Capitolo3

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Pov.Cleid

La campanella suonó io e Daley entrammo in classe,dopo avermi presentata alla sua amica,ci sedemmo nell'ultima fila,non voglio avere gli occhi addosso da tutti. La professoressa stava spiegando da un po',una noia unica. Vicino a me si é seduto un ragazzo,lo stesso ragazzo che ho incontrato alla macchinetta prima con mia cugina.

-Come ti chiami?- mi chiese.

Non ho risposto,non voglio avere nessun dialogo con nessuno,almeno per ora.

-Hai perso lingua?- mi chiese dinuovo -Allora?- -Sei muta per caso?-

-Scusa,dato che hai molta voglia di parlare, e stai infastidendo la signorina,vieni alla cattedra e parlami della seconda guerra mondiale- parló la professoressa,era una gioia di liberarmi di quel ragazzo,é così fastidioso.

-Non si arrenderà,lo conosco molto bene-

-Non mi interessa,non voglio avere a che fare con lui- risposi a Daley.

[…]

Tornammo  a casa e raccontai la mia giornata scolastica a mia zia,essendo obbligata. Entrai in stanza,sembrava tutto diverso. I miei vestiti erano nell'armadio e la camera era in ordine.

-Perché questo?- chiesi a mia zia.

-Accettalo- per me era difficile avere tutte quelle attenzioni,finisci per abituarti e poi rimanere deluso. Mi sento un vuoto dentro da tanto tempo e non riesco a colmarlo. Ho paura di affezionarmi,ho paura di tutto.

Sorrisi ed annui.

-É questione di tempo Cleid,starai bene- mi abbracció.

Uscii di casa a fare una passeggiata,dopo aver avvisato Daley e Jak.

Sono le sette e il cielo inizia ad oscurarsi,c'é un leggero vento che accarezza la mia spalla e mi scompiglia i capelli.

Ecco perfetto ha iniziato a piovere e io disto un ora da casa.

Accellerai il passo per ritornare indietro,una macchina corre velocemente,mi ha bagnata.

-Ma sei coglione o cosa?- gridai ferocemente. Abbassó il finestrino.

-Allora ci rincontriamo di nuovo- mi sorrise.

-Dove vedi la parte positiva?- chiesi annoiata.

-Ah,allora parli- disse appena uscì dalla macchina e prese un'ombrello.

-Vieni sotto- mi prese per il braccio.

-No vado di fretta,mi dispiace- mi liberai dalla sua presa.

-Ma dove vai? Sali in macchina,ti accompagno io-

Accettai l'invinto solo per convenienza.

-Ora mi dici come ti chiami?- mise a moto la macchina.

-Cleid- dissi mentre guardavo dal finestrino.

-Dove abiti?- mi chiese.

-Qualche isolato più avanti,vai sempre dritto-

-Sei sempre stata qua a New York?-

-No- dissi fredda.

-Perché? Dove abitavi prima?-

-Ma i cazzi tuoi mai?,comunque fermati abito qui-

Si fermò ed uscì dalla macchina.

-Ci vediamo domani a scuola Cleid-

-Ssi contaci-

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Benedettaa.

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