Capitolo Ventotto

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"Vediamo se ho capito bene: a distruggere tutte le mie cose sei stata tu?" Nayeon, subito dopo il rientro a casa, aveva notato immediatamente la mancanza degli oggetti fatti a pezzi durante il combattimento "alcune erano parecchio costose"

Dahyun era arrossita per l'imbarazzo "forse mi sono un po' lasciata prendere la mano, ma essendo fisicamente debole non ho avuto altro modo di rendermi utile. Ti chiedo scusa e cercherò di restituirti tutti i soldi"

"È stata fantastica, oserei definirla la donna più sexy del mondo dopo aver avuto l'onore di assistere a quella performance mozzafiato. Ho scelto la fidanzata migliore, non c'è alcun dubbio al riguardo" Sana era seduta con le gambe sul tavolo e la mano immersa in un pacchetto di noccioline "a causa del mio orgoglio odio doverlo ammettere, ma senza di lei non ce l'avremmo fatta a vincere"

"Confermo, ci è stata di grande aiuto e questo la rende più che degna di far parte della nostra famiglia" la donna dai capelli rosa era esausta, tanto da essersi lasciata andare addosso al corpo di sua moglie "voi non ci avete ancora detto che cosa è successo"

Nami, la quale ci aveva messo pochi minuti a ritrovare tutta la sua vitalità, si era messa seduta a tavola con loro per raccontare ogni cosa nei minimi dettagli "poi Jihyo ha fatto  di nuovo bam con la pistola e ci ha salvati!"

Anche Minjun si era unito alla conversazione, facendo il gesto di prendere a pugni qualcuno "è stata anche più brava a picchiare i cattivi, più di mamma e zia Momo"

Le due donne si sentirono tradite da quei due piccoli esseri umani, tanto da aver incurvato le spalle in avanti per lo sconforto ed essersi lasciate andare ad un sospiro prolungato.

"È lei l'eroe numero uno" aveva continuato il maschietto, anche se nel farlo si era rattristato "però avete detto che forse non la vedremo più"

"Deve essere lei a deciderlo" la mezza bionda provava la stessa tristezza al solo pensiero di dover rinunciare alla persona amata "non ci resta che sperare nell'affetto che prova per noi"

Tzuyu era rimasta in silenzio per tutto il tempo a causa del forte senso di colpa "ho sbagliato a giudicarla, non ho fatto altro che dubitare di lei e alla fine si è resa molto più utile di me"

"Capita di non voler riporre la propria fiducia in chi non si conosce bene" Mina si era scrollata sua moglie di dosso per controllare le ferite di Jeongyeon e delle due che avevano combattuto "l'importante è capire di aver sbagliato"

"Avrei una domanda" Sharon attese di avere tutti i loro occhi addosso prima di proseguire "adesso siamo libere o c'è dell'altro da fare?"

Momo aveva rubato, a suo rischio e pericolo, delle noccioline a sua cugina "ho chiesto a Jihyo di chiamarmi per farmi sapere se siamo ufficialmente fuori dai registri della polizia oppure no, quindi non ci resta che aspettare e comportarci di conseguenza"

"In caso di un esito negativo ci converrebbe avere pronto un piano di fuga, di certo non potremo restare qui senza rischiare di farci arrestare ogni giorno. Non sarebbe vita" Mina aveva terminato di occuparsi delle sue amiche ed era tornata a sedersi "anche il Giappone direi di escluderlo, arrivate a questo punto"

"Io tornerei in America, mi sono trovata davvero bene negli ultimi anni e ho già una casa enorme ad attendermi" Nayeon stava tenendo la mano della sua ragazza "ammesso e concesso che alla mia famiglia vada bene, non voglio prendere certe decisioni da sola"

Jeongyeon le aveva baciato la guancia, poi si era appoggiata a lei in gesto di puro affetto "dopo tutto quello che hai fatto per noi ti seguirei anche in capo al mondo. Casa è dove sei tu"

"Adesso sei davvero la nostra mamma?" la bambina aveva il mento appoggiato ai pugni chiusi e la stava guardando speranzosa "staremo sempre insieme?"

Il sorriso della bionda era stato uno dei più genuini che avesse mai fatto "ci puoi contare, piccola criminale"

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