Tremano. Le mie mani tremano, come le esili foglie sugli alberi di Marzo, sopravvissute ad un lungo inverno e desiderose di ricominciare.
E intanto i miei occhi stanchi si socchiudono, portandomi via dalla realtà, rinchiudendomi nell'incasinata stanza buia e confusa che è la mia testa, dove migliaia di pensieri si fanno largo, languidamente, alloggiando per anni, mesi, giorni, o solo qualche secondo.
Le mie emozioni sono vacillanti, come le onde increspate del mare notturno, cullate dal dolce vento ma pronte al repentino arrivo della tramontana.
Respiro. Respiro forte, e le labbra si schiudono a questa boccata d'aria che fa trasalire i polmoni, in apnea da ormai troppo tempo.
Il cuore si agita, non più abituato a ricevere ossigeno e ormai arresosi al suo destino da soprammobile inutilizzato, e torna a lavorare con fatica, come un pianoforte scordato, che, anche se suonato dal miglior pianista, fallerà per via delle sue condizioni.
Concentrazione. La concentrazione è fondamentale in queste situazioni. Pensa ad un ricordo felice, pensa ad un momento che vorresti vivere, pensa... no, non pensare. Pensare fa male, pensare è per me diventato sinonimo di ricordare, e ricordare vuol dire rivivere, rimuginare, e perdere ancora più pezzi di quanti io già non abbia smarrito lungo il tragitto.
Troppo tardi. Eccoli che corrono, senza sosta, i pensieri intrusivi che, come delle mine vaganti, vanno a distruggere il raccolto quasi maturo seminato grazie ad anni di dedizione.
Vorrei piangere. Vorrei non provare più niente, nell'apatia più totale. Vorrei poter schiarirmi la mente da queste parole sconnesse. E invece sono qui, troppo insensibile per cedere alle lacrime, e troppo emotiva per ignorare il mondo attorno a me. Vorrei, vorrei vorrei vorrei...
Silenzio. Vorrei solo silenzio. Poter spegnere questa macchina, perché è questo ciò che il mio corpo ormai è diventato. Un macchinario arrugginito, impolverato, troppo vecchio per essere rinnovato ma troppo nuovo per essere demolito. Se solo si potesse fare, se, come l'interruttore della luce o il pulsante di un auto, si potesse spegnere tutto per avere un po' di pace..
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Parole per lasciare andare
PoetryPoesie scritte da me, nelle bozze da anni, pubblicate da piccola, o scritte di getto e pubblicate senza revisione. Semplicemente poesie e pensieri che si susseguono in vicende di vita, senza filo logico e senza trama. Giada, 2005