un caffè di Soia con schiuma

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Molte persone entreranno e usciranno dalla nostra vita ma solo poche lasceranno il segno nel tuo cuore con la loro presenza e il loro supporto.

Here with me – d4vd

Sono le sei e venti del mattino quando sento il suono assordante della sveglia riempire la stanza. Esco dal bagno a passo svelto, i capelli raccolti nell'asciugamano e indosso la prima maglietta bianca che trovo. Raggiungo il comodino e schiaccio con foga il pulsante di spegnimento.

Oggi iniziano le lezioni: la prima sarà con il professor Ravens e dopo il corso del professor Forts. Ecco il motivo per cui ero già in piedi quando la sveglia ha suonato! Infilo un Blazer nero oversize e un paio di occhiali da sole. Stamattina ho bisogno di raccogliere i pensieri, accogliere le tante emozioni provate in questi giorni e ascoltarmi; mando un messaggio sul gruppo che ho con Agatha ed Ethan informandoli che non ci sarò per colazione. Appena apro la chat mi accorgo che ieri sera i miei nuovi amici hanno mandato almeno un centinaio di messaggi discutendo sul nome da dare al nostro gruppo facendo a gara su chi sceglieva il più bello. Scorro velocemente la chat e mi scappa un sorriso, sono due folli!

Prendo la borsa di tela, infilo le cuffie e faccio partire la playlist: la prima canzone che parte in shuffle è This town di Niall Horan. È la prima volta che vado in caffetteria invece che al pub, cerco di capire la direzione giusta sperando di non perdermi e noto che si trova proprio vicino alla biblioteca.

Varcata la soglia, vengo travolta dall'odore del caffè, probabilmente perché stanno accendendo adesso la macchina. È presto, ancora non ci sono gli studenti; la caffetteria è molto grande, le pareti sono di un verde diaspro e per mantenere la privacy dei tavoli, visto che spesso qui gli studenti ci vengono per studiare per gli esami, sono posizionati al centro con una piccola forma quadrata e una poltrona sempre sui toni del verde lo circonda. La mia attenzione viene attirata da un bancone stracolmo di ogni prelibatezza: morbidi panini al burro, focacce farcite, croissant salati e dolci, Donuts, torte a più strati e per ogni gusto.

Ordino un cappuccino di soia con tanta schiuma e un croissant salato con prosciutto crudo e rucola da portare via.

Esco dalla caffetteria e mi dirigo verso la serra. È un luogo stupendo, la struttura è una cupola di vetro e acciaio al cui interno ci sono tantissimi tipi di piante e di fiori e c'è un odore inebriante e fresco, spesso si possono intravedere anche delle farfalle svolazzare vicino ai fiori e posarsi sui petali. Mi siedo su una cassetta proprio tra tulipani e muscari, i miei fiori preferiti, e inizio a fare colazione abbandonandomi ai miei pensieri. La professoressa del corso di botanica è la prima docente con cui ho parlato nell'open day virtuale; durante il giro della serra, la mamma non ha resistito e ha fatto un sacco di domande: hanno passato almeno un'ora a chiacchierare di tutti i tipi di piante presenti, così, insieme a papà e alla nonna, mi hanno subito iscritta al corso. "Sarò sincera, probabilmente mi sarei iscritta comunque ma non ho avuto molta scelta, spero di riuscire a frequentarlo quest'anno..." appena prende forma questo pensiero, sento un vuoto nel petto. La prima lezione di oggi è con il professor Ravens, prima classe di pedagogia, poi avrò filosofia e per ultimo letteratura latina con il professor Forts.

L'ora del professor Ravens trascorre in un lampo. Ci lascia con la richiesta di scrivere un breve tema sulle nostre preferenze tra gli argomenti proposti dal corso.

Finita la lezione, trovo ad attendermi fuori dall'aula Ethan e Agata; tutti e tre ci avviamo verso l'aula del professor Forts in religioso silenzio e scambiandoci sguardi ansiosi. Giunti davanti alla porta, Ethan ci prende per mano e ci chiede di un gran respiro.

«Andrà tutto bene ragazze, siamo forti e intelligenti, più di quanto pensiamo, e finché staremo insieme, nessuno ci butterà giù, chiaro? Io prometto di essere sempre la vostra spalla» disse e non so con quale forza gli credetti.

Prendiamo posto uno accanto all'altra. Mentre inizio a tirare fuori dallo zaino il computer e l'astuccio sento la porta aprirsi di scatto e dei passi veloci dirigersi alla cattedra: è arrivato.

«Allora, adesso che sono entrato e voi siete seduti, chiudo la porta: chi è in classe ha fatto la sua scelta; chi è in ritardo sarà considerato assente per questa prima lezione e vi annuncio subito che ci saranno delle conseguenze. Per la prima mezz'ora/quaranta minuti vi parlerò in generale di un argomento, ogni lezione avrà un tema prescelto, durante gli ultimi venti/trenta minuti vi farò delle domande per vedere chi di voi mi ascolta davvero o se siete venuti solo a fare le statuine scalda-banco che pensano di ottenere crediti in più. Spero sia tutto chiaro. Iniziamo!»

Mi è sempre piaciuta la letteratura latina; il problema è che dalla prima presentazione del professor Forts mi sono sentita terribilmente in soggezione, ma nonostante quella sensazione iniziale ho voluto mettermi alla prova, così, ho fatto l'errore di rispondere volontariamente a una domanda posta dal professore, che adesso continua a tartassarmi di domande, una dietro l'altra, senza tregua, senza darmi il tempo di pensare. Cercato di rispondere a tutto, ma a un certo punto sento il respiro mancarmi, il corpo indebolirsi e mi ritrovo al centro di una classe buia, muta e impotente, con la voce del professore ridotta a un sottofondo, la testa che gira come un uragano, la vista offuscata e la voce stretta in gola in un nodo impossibile da sciogliere. Voglio solo correre fuori e respirare senza trattenere le lacrime ma sono inerme, inchiodata alla sedia con decine di occhi che mi fissano. Fortunatamente la campanella mi salva, mi fiondo fuori dall'aula senza neanche aspettare Ethan e Agatha; mi sento troppo umiliata e sono sicura che Cameron avrà il suo solito ghigno sulla faccia.

«Hey Hope... come stai?» Ethan mi raggiunge in un angolo della mensa seguito da Agatha. «Il professor Forts ha davvero esagerato, avrebbe dovuto accorgersi che non ti sentivi bene» dice Agatha asciugandomi col dito le lacrime che sfuggono al mio controllo. «Dimenticati di questa lezione, Ophelia, alla fine hai risposto a tutto quello che riuscivi» aggiunge Agatha, «Vieni, Hope, andiamo a sederci » dice Ethan prendendomi per la mano, «posso?» chiede indicando il fianco, e io annuisco, lui si piega per raggiungermi fino al pavimento dove mi ero rannicchiata in cerca di protezione, appoggia una mano sul fianco e mi aiuta ad alzarmi. Agatha prende posto e io la seguo.

«Ophelia, ti promettiamo che se il professore ti tartasserà di nuovo in questo modo e tu dovessi sentirti male, interverremo noi a difenderti!» affermano convinti all'unisono. Mi aggrappo a quella promessa solenne per risalire dal buio in cui ero piombata e mi alzo per dargli un forte abbraccio.

Dalla porta della mensa, vedo entrare due ragazzi più grandi, ora che si avvicinano li riconosco: sono i rappresentati di istituto, c'era la loro foto sul sito della scuola.

«Salve, matricole! Prima di augurarvi un buon pranzo, vi volevamo dare l'invito ufficiale al ballo che inaugurerà il nuovo anno scolastico. Il tema scelto è "ballo in maschera in stile vittoriano" in onore delle origini della nostra scuola.

«OH MIO DIO!» esclamano entusiasti Agatha ed Ethan.

«Questo vuol dire una sola cosa: shopping pre-ballo!!!»e Agatha salta dalla sedia facendo una piroetta nell'aria.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 07 ⏰

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