OSSESSIONE

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Harleen Quinzel era pazza. Joker non sapeva come definirla. L'unica cosa che sapeva per certo era che la follia della donna era qualcosa di innato, qualcosa a cui lui aveva contribuito ad accresce. Tra tutte le sue aiutanti, Harley era l'unica ad aver mostrato segni di psicopatica prima ancora di iniziare a mostrare un minimo interesse per lui. Il clown aveva capito sin da subito che la donna aveva già dei problemi mentali il giorno che l'aveva conosciuta all'Arkham Asylum. Non era servito manipolarla più di tanto, la sua testa era già fuori posto prima che lui le rivolgesse la parola.
E quando divenne la sua aiutante, quella follia non fece altro che esplodere in tutta la sua bellezza. Lui ne rimase rapito. Era la prima volta che incontrava qualcuno così folle da amarlo e seguirlo nonostante gli abusi e la violenza nei suoi confronti. Non importava quanto dolore le procurasse, lei continuava a seguirlo e non solo, il più delle volte, finiva per ricambiare quella violenza e quella follia. Per questo motivo il re del crimine finì per provare una forte ossessione nei suoi confronti, un ossessione che finì per renderla qualcosa di più di una semplice aiutante. L'uomo iniziò a vederla come qualcosa di suo, qualcosa che solo lui poteva possedere.
E anche quando la regina di Gotham pose definitivamente fine a quel rapporto malato, il Joker continuò a considerarla un suo possesso, nonostante il fatto che anche lei adesso fosse  violenta nei suoi confronti.
A lui non importava, non importava se era sottomessa o violenta nei suoi confronti, a lui bastava sentire quella piacevole sensazione che provava ogni qual volta che interagiva con lei, quella sensazione di malsano piacere che percepiva quando la toccava, quando la feriva, quando era sul punto di ucciderla o quando lei lo pestava a sangue fino a spezzargli le ossa. Quando era con lei il piacere e il dolore non erano due cose separate, al contrario, si mescolavano e si fondevano fino a diventare una cosa sola. Non importava chi era il carnefice e chi la vittima, non importava chi andasse a casa di chi per uccidere l'altro o per passare una notte insieme in ricordo dei bei vecchi tempi. Entrambi erano ossessionati da quel rapporto, quella relazione malata tanto orrenda quanto piacevole, affilata come un coltello ma indispensabile come l'ossigeno. Dopotutto era questo Harley per lui, un'ossessione.

Le sette riflessioni del JokerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora