi!» la straordinaria donna dai meravigliosi capelli castani lunghi fino alle spalle e dagli occhi marroni di nome Carolyn, mi lancia un sorriso. Questo è il suo modo di dirmi che mi vuole bene. Cucinare per gli altri è il suo modo di dimostrare affetto.

«Se continuerai così, farai ingrassare tutta l'azienda mamma!» la prendo in giro bonariamente andandola ad abbracciare. Lei cerca sempre di coccolarmi con le sue deliziose ricette e io non le do mai la gratificazione che merita.

«Siete tutti così magri!» commenta «Perché non prendi esempio da tuo padre?» lo indica e papà fingendosi offeso, si accarezza la pancia.

Sorrido osservandoli.

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⏰ Ultimo aggiornamento: 8 hours ago ⏰

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