la mia adozione - 5 sett.

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-Florence, svegliati che una coppia vuole vederti!

 Mi chiamò Nancy, la custode dell'orfanotrofio dove stavo che ormai, era diventato casa mia. Mi alzai svogliatamente perché tanto sapevo come sarebbe andata a finire: la coppia mi guardava, facevano una faccia schifata e sceglievano una delle solite bambine "perfette". In ogni caso, volevo fare bella figura quindi mi misi il mio vestito preferito blu accompagnato da un fiocco bianco appoggiato sui miei capelli raccolti. Mi diedi un ultimo tocco davanti allo specchio e mi diressi verso la porta, il cuore mi batteva forte perché in fondo, un briciolo di speranza ce l'avevo e volevo anche andarmene da quel posto in cui vivevo da 15 anni. Feci un respiro profondo e aprii la porta. Quando alzai lo sguardo i miei occhi si illuminarono, davanti a me c'erano due uomini: uno era alto, con capelli biondi, occhi marroni scuro e un gran sorriso stampato sulla faccia. L'altro invece, era leggermente più basso credo di cinque centimetri, aveva capelli marroni così scuri che parevano neri, occhi blu scuri e anche lui sorrideva ma sembrava sull'orlo di piangere dalla gioia. 

-Ehi, sei Florence giusto? Io sono Nick e credo che verrai a casa con noi

 Non ci potevo credere. Finalmente, dopo 15 anni, qualcuno aveva deciso di adottarmi. Ero rimasta a bocca aperta, credo di essere caduta in trance per 2 minuti.

 -Oh, e io sono Charlie... Ah signora Bright, adottiamo noi Florence

 a quel punto scoppiai in lacrime e corsi nella mia stanza a fare i bagagli. Mentre mettevo i miei vestiti dentro alla valigia, mi sembrava di sognare. Ero chiaramente impazzita ma chi non lo sarebbe stato? Insomma, dopo 15 anni vissuti in un orfanotrofio con la consapevolezza di essere troppo diversa per le persone, essere adottata era un miracolo vero e proprio! Quando finii di preparare tutto, ritornai nella stanza dove Nick e Charlie mi aspettavano. Salutai Nancy, che mi diede il suo numero di telefono per mantenerci in contatto e camminai a passi lenti verso i miei nuovi papà. Uscimmo dall'edificio e ancora non mi sembrava vero che stavo uscendo non per andare a raccogliere funghi o fiori ma per andare nella mia nuova casa. Nick caricò le valigie nel baule e mi accomodai nel sedile posteriore della macchina. Appena partimmo, iniziai a guardare tutte le case che scorrevano di fianco a me velocissime, osservai i prati verdi con le loro margherite e viole, quando decisi di iniziare a bombardare Nick e Charlie di domande

 -Ehm ciao, volevo chiedervi, che lavoro fate?

chiesi con la voce che tremava dalla grande nervosità. 

-Io sono un insegnante delle scuole superiori (Nick)

 -e io sono uno scrittore (Charlie)

 Alzai lo sguardo scioccata 

-Davvero? Io amo leggere 

 -Fantastico tesoro! Se vuoi, mi dici i tuoi generi preferiti e io ci scriverò un libro

 Stavo sognando? CIOE'  TU MI DICI CHE SEI DISPOSTO A SCIRVERE UN LIBRO PER ME? WOW! Il mio cuore stava battendo all'impazzata, forse stavo per avere un attacco cardiaco. Quando arrivammo, feci un respiro profondo e mi pizzicai il braccio per vedere se era tutto vero: sì, lo era. Entrai e mi mostrarono la casa, per poi finire con la mia camera: il pavimento era in legno, le mura erano beige, a sinistra si trovava il letto con un comodino a fianco, a destra c'era una scrivania, una libreria gigante, una poltrona e una lampada. 

-Adesso è un po' vuota, ma la puoi riempire come più ti piace... oh e non avere problemi a chiamarci papà

 Papà. Un nome che ho sempre voluto usare, ma non ne ho mai avuto l'occasione. 

-Bene, ora ti lasciamo sola, se hai bisogno sai dove trovarci

Quando andarono via, urlai e mi buttai sul letto. Subito dopo iniziai a riempire la camera a piacer mio. Il risultato finale era pazzesco: ora sul comodino c'era una lampada mentre i suoi cassetti erano pieni di cose come fazzoletti, segnalibri, post it, pennarelli di riserva, quaderni e tanta altra roba, nella libreria avevo messo i miei libri in ordine cromatico e alcune decorazioni per tenerla piena. Sulla scrivania avevo posto i miei evidenziatori pastello da un lato, il mio tablet al centro e una piccola abatjour. Le pareti era adornate con i miei poster preferiti degli Imagine Dragons, dei Muse e come scordarsi dei The Ark? Insomma era la mia camera dei sogni. Sorrisi e iniziai a leggere un nuovo libro "Radio Silence".

Heartstopper: The futureDove le storie prendono vita. Scoprilo ora