Quella sera la temperatura esterna sembrava essere una temperatura estiva e questo, insieme al fatto che Romeo da poco era arrivato a reclamare cibo, avevano convinto Simone a restare in giardino per godersi un po' entrambi con un caffè poggiato sul tavolino e la luce calda della veranda accesa. Rimase solo per un po' ascoltando i rumori della sera, dopo poco però lo raggiunse Jacopo con un altro caffè stretto nelle mani ed un sorriso rivolto al micio che mangiava tranquillo sul prato.
«te piace proprio eh» Simone sorrise a sua volta.
«è un gatto carino»
«io veramente dicevo er padrone»Il fratello lasciò fuoriuscire uno sbuffo dalle labbra perché di intavolare una discussione sull'argomento non aveva voglia, era abbastanza maturo da capire che non gli era decisamente indifferente il suo vicino di casa, ma la parte razionale di se gli comunicava anche che non poteva sentire lo stomaco contorcersi dopo così poco tempo, soprattutto per come erano cominciate le cose tra di loro.
«non me piace» borbottò nascondendosi dietro la tazzina del caffè.
«peccato» rispose Jacopo alzando le spalle, fu lo sguardo confuso di Simone a farlo continuare. «te a lui je piaci»
«e te che ne sai?»
«se vede, l'ha detto pure papà»
«te e papà parlate della mia vita sentimeale?»
«e di quella di Manuel» Jacopo sorrise portandosi il caffè alla bocca.Simone ripensò alle parole pronunciate dal maggiore quando erano sul divano un paio di giorni prima, al fatto che nemmeno troppo velatamente avesse dimostrato il suo interesse senza pensarci due volte e al fatto che lui, invece, se ne era stato in silenzio senza fagli capire come aveva interpretato quelle parole. Poggiò il gomito sul tavolo ed il mento sul palmo della mano, fissando il suo caffè mezzo vuoto sul tavolo e chiedendosi come ci fosse finito in quella situazione quando ormai aveva trovato la sua stabilità nella vita.
In quel momento Romeo si intrufolò sulle sue gambe rannicchiandosi lì e lui portò istintivamente la mano libera sulla sua schiena per accarezzarlo.
«ao mica è morto qualcuno, te piace uno co un gatto impiccione, poteva anna' peggio»
«mh» mormorò alzando gli occhi, in quell'istante vide il protagonista della loro conversazione sbucare dalla portafinestra di casa sua e puntare lo sguardo verso di loro, forse attirato dalle voci.
«e poi insieme siete-» un calcio sullo stinco fece ammutolire all'istante Jacopo che saltò sulla sedia.
«mortacci tua Simo' ma sei deficient-»
«avete visto Romeo?» la voce di Manuel attirò l'attenzione di entrambi e solo in quel momento Jacopo capì il perché di quel gesto, si coprì il viso per evitare di ridergli in faccia e finì il suo caffè alzandosi dal tavolo.
«sta dove vorresti sta te, probabilmente» disse rientrando in casa.Il volto di Simone ci mise giusto un paio di secondi a dipingersi di rosso sotto lo sguardo confuso di Manuel che rimase a qualche passo da lui, il minore si schiarì la voce poggiandosi allo schienale della sedia e cercando in tutti i modi di evitare lo sguardo del ragazzo davanti a se.
«ma 'n che senso?» chiese a quel punto Manuel.
«sta uhm-» Simone si schiarì la voce. «sta qua» disse indicando le sue gambe da cui poco dopo sbucò la testa di Romeo dietro al tavolo.
«oh» fu l'unica esternazione di Manuel prima che un sorriso divertito piegasse le sue labbra.
«che ti ridi?»
«tu fratello me fa ride, soprattutto perché te mette in imbarazzo»
«ti diverte vedermi in imbarazzo?»
«me piace guarda' ste guance rosse» rispose prendendo posto dove poco prima c'era Jacopo.Quella frase non fece altro che peggiorare la condizione di Simone che abbassò lo sguardo su Romeo per cercare di dissimulare quella reazione a suo parere esagerata, ma gli occhi di Manuel non accennavano a volersi staccare dal suo volto nonostante le stelle fossero ben visibili in cielo e decisamente più interessanti di lui, a suo parere.
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Romeow. | Simuel.
Fanfiction«non è colpa tua, tu sei un bravo gatto è vero?» «ao mica so entrato io dalla finestra tua»