Dannata caviglia

161 7 0
                                    

Il giorno dopo si svegliò carica come una molla e dopo aver salutato gli altri per colazione si mise a fare yoga dietro la sua baita. La raggiunse Piper e si misero a fare gli esercizi insieme. Chiacchierarono senza far nulla di importante per il resto della giornata e al pomeriggio presto, dopo un pranzo veloce, radunarono gli altri per partire per la passeggiata: Hazel, Jason, Reyna e Percy.

Leo e Frank erano invece rimasti al campo per la costruzione di non si sa che tipo di fionda.

Dopo quaranta minuti di cammino nel bosco, Annabeth inciampò su una radice: "Ah!" Merda la caviglia!" Tutti si fermarono.

"Oddio, ti fa tanto male? Dobbiamo chiamare un'ambulanza?!" Hazel si era agitata, in effetti era la più piccola, aveva solo sedici anni, mentre Annabeth, diciannovenne, era rimasta abbastanza calma.

"No no, state tranquilli, è solo una storta, però non credo di poter continuare a camminarci." Cercò di muoverla ma una fitta di dolore le fece stringere i denti.

"Dobbiamo riportarti indietro assolutamente." Hazel insisteva.

"Tranquilla Hazel, la porto indietro io." Percy si fece avanti. Effettivamente era il più forte dei presenti.

"Percy ha ragione, voi continuate la passeggiata, non preoccupatevi per me." Annabeth cercò di tirarsi su e Percy la sorresse.

"Ci vediamo stasera."

Gli altri erano ancora un po' indecisi, ma la sicurezza dei due ragazzi li tranquillizzò e ripartirono.

Rimasero Percy e Annabeth che si guardarono negli occhi. Grigio nel verde-azzurro. Verde-azzurro nel grigio. Poi lui si voltò di schiena: "Sali."

Annabeth si aggrappò al suo collo con le braccia e con le gambe gli circondò la vita.

Ci misero un'ora a tornare, e arrivati, Percy la portò in infermeria dove bendarono la caviglia di Annabeth e le diedero una stampella, per appoggiarsi.

Percy la accompagnò fino alla baita, la ragazza fece per entrare, ma si girò: "Fammi compagnia per un po'." Annabeth era sorpresa quanto Percy, ma diede la colpa al dolore.

Il ragazzo sorrise e le fossette riapparvero, "Ma certo." e la accompagnò dentro la casetta.

Studiarono per tutto il pomeriggio e ad Annabeth venne affibbiato il soprannome di Sapientona, mentre Percy, beh lui era un po' più scarso di lei.

I giorni successivi furono monotoni: Annabeth si muoveva poco per via della caviglia, studiava quasi tutto il giorno e ogni tanto passavano a trovarla i suoi amici, ebbe però l'opportunità di conoscere meglio i ragazzi del campo.

Allo scadere della prima settimana dall'arrivo di Annabeth, Percy entrò nella baita.

"Hey! Bussare è un'opinione?" Ma Percy non stette a sentirla e la sollevò tra le braccia.

"Percy mettimi giù. Non osare!".

"Era ieri l'ultimo giorno per riposare la caviglia, ne hai già sprecato uno."

"Perseus Jackson!" I ragazzi si erano raccontati molto nei giorni precedenti, e ora conoscevano il nome intero dell'altro.

"Se ti azzardi a farmi toccare anche una singola goccia d'acqua, io-"

Ma Percy aveva già raggiunto il lago, e tutto sorridente guardava Annabeth avvinghiarsi completamente a lui per non toccare la fredda superficie.

Gli sforzi della ragazza furono vani perché Percy mollò la presa e i piedi di lei affondarono nell'acqua limpida.

Non si può dire che Annabeth fosse arrabbiata, era infuriata con Percy, ma almeno la caviglia non le faceva più male per davvero.

Il ragazzo le sorrise con quel suo solito sorriso pieno di fossette, "Un grazie?".

Annabeth gli mollò un pugno sulla spalla, "Vai a cagare." e, adirata, uscì dal lago per tornare nella sua baita, a scaldarsi i piedi.

Quel ragazzo aveva una vera e propria ossessione per l'acqua e Annabeth si ripromise di vendicarsi successivamente.

Love me and i'll love youDove le storie prendono vita. Scoprilo ora