❁𝑃.𝑜.𝑣 𝑑𝑖 𝐼𝑡𝑎𝑙𝑖𝑎❁
Apro gli occhi lentamente, mi sveglio dal sonno tranquillo che stavo facendo pochi secondi prima.
Mi siedo sul letto con la testa appoggiata al cuscino, mi strizzo gli occhi e mi stiracchio; mi guardo attorno, la sveglia sul comodino non aveva suonata. Erano le 9.30, mio padre non era venuto a svegliarmi, voleva farmi riposare di più forse. Salto giù dal letto e mi dirigo verso il bagno e mi lavo la faccia con dell'acqua fredda, mi guardo allo specchio e mi sistemo i capelli. Sorrido, mi piace guardarmi allo specchio.Apro la porta della mia camera per scendere al piano di sotto, sento un' odore dolce, di qualcosa appena uscita dal forno; mi affretto verso le scale, però faccio attenzione a non cadre mentre scendo, non si sa mai.
Cammino verso la cucina e vedo un cornetto e una tazza di latte, entrambi caldi, che mi aspettano sulla tavola; cerco mio padre con lo sguardo, è seduto sul divano, non si era cambiato aveva ancora la sua sottana lunga,(io ce lo vedo fasci con la sottana) di seta bianca con le maniche altrettanto lunghe, i capelli sciolti.
Guardava la finestra mentre manteneva una tazza di caffé, la mattina lo faceva spesso, perdersi nei suoi pensieri mentre fissava la finestra, non so se quelli che vedeva fossero ricordi o altro, ma era tranquillo quando lo faceva.
«Buongiorno Papà» esclamai, ero già arzillo di prima mattina; lui trasalí, sussultò leggermente e mi guardò con un sorriso espresso dolorosamente, però era un bellissimo sorriso, dolce come lo era lui.
«Buongiorno piccolo mio..» aveva la voce stanca, anche se si era già svegliato da un bel po', si alzò piano e appoggiò la tazza sul tavolo; si diresse verso di me, mi diede un debole abbraccio che io ricambiai in modo molto più forte, lo tenni stretto a me per quei pochi secondi di abbraccio e lui mi guardò, sempre sorridente. Aveva gli occhi lucidi, occhiaie che facevano paura, sembrava che da poco avesse smesso di piangere, lo abbracciai di nuovo.
Mi diede un bacio sulla fronte, accarezzandomi la guancia «Hai dormito bene amore mio?..» domandò.
«Benissimo» gli sorrisi, lui tirò un sospiro, se non due, mettendosi una mano al petto «adesso mangia dai.» mi pizzicò la guancia e si sedette di nuovo sul divano.Finita la colazione corsi di sopra però mi fermai sul primo gradino della rampa e mi ci accovacciai, Papá iniziò a canticchiare, era "Bella Ciao" da quando era finita la guerra la cantava spesso, cantava anche altre melodie inventate e altre canzoni in latino che gli aveva insegnato il nonno; la sua voce mi rilassava, una voce che mi aveva aiutato per anni a trovare quel briciolo di sonno quando avevo degli incubi.
Sgattaiolai verso la mia stanza, andai in bagno e feci quello che facevo tutte le mattine poi sentii il telefono squillare.
Era Giappone.
«Ciao Ita! Ti andrebbe di venire con me a casa di Germania? Me lo ha chiesto perchè oggi torna suo padre e voleva un po' di compagnia» urlava al telefono, come sempre, era sempre molto entusiasta quando parlava.
«Si, certo, a che ora dovremmo vederci?»
«Facciamo alle tre?»
«Ok ci vediamo allora» mi salutò e riattaccai, mi sdraiai sul letto, aspettando l'orario scelto.~❀Alle tre❀~
«Ciao pa' ci vediamo più tardi» lo salutai, mi sorrise, io ricambiai.
Mi afftrertai verso casa di Giappone, per non farla aspettare.❀~𝑃.𝑜.𝑣 𝐺𝑒𝑟𝑚𝑎𝑛𝑖𝑎~❀
Ero nervoso, anzi nervosissimo. Avrei rivisto mio padre dopo anni, da quando lo vidi premere il grilletto di quella pistola. Era stato un po' traumatizzante, devo ammetterlo, però ho aspettato cosí tanto tempo per rivederlo.
Sentii la porta bussare, "Deve essere lui" aspettai qualche secondo ed aprii.
Erano Italia e Giappone, avevano accettato di farmi compagnia alla fine, mi sentii più sollevato; prima ero in preda all'ansia.«Come pensate che stia?» Li guardai entrambi.
«Beh- lo scopriremo presto» Giappone mi mise una mano sulla spalla, «E poi tuo padre è sopravvissuto a tanto, starà meglio di me» ridacchiò Italia, arrossii un po', era cosí carino.
Mi alzai e incominciai ad andare avanti e indietro per pensare mentre Giappone e Italia guardavano un film.
Dopo un po' a distrarmi fu Ita. «Ger calmati hai tipo fatto 5km andando avanti e indietro» Giappone iniziò a ridere, un po' era vero, ero tutto sudato, andai in camera mia e mi cambiai.Il campanello suonò ancora una volta, questa volta era lui ne ero sicuro, corsi verso la porta e la aprii.
Aveva quel suo sorriso, con quei denti aguzzi, stampato in faccia, mi mise le mani sulle spalle
«Deutschland, ne é passato di tempo» mi ero completamente scordato com'era la sua voce, era da troppo che non la sentivo, profonda e piatta. Lo abbracciai.❀~𝑃.𝑜.𝑣 𝑇ℎ𝑖𝑟𝑑 𝑅𝑒𝑖𝑐ℎ~❀
Non mi aspettavo mi abbracciasse dopo quello che avevo fatto, anzi non mi aspettavo gli mancassi, a quanto pare mi ero sbagliato.
Ricambiai l'abbraccio, gli diedi una pacca sulla spalla e lui mi sorrise.
«Bentornato padre» esclamò.Mi presentò Italia e Giappone, anche se io li conoscevo bene, fin da piccoli, li conoscevo bene tutti e tre, combinaguai dalla nascita, mi chiedo se siano cambiati.
Giappone ha lo stesso entusiasmo di Impero, le assomigliava molto.
Italia, Italia invece era identico a Fasci..anche il modo di scherzare era lo stesso, molto simile anche a quello di Salò.
Mi mancano molto entrambi...
Passammo il pomeriggio assieme, io feci tante e troppe domande su quello che era accaduto negli anni in cui non c'ero, però, tutte le volte che chidevo a Italia di suo padre, lui non rispondeva o diceva delle cose con un aria amareggiata, quasi quello che diceva gli pesasse.❀~ore 9 di sera~❀
❀~𝑃.𝑜.𝑣 𝐼𝑡𝑎𝑙𝑖𝑎 𝐹𝑎𝑠𝑐𝑖𝑠𝑡𝑎~❀Si era fatto buio fuori, io ero in cucina, stavo preparando la cena per mio figlio, ormai cucinavo solo per lui, non avevo fame, non riuscivo a mangiare, se ci provavo vomitavo o non mi sentivo bene. Riuscivo a mandare giù solo l'alchol, qualche bicchiere ogni tanto e stavo bene.
Italia era appena tornato e si era seduto a tavola, iniziò a raccontarmi di cosa aveva fatto, o meglio che avevano fatto lui, Germania e Giappone. Risi ogni tanto, quei tre erano sempre stati uniti fin da piccoli e ,ogni volta che me li immagino assieme, mi vengono in testa troppi ricordi che mi fanno venire gli occhi lucidi.
«Lo sai papá. Oggi è tornato Reich» Reich..
una fitta allo stomaco mi colpí improvvisamente, mi iniziò a girare forte la testa, tremai un po' e sospirai.
«Reich? Ce ne è stato di tempo in quell'ospedale...» cercai di non dare a vedere la mia agitazione, mi mancava molto, tantissimo, non ce la facevo e ricordare, non volevo.Eravamo seduti sul divano, guardavamo la Tv. Attualmente Italia la stava guardando, io non prestavo tanta attenzione al programma e penso che non mi sarebbe interessato.
Passarono pochi minuti ed Italia sdraiò la testa sulla mia spalla, probabilmemte era stanco.
Lo presi tra le mie braccia e, come quando era bambino, lo coccolai.Dopo qualche minuto era nel mondo dei sogni, io gli accarezzavo i capelli e lo cullavo, sbadigliai, riuscii a prendere i sonniferi dal cassetto, ne presi un paio e li ingoiai.
Risuscii a prendere sonno e cadere tra le braccia di Morfeo mentre tenevo stretto a me mio figlio. La mia unica ragione di vita e che mi era rimasta.★𝐴𝑛𝑔𝑜𝑙𝑜 𝐴𝑢𝑡𝑜𝑟𝑒★
La mia grammatica fa schifo lo so, mi scuso tanto.Spero che questo primo capitolo vi sia piaciuto
alla prossima ❤️.-𝐴𝑐ℎ𝑖𝑙𝑙𝑒
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"𝐴𝑓𝑡𝑒𝑟 𝑇ℎ𝑒 𝑊𝑎𝑟---𝐷𝑜𝑝𝑜 𝐿𝑎 𝐺𝑢𝑒𝑟𝑟𝑎" [Countryhumans]
Roman pour Adolescents⚠️Attenzione⚠️: •Violenza •Parolacce •Depresione •Abusi(probabilmente) •Scene esplicite •Tanto altro :) Ship: Third Reich x Italia Fascista/regno d'italia Ussr x Italia Fascista/regno d'italia (giusto un po' non tanto) Uk x Francia Italia x Ger...