SCIENZA

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Carissima collega,

come stai? Come vanno le tue ricerche oltreoceano?

È passato molto tempo dal nostro ultimo incontro: con una birra sulle rive del fiume alla chiusura dei locali, ormai abbastanza brilli, ci siamo messi a parlare di Scienza sfociando nel filosofico. Ad un certo punto ci siamo domandati in piena crisi: "ma noi con tutti questi calcoli astrusi che ci facciamo?" e ci siamo chiesti cosa fosse veramente la Fisica. Di definizioni in giro ce ne sono tante, ma qui te ne riporto una mia che la lega strettamente al linguaggio.

Fisica: Formalismo logico-matematico i cui elementi vanno intesi nel senso degli eventi misurabili che vuole indagare, esprimere e spiegare. Linguaggio astratto, quantitativo e di carattere predittivo, isomorfo ai fenomeni naturali che coinvolgono i costituenti fondamentali della materia e dunque essenzialmente legati a grandezze interagenti quali l'energia e lo spazio-tempo.

Che ne dici, ti soddisfa?

Tornando ai nostri discorsi di stampo filosofico, forse erano inevitabili. Ti dico questo perché mi sono persuaso che in qualche modo le verità scientifiche siano delle prodigiose ed efficacissime tautologie. Qualcosa che è vero quasi per definizione. Ci capita spesso di ridurre espressioni complicatissime in semplici formule, no? Eppure, l'espressione complicata e quella semplice esprimono la stessa identica cosa. Solamente che la seconda è chiara, essenziale in quanto coglie l'essenza del fenomeno in studio, funzionale per l'algoritmo e quindi per la teoria che stiamo dimostrando; non dimentichiamoci poi che è in un certo senso "esteticamente bella", al contrario della prima che così scritta ci dice poco, ovvero ci risulta scarsamente comprensibile quanto un concetto complesso arricchito di ulteriori fronzoli non necessari e scritto in una lingua sconosciuta.

Non mi fraintendere, non è mia intenzione sminuire il nostro difficile lavoro: al contrario, mi piace prendere coscienza di quello che faccio. Per questo le voglio dare il posto che le spetta, perché la scienza riguarda molte cose ma non tutte e non tutto è scienza.

Ebbene, tento una brevissima genealogia delle verità scientifiche, che mi sono azzardato di definire prodigiose tautologie, a partire dai processi logico-formali più elementari. Al fine di avere un valore conoscitivo, la scienza pone le sue fondamenta sull'esperienza. Tuttavia, nel suo modus operandi, si slega completamente dalla realtà fenomenica che intende esaminare e, con un abile rovesciamento, pone i suoi enti al di sopra di essa. Un corpo diventa un peso, una forma, quantità e qualità si elevano ad "essenze" e volano verso i "fatui cieli dell'iperuranio". Al loro ritorno sulla Terra si pone il problema dell'interpretazione: come descrivere in mancanza di adeguati termini di paragone? Inevitabilmente il mio pensiero va alla meccanica quantistica!

Qualcuno dice che l'alcol faccia fare dei discorsi profondi e nel nostro caso (qui mi scappa da ridere) è stato così. Ma credo, anche da serio e da lucido, che la scienza non basti a sé stessa. Anzi, necessita di una Filosofia della Scienza che ne discuta le premesse, le modalità, i limiti e che, coerentemente ad essi, ne interpreti i risultati.

Ti stimo moltissimo e mi piacerebbe sapere cosa ne pensi delle mie parole.

Nel frattempo ti auguro buon lavoro e non ti nascondo che mi piacerebbe far parte di qualche tuo progetto, per cui se le mie conoscenze possono esserti utili non esitare a contattarmi per una collaborazione.

Ti lascio con una citazione del grande Henri Poincaré che ho scoperto soltanto di recente e che mi ha notevolmente sorpreso, in quanto riassume in maniera molto diretta ed essenziale quello che io sostengo da molto tempo:

La matematica è l'arte di dare lo stesso nome a cose diverse.

Un forte abbraccio

A.

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