Capitolo 1- La Riunione più caotica di sempre

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Prologo

Folklore, dall'inglese Folk come''popolo'' e lore come ''storia.' 'Molto spesso i mostri si nascondono fra di noi, insabbiano della loro esistenza proprio davanti ai nostri occhi. Esistono libri, filmografie e opere che riportano l'argomento e nessuno si è posto la domanda: ''E se fosse tutto vero?'', ''E se ogni cosa che la nostra mente è in grado di creare, ma di non concepire, esistesse?''. Si parlo di alieni, streghe come in Hansel e Gretel, troll e entità dall'animo vendicativo che ritroviamo anche nel leggende di più culture che si nascondono negli angoli più bui del nostro pianeta. Se siete molto suscettibili, molto bene siete nel posto giusto , un po' di paura vi farà bene, in modo che non sottovalutiate mai le tremende creature folkloristiche che il nostro mondo cela dietro il suo velo di oscurità. Detto questo, vi auguro buona fortuna e se passate difronte ad uno specchio non guardate il vostro riflesso.








6 Marzo, Giovedì sera.
9:30 P.M

L'insegna al neon del "Becky's Delivery 24H" risplendeva scarlatto fra i vicoli bui della cittadina. Il posto era affollato, il parcheggio contava almeno una trentina di camion messi in fila uno accanto all'altro, difatti spesso i camionisti si fermavano li per rifornire proprio di fronte al locale, oppure per godersi spettacoli in cui le spogliarelliste, per guadagnarsi la giornata, si esibivano. Da un bolide a due ruote parcheggiata accanto ad una fila di moto, scese un ragazzo sui venticinque anni, aveva i capelli lunghi e scuri e un corpo smilzo. Si avviò verso il portico affollato da motociclisti vestiti in pelle nera. L'entrata del locale era anch'essa illuminata da una luce rossastra al neon, decorata da immagini che raffiguravano persone famose e cantanti degli anni sessanta. Decise dunque di entrare, tra occhiatacce e sghignazzi, puntò verso un tavolo dove sedevano tre ragazzi; uno era biondo e tarchiato, il secondo aveva il corpo di un giocatore di football e aveva i capelli di uno che si era appena svegliato a cannonate e l'ultimo era alto e indossava occhiali squadrati su cui ricadevano dei riccioli castani. Uno dei ragazzi alzò lo sguardo con un misto di stupore e confusione.
"John?" Fece il ragazzo con gli occhiali. "Sei proprio tu?"
Il ragazzo chiamato John fece un cenno e si unì a loro.—Ehilà! Vedo che siete cambiati molto.—Disse una volta seduto.—Noi siamo cambiati?—Amico dovresti guardarti!—Disse il ragazzo dai capelli color oro.
—Già! Quei capelli ti donano.— Fece il ragazzo dai capelli selvaggi.
—Vi ringrazio per gli apprezzamenti. Beh, sono passati anni dall'ultima volta che ci siamo visti... Come sta andando?.— Chiese John, alzando poi la mano per richiamare l'attenzione di un cameriere che girovagava nei paraggi.
—Sinceramente?— Chiese il biondo.—Uno schifo totale! La casa di produzione che la Harding Prep aveva contattato per la pubblicazione del mio libro si è rifiutata di farlo!. Hanno detto che il mio libro è un cliché di idee, che manco di fantasia. Insomma per loro pecco di talento.—
John abbassò lo sguardo e annuì. —Si ti capisco perfettamente.—rispose.
Non molto dopo, notò che una bambina lo guardava un tavolo più in là, era sola e doveva avere circa dieci anni.
"Ciao!— Disse John con un sorriso. —Che ci fa una bambina tutta sola in un luogo come questo?—.
La bambina spaventata corse via e John rimase stupito.
—Beh, possiamo dire che i bambini non ti trovano simpatico!— Disse il ragazzo biondo ridendo.
Ah ah, sei davvero spiritoso Tom!" Disse John leggermente infastidito. Non appena il cameriere lasciò loro le bibite ordinate e John stava per sorseggiare il suo whisky,  videro tre uomini enormi vestiti in pelle nera e con loro sorpresa, c'era la ragazzina che qualche minuto prima era corsa via.
—Oh no...— sbuffò John capendo in che guaio stavano per cacciarsi.
—Sembra di tornare ai vecchi tempi.— Disse il ragazzo dai capelli selvaggi.
—Puoi dirlo forte Steve.— Disse Tom per poi voltarsi verso il ragazzo con gli occhiali. —Tu ci stai George?.—
—Puoi dirlo forte amico!.— Esclamò George.
I tre scattarono in piedi quasi rovesciando i loro drink appena serviti. Uno degli uomini si avvinghiò sul corpo gracile di John, mentre George prese uno dei libri che aveva a portata di mano e lo tirò violentemente contro la testa di uno dei feroci bestioni. Tutti gli altri non ci misero molto per copiare i sei, e così scoppiò una rissa generale.
Nel momento John si era dimenato dalla presa di uno dei tre aggressori e gli ruppe il suo bicchiere di whisky che con fatica aveva recuperato dal tavolo. Poco dopo furono le sirene della polizia a interrompere quel caos, uno dei dipendenti doveva aver chiamato il nove uno uno. Nessuno dei tre fu arrestato, tranne che per gli omoni che sotto alcol test, vennero scortati nel dipartimento di polizia.

—Siete stati fortunati questa volta, ma se vi becco di nuovo ad azzuffarvi vi sbatto dentro!.— Disse uno degli uomini in divisa guardando John. —Tornate a casa Heyman. È l'ultimo avvertimento.— Dopodiché sparì oltre la soglia, attraverso la fitta nebbia.
John era ancora stordito, era successo tutto così in fretta e non appena sentì il sapore della ruggine nella bocca, capì che stava sanguinando.
—Stai bene John?.— Chiese Tom.
—Si, è solo un po' di sangue. E voi?.— Rispose pulendosi il labbro con un fazzoletto.
—Qualche graffio, ma nulla di più. Quei tipi sembravano proprio dei grossi gorilla!.— Rispose Tom guardando gli altri.

—Già! Tutto muscoli e niente cervello!.— Rispose George, pulendo i propri occhiali con un panno umido. Steve invece sembrava divertito, ai tempi del liceo ci trovava gusto nel mettersi in mezzo alle risse, anche contro ragazzi robusti il triplo di lui.
—Ah questa rissa mi ha ricordato i bei vecchi tempi!— Disse lui seguendo gli altri verso l'uscita.

—Già, ma peccato che ora abbiamo qualche anno in più e potrebbero sbatterci in cella da un momento all'altro. L'hai sentito lo sceriffo MCclean! Un'altra cazzata e ci arresta.— Disse John dirigendosi verso la sua moto color tenebre.
—Ottima osservazione.— Rispose George. —Beh ragazzi, allora ci vediamo domani...? Vorrei mostrarvi delle bozze che ho scritto per il mio nuovo libro.—
—Oh, sembra roba seria." Fece Tom. "Va bene, dove ci vedremo?.—
—Beh, ho allestito uno studio sulla Bacon Street, ci vediamo lì domattina alle nove." Sorrise e sistemandosi gli occhiali si infilò in una vecchia cadillac che, con un rombo sordo, fece retromarcia e sparì oltre la nebbia.
—Beh, allora ci vediamo domani.— Disse John, accendendo la sua motocicletta.

—Puoi scommetterci!.— Disse Tom.

I Reietti di Bacon StreetWhere stories live. Discover now