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Simone nel corso della sua vita, al contrario di quello che si poteva pensare di lui, non aveva mai avuto le idee chiare sul suo futuro. Non sapeva cosa sarebbe diventato e non sapeva nemmeno se ponendosi un obbiettivo lo avrebbe raggiunto e ne sarebbe stato soddisfatto, Simone fino ai 19 anni era stato un ragazzo come tanti altri con le idee poco chiare e tante domande in testa.

Tutti si aspettavano da lui che finite le superiori avrebbe iniziato l'università, qualsiasi essa fosse, sicuramente nessuno si aspettava di vederlo prende un anno sabbatico utile a mettere un po' insieme le idee. Anno che gli servì a guardarsi intorno, a studiare le sue passioni e a focalizzarsi su cosa lo avrebbe reso davvero felice fino a prendere la decisione di iscriversi alla facoltà di fisica.

Tutti a quel punto si aspettavano che avesse le idee abbastanza chiare sul lavoro che avrebbe voluto fare perché si sa, appena compi un passo devi aver già pensato ai dieci successivi, ma Simone aveva deciso che compiendo un passo pensava solo ed unicamente a quel passo per essere sicura di posizionare il piede bene, e così aveva fatto. Aveva stabilito che il percorso di studi adatto fosse quello ed aveva deciso di intraprenderlo, il resto sarebbe venuto a tempo debito.

Simone non aveva mai avuto le idee chiare sul suo futuro, ma una sola ed unica certezza l'aveva sempre avuta, passare i suoi primi anni da adulto dentro una casa con suo fratello e nessun altro. Sarà che potevano permetterselo, sarà che era l'unico obiettivo che entrambi si erano sempre posti, fatto sta che lui e Jacopo in quella villetta a schiera ci andarono a vivere sul serio al compimento dei loro 23 anni con la laurea imminente di Simone ed il contratto indeterminato appena firmato da Jacopo.

Suo fratello era l'unico di cui tollerava le abitudini nonostante spesso fossero diverse dalle sue e, viceversa, Jacopo probabilmente era l'unico che tollerava le abitudini, a volte al limite del maniacale, di Simone.

Simone tollerava un po' di disordine in casa a patto che la cucina e il bagno fossero sempre ordinati, Jacopo tollerava il dover lavare i piatti appena finito di mangiare a patto che potesse farlo sul divano quando ne aveva voglia. Avevano trovato un equilibrio fatto di compromessi che Simone era convinto di poter tollerare solo con suo fratello, però.

Aveva appena finito di lavare per terra quando rientrò in cucina per poter chiudere la finestra e lui sicuramente aveva delle abitudini maniacali, è vero, ma sicuramente un gatto seduto sul gocciolatoio del lavandino non rientrava nemmeno nella normalità di Jacopo visto che loro non avevano un gatto.

Rimase fermo sulla porta per qualche istante a guardare quel micio arancione a pelo lungo che lo fissò di rimando muovendo in modo tranquillo la punta della coda.

«uhm- ciao?» disse, ma ciao de che Simo'? È un gatto, pensò subito dopo. «Ja?» si sporse un po' fuori dalla porta senza staccare gli occhi dalla bestiola che sembrava interessata a quella nuova conoscenza. «Jajo» ripeté a voce più alta prima di veder spuntare il fratello dal bagno.
«ao che vói?» chiese, lui si limitò ad indicare un punto all'interno della cucina. Jacopo lo raggiunse sporgendosi oltre la sua spalla e appena individuò il gatto lì fermo sullo stesso punto si aprì in un sorriso felice. «ma guarda com'è bello!» disse scostandolo per poter raggiungere il micio che, vista la rapidità dei suoi gesti si spostò velocemente sul pianale della cucina per allontanarsi.
«Jacopo puoi stare fermo prima che inizi a saltare per casa?» chiese facendo alzare gli occhi al cielo al fratello. Solo dopo quei movimenti, però, si accorse che nascosto tra i peli c'era un collarino nero con una medaglietta attaccata. «è di qualcuno!» esclamò.
«seh» rispose Jacopo come se quella cosa non lo sorprendesse affatto. «è der ragazzo qua affianco» la fronte di Simone si aggrottò subito e si accorse della vicinanza del gatto solo quando un naso umido gli colpì la mano, costringendolo ad abbassare lo sguardo su di lui.
«scusa chi? Quello che parcheggia sempre al posto nostro?» un cenno di assenso fu la risposta di Jacopo che fece roteare gli occhi di Simone. «e adesso che facciamo?»
«glielo riporti»
«io?»
«eh te! Da me non se fa avvicina'»

Romeow. | Simuel.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora