Peter, Andrew, Louis

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La stanza esplode.

E poi non esplode più.

Per un attimo, Louis è terrificato: sente il pavimento lontano dai piedi e vede il mondo spaccato, larghe crepe che lasciano trasudare un pesante colore viola, in cui si muovono nebulose, figure pallide, e pezzi di terra lasciati a sé stessi. Poi, Stephen riporta contro le sue mani gli anelli di rune, sul tavolo sospeso nel vuoto, e le crepe si saldano, i pezzi si ritrovano, tutto ritorna normale e i suoi piedi incontrano l'attrito della terra. Volta la testa verso Harry, pallido e, per quanto provi a nasconderlo, provato, e poi verso lo stregone, che ha lasciato l'incantesimo, ora piccolo quanto il suo palmo, fluttuare in un cristallo adagiato al piano di ottone. Louis riprende lentamente fiato, tenendosi il fianco, e sbatte le palpebre. ''Ha funzionato?''

''No'' sbotta Strange, pallido, gli occhi stretti ''Hai cambiato il mio incantesimo sei volte.''

''A stento cinque'' corregge, dopo un'esitazione.

''L'hai cambiato, e non si fa! Te l'ho detto! E mi è sfuggito di mano'' precisa, indicando furiosamente il cristallo sospeso. ''L'ho interrotto per evitare una catastrofe.''

''Stephen, mi dispiace-''

''Chiamami signore, adesso.''

Auch. ''Scusi, ha ragione.''

Strange si passa una mano sulla fronte e adagia l'altra sul fianco, guardando pateticamente il ripiano: ''Dopo tutto quello che abbiamo passato insieme tendo a dimenticare che tutta questa storia dei supereroi per te è iniziata quando eri un ragazzino. Il problema non è nemmeno Mysterio'' precisa, incontrando i suoi occhi ''Sei tu che vuoi vivere due vite, Louis. Esattamente come voleva fare Tony. E più andrai avanti, più diventerà un problema. Capisco che tu voglia mantenere vive delle cose, ma stai scegliendo gli atteggiamenti sbagliati. Mi dispiace che non ti abbiano confermato il master, ma se parlare con loro non li ha convinti, non puoi fare altro.''

Louis prende una breve pausa: ''Con convincerli intende che avrei potuto chiamarli?''

''Sei venuto qui a chiedermi di fare il lavaggio del cervello all'intero universo senza nemmeno aver provato a fare una telefonata o insistere? E tu gliel'hai lasciato fare?'' domanda dopo un'esitazione sconvolta, stavolta verso le sue spalle. Harry, ancora mortalmente pallido, risponde dopo una po':

''Tecnicamente, la sua vita accademica non è un mio problema.''

Due minuti dopo, la porta del Monastero si chiude con uno scatto sulle loro facce. Louis porta la testa all'indietro, poi guarda l'uomo al suo fianco: ''Come stai, Inghilterra?''

''Be', vedere il tessuto primo del mondo messo a nudo sotto i tuoi piedi non'' si schiarisce la voce e si sistema la cravatta ''Non capita tutti i giorni, ma... Sto bene, credo. Sì.''

''Bene. Adesso, non so se lo sai'' informa, mentre inizia a camminare ''Ma quando voglio sono una vera rottura di cazzo.''

''Lo so'' Louis volta di scatto la testa ''L'ho capito meno di due minuti dopo averti conosciuto. Lo sei. Spesso. La maggior parte delle volte. E senza sforzo.''

''... Sì. Comunque, la segretaria della LUS mi adora. Chiederò un paio di informazioni su dove si trova l'assistente del vicedirettore, e andrò a parlare direttamente con lei. Ci arrivo in volo'' chiarisce, premendosi il petto e sentendo la tuta spandersi e aderire al corpo. Stira le dita, la schiena, poi si guarda in giro: ''Vai da Niall e digli quello che è successo, evitando di nominare come siamo stati cacciati. Ora devo fare una telefonata.''

No Way Home ||L.S.||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora