Dopo un volo durato 1 ora e mezza l'aereo arrivò a destinazione, facendo scendere tutti i passeggeri.
Hermann ed Igor erano seduti agli ultimi posti rispettivamente accanto al finestrino e in mezzo; ma chi capitò affianco ad Igor?
Chi di meglio se non un bambino urlante? Il suo cervello gli diceva di tirargli un pugno, ma il suo cuore sapeva che non poteva quindi placò semplicemente i nervi.
Una volta scesi dall'aeromobile entrarono nell'aeroporto che ospitava un'entrata enorme con una scritta "Witamy w Katowicach".
Si addentrarono maggiormente e ripresero le loro valigie, per poi dirigersi verso un bar con l'intenzione di bere un caffè.
Subito dopo chiamarono un taxi che li portò ad un piccolo ostello in periferia, completamente immerso in un boschetto, per giunta vicino ad un ruscello."Questo ostello è della fabbrica, qui dormono tutti i ragazzi che ci lavorano.
Lo pagano loro, dovrai pagare solamente le bollette.
La tua stanza è la 302.""Va bene, grazie mille.
Qual è il numero della tua?""La mia è la 147, ma il capo mi ha chiesto di condividere la stanza con te per le prime due settimane."
"Suona bene per me."
Entrambi iniziarono a disfare le valigie e si buttarono immediatamente sui letti.
Igor accese il cellulare, scorrendo su Instagram.
Hermann lo vide con la coda dell'occhio e non esitò a domandargli:"Qual è il tuo nickname?
Potrei seguirti, se non ti dispiace."L'altro lo guardò leggermente imbarazzato, non se lo aspettava.
"@just_Igor"
"Io sono @H3rm4n"
A queste parole il polacco sorrise.
Non lo conosceva nemmeno, ma già amava il sorriso del suo collega, con quelle labbra sottili, quei capelli biondi e mossi con un ciuffo che gli permetteva di intravedere i suoi bellissimi e ipnotici occhi, color ghiaccio.
Hermann andò in bagno per farsi una doccia calda mentre Igor accese i riscaldamenti e, totalmente preso dalla curiosità, osservò attentamente l'account del suo compagno.
Da ciò capì che amava sicuramente gli animali e la natura, ma anche la fotografia e il disegno; lo trovò estremamente attraente ed interessante.
Si limitò solo a dare un'occhiata superficiale con un ghigno innocuo stampato sul suo volto candido prima che il biondo uscisse dalla doccia, coperto solo da un asciugamano bianco che aveva accuratamente stretto in vita.
Igor lo scrutò lentamente, dall'alto verso il basso, senza farsi notare.
Hermann si mise una maglietta e una felpa subito sopra per il troppo freddo, dei boxer grigi e un paio di pantaloni di tuta neri, si mise dei calzettoni di spugna dello stesso colore. A questo punto si accasciò sul letto e aprì le coperte, dove si immerse fino al collo. L'altro sorrise, come un sorriso di tenerezza: avrebbe voluto abbracciarlo, senza mai lasciarlo; essendo molto magro aveva freddissimo e gli sarebbe piaciuto percepire il calore dell'altro ma mise a bada i suoi istinti, mascherandoli con quel maledetto sorriso.
Nessuno dei due aveva fame, quindi decisero semplicemente di dormire.
Igor si alzò, chiuse a chiave la porta (gli altri colleghi avrebbero potuto giocare brutti scherzi), chiuse le tapparelle e si mise nel letto.
Solo nel momento in cui prese sonno, sentì che le coperte si alzarono dietro di lui: si girò e vide Hermann nel suo letto. Data la scena al quanto strana fece per distaccarsi quando, il tedesco, lo tirò a sé.
Capitava spesso che il biondo avesse degli incubi che per lo più riguardavano la morte del padre: Allen Schulz morì per un tumore ai polmoni all'età di 43 anni, Hermann era solo un bambino. A dir la verità soffriva anche di paralisi del sonno, per questo non riusciva mai a dormire."Non è nulla di romantico.
Soffro spesso di incubi e ho bisogno di una persona da abbracciare in momenti come questo.""Va bene, ma se osi far muovere quelle mani per te è finita."
Voleva fare il duro, ma non riusciva nemmeno a rimanere serio.
In fondo a lui non dispiaceva mica, ma non doveva dare troppo all'occhio.
Detto ciò si addormentarono, per poi svegliarsi alle 18:00, ancora più rintronati di prima.
Il biondo era ancora in dormiveglia, mentre il castano ne approfittò per scendere al piano terra e comprare due caffè e delle bustine di zucchero, nel caso in cui il suo collega ne avesse desiderata una.
Appena tornato in stanza vide Hermann seduto sul letto intento a svegliarsi con degli schiaffetti e gli porse il caffè.Cazzo
Cazzo
Cazzo
Ancora quel sorriso.
Gli fece un sorriso di cortesia, chiudendo lievemente gli occhi.
Non riusciva a resistere, con nonchalance prese la mano e si coprì il cavallo rialzato dei pantaloni.
Per distrarsi prese a sorseggiare il suo caffè rigorosamente amaro e ad osservare il panorama montano che si poteva vedere dalle finestre, era veramente magnifico.
Mentre continuava ad osservarlo vide il suo compagno che estraeva una macchina fotografica, una Polaroid bianca, dalla sua valigia grigia.
Fece molte foto e gliele mostrò: era veramente un maestro per quanto riguarda le fotografie, rimase totalmente incantato."Sei veramente bravissimo a fare foto.
Ho avuto modo di vedere anche il tuo profilo Instagram e sono rimasto affascinato!""Esagerato..."
Il tedesco arrossì lievemente, sorridendo."Non sto esagerando, credimi. Meriti veramente tanto."
"Grazie, Igor. Tu hai qualche talento?"
"Suono il basso da più di due anni ormai, suonavo anche la batteria."
"Figo! Sono sicuro che sei bravissimo."
"Diciamo che me la cavo, sì."
Faceva il modesto, ma in realtà stava morendo dentro: non gli avevano mai fatto così tanti complimenti."Sono già le 20:03, c'è una mensa o dobbiamo provvedere noi al cibo?"
Mormorò il biondo."La mensa l'avevamo, fin quando non sono cominciate le battaglie di cibo. In camera mia dovrei avere della carne di manzo, controllo subito."
Igor uscì, in direzione stanza 147."Carini i modi del ragazzo, mi affascina molto. Spero di legarci subito con lui."
Il tedesco impose questo pensiero.Intanto dalla porta entrò il suo collega con due fettine di manzo.
"Se vuoi potrei cucinare io, mi viene abbastanza bene."
"Prego, Gordon Ramsey."
Disse il più alto per sciogliere la tensione.
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Io, te e gli anni 2000
RomanceSi sa, anni 2000 vuol dire nuova moda, nuova musica, ma purtroppo la mentalità delle persone è sempre la stessa: argomento che dovranno affrontare i nostri due protagonisti, immersi nell'odio, nell'ingiustizia e nell'infelicità. Hermann Schulz è un...