Capitolo 2-1984

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Il sole era già alto, anche se le nuvole lo coprivano, l'aria era cupa e calda, clima piuttosto strano per un giorno di novembre. John si alzò prima quella mattina, in realtà aveva dormito poco e niente, ripensava spesso alla rissa della sera prima. Accese la moto e con un rombo sfrecciò lungo le strade nebbiose della cittadina, affollata da un paio operai che stavano facendo degli scavi vicino ad un marciapiede e da una bancarella che vendeva pancakes appena fatti. Passò difronte alla casa di Edward Bane, un vecchio eccentrico che farfugliava storie su navicelle spaziali e vicini extraterrestri in visita da un altro pianeta. Quando era più piccolo trovava le sue storie interessanti, ma crescendo capì che Edward Bane era uno svitato da cui tutti stavano alla larga, e da una parte John si sentiva proprio come lui. Svoltò a destra imboccando un vicolo buio da cui si intravedeva uno spiraglio di luce e vide su un lato della facciata un cartello con scritto ''Bacon Street''. Accostò la moto e spense il motore, gettando un'occhiata ad una porta in legno di cedro un po'  sbiadita dal tempo. L'ultima volta che era stato li, era ancora un adolescente, infatti ricordava ancora la facciata rossastra in mattoni che aveva davanti dove spesso giocava a giochi di ruolo con i suoi amici durante il tempo libero.

—Allora, entriamo o rimaniamo qui ad ammirare i mattoni?— disse una voce. Era George, che aveva appena aperto la porta d'ingresso. —Sei in anticipo.—disse ancora lui guardando il suo orologio da polso.

—Si, perdonami. E' che ultimamente non dormo molto.— ammise John seguendo George attraverso la porta. Camminarono lungo uno stretto corridoio illuminato da fiochi luci giallastre provenienti da piccole vetrine, contenenti vecchie cianfrusaglie medioevali. Ricordava anche quel posto, e pensò che non era cambiato affatto, difatti il padre di George collezionava anticaglie vecchie dal lontano V secolo e le custodiva gelosamente in teche di vetro da esposizioni come quelle dei musei.


—Come sta il signor Sallow?— chiese d'istinto John per rompere il silenzio tombale che era piombato in quel corridoio. Ci fu un momento di silenzio, George camminava a passo svelto e quella domanda sembrava averlo innervosito.

—Ma come, non lo sai?—Chiese George in tono brusco. —Lo sanno tutti che mio padre è stato dato per morto.—

John si sentì subito in colpa e si affrettò a scusarsi. —Oh... mi dispiace George, il signor Sallow era come un secondo padre per me e i ragazzi.—

—Apprezzo John, ma sono sicuro che lui sia ancora vivo.—

—Cosa te lo fa pensare?—chiese speranzoso John.

—Il mio istinto, è scomparso da quasi un anno e in circostanze misteriose. Sembra quasi che si sia volatilizzato nel nulla, mi chiedo se non sia stata opera di UFO.'—

—Andiamo, ora mi sembra di sentire il vecchio Bane, '''Gli alieni un giorno ci invaderanno e ci sottometteranno. Loro sono già qui tra di noi, e il governo ci tiene tutti allo scuro!''—disse John imitando la voce rauca di Edward Bane.

George sospirò. —Prima che tu prenda per pazzo...—

—Troppo tardi.—

George lo guardò male. —Come dicevo, tendo a precisare che la parola UFO sta a significare Oggetto volante non identificato, e non a forza deve essere riconducibile a forme di vita extraterrestre.—

—Okay Detective Mulder, quindi cosa potrebbe essere questo UFO?—chiese John seguendo George in una stanza ben illuminata, con al centro un tavolino in legno e poco più avanti una scrivania con pile di libri e fogli accatastati l'uno sopra l'altro.


—Potrebbe essere un drone, un pallone spia o una sonda. Ci sono molte altre spiegazioni razionali, ma mio padre non può essere stato rapito da uno di questi oggetti che ho citato.—

—Ok, quindi diamo la colpa agli alieni?—Disse John avvicinandosi alla scrivania stracolma di scartoffie. ''Ehi queste bozze le hai scritte tu?.'' chiese John fissando i fogli. Nessuna risposta. Voltandosi vide George con un foglio con la gazzetta di Bacon Street.
—Che cos'è?-.
—Una gazzetta di Bacon Street, risalente al 1984. Parla di innumerevoli scomparse in circostanze misteriose. Sono trentanove anni che la polizia riesamina i fascicoli di questi casi e non hanno ancora trovato stracci di prove o risposte sensate che possano ricondurre ad una pista.— Spiegò George esaminando i fogli usurati della Gazzetta. I due iniziarono a raccogliere scartoffie di qua e di là in cerca di altre informazioni risalenti a quell'anno.
—Guarda questa.—Disse John mostrando a George un vecchio giornale macchiato da quel che sembrava caffè.
—Un quotidiano che risale proprio al 1984!—Esclamò George concentrandosi sugli articoli.
—Misteriose sparizioni hanno colpito la piccola cittadina di Bacon Street.—Iniziò a leggere. Numerosi son stati i casi di avvistamenti di creature non identificate dalla scienza, e tutti quelli che hanno vissuto esperienze del genere hanno raccontato versioni simili tra di loro. Alcuni raccontano di strane luci misteriose apparse in cielo, cerchi nel grano e di perdita di sensi e di memoria. Uno dei più famosi studiosi di ufologia, Robert Jacobson, ci ha raccontato la sua esperienza in prima persona.
—'' Era un calda serata di luglio, io e mia moglie stavamo osservando una stella attraverso il mio telescopio. Spesso passavamo ore ad ammirare lo spazio, ma quella sera ero inspiegabilmente agitato e sapevo che qualcosa di strano stava per succedere. Mia moglie aveva appena finito di lavare i piatti, io invece ero assorto in uno di quei documentari sull'universo che davano la sera tardi. Un manciata di minuti più in là, decidemmo di coricarci, in vista di una conferenza che avrei tenuto il giorno dopo. Non ricordo del tutto cosa successe, la mia mente assimilò solo delle immagini non del tutto nitide. Un secondo prima ero nel mio letto e quello dopo ero sdraiato su una piattaforma metallica con delle luci da sala operatoria sul volto. Inizialmente non mi resi conto di dov'ero e ne di cosa stesse effettivamente accadendo, i miei sensi è come se fossero rallentati e le mie orecchie ovattate. Una volta che ripresi del tutto conoscenza riuscii a mettere a fuoco il mio campo visivo. Ero in una struttura molto attrezzata da strani aggeggi fallici con dentro delle strane sagome avvolte da un liquido rossastro. Sembrava di essere in uno di quei film fantascientifici. Fu in quel momento in cui notai un essere che, dalla mia destra, si dirigeva verso di me.— George alzò lo sguardo inquieto verso John.
—Cosa?— fece John. —L'avrà scritto per fare soldi, come in quei documentari in cui raccontano di aver incontrato lo yeti o il mostro di Loch Ness.—
Proprio in quel momento entrarono Tom e Steve, con i giacconi fradici dall'acqua,
— Ehi voi due, cos'è questo bordello?— Chiese Steve guardando la stanza piena di fogli e giornali. — Io sono disordinato, ma voi avete creato un gran caos qui dentro.—

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⏰ Last updated: Mar 01, 2023 ⏰

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I Reietti di Bacon StreetWhere stories live. Discover now