CAPITOLO 4.

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Mi portarono due piani sopra, in una stanza indentica a quella precendente, ma singola. Mi dava però l'idea di essere più accogliente, per quanto lo possa essere una stanza di ospedale ovviamente.

Prima di addormentarmi scesi dal letto e mi affacciai dalla finestra. Avevo già visto moltissime volte il panorama da questa parte della città. Il paesaggio non è mozzafiato ma ha comunque un qualcosa di particolare. Il buio. Le luci delle case a schiera. Erano queste che davano un non so che di particolare. Amo la notte.

Arrivò Mary, una giovane infermiera, per darmi la colazione.
Era una ragazza gentilissima che avevo già incontrato a scuola ad un corso. E così si fermò un po a parlare. Parlando del più e del meno il tempo passò molto velocemente, e ci accorgemmo poi, che era passata più o meno un'ora.

Poco dopo che Mary uscì dalla mia stanza arrivò Lou.

Mio dio se era bello. Capisco perchè alle elementari mi piaceva.
Ora è solamente un amico.
Ma cavolo è veramente più bello ogni volta che lo vedo.

"ciao piccola Char"

Mi alzai dal lettino attenta a non tirare la flebo, e andai ad abbracciarlo.

Il suo profumo. Il suo calore. Le sue braccia strette intorno al mio corpo. Mi era mancato. Tantissimo.

"ciao Lou"

Il nostro abbraccio parlava più di qualunque parola.

"mi sei mancata"
"non vedevo l'ora di rivederti"
"non vedo l'ora che questo finisca di nuovo così passeremo del tempo insieme"
"sembriamo una coppia innamorata che non si vede da mesi"

Ridacchiai avvicinandomi al letto per andarmi a sedere. E lui mi seguì.

"oh beh, sono due mesi che non ci vediamo quindi hai perfettamente ragione"

Lo fulminai con lo sguardo. Ha risposto solo alla seconda parte della frase. Potrei ucciderlo.
Non ci serebbe neanche problema dato che siamo già all'ospedale...

Contraccambió lo sguardo in modo scherzoso e sfoggiò il suo bellissimo sorriso. Nel frattempo decise di non voler rimanere in piedi come un pinolo e si sedette affianco a me sulla sedia anche se dopo qualche momento decise che la sedia era scomoda e si sedette comodamente sul mio lettino.

Parlammo di un sacco di cose: il tour, i prossimi appuntamenti, la sua famiglia e così non ci accorgemmo che erano venute le 13.

"prima di entrare ho incontrato Mary, mi ha detto che da domani fino a fine settimana puoi uscire alternato"
"Si. Fortunatamente. Non ce la faccio più a stare dentro queste camerette."

Sorrise compiaciuto.
Sa quanto mi piaccia viaggiare. Scoprire nuovi posti, nuove culture è sempre stato il mio sogno.
Il destino però ha voluto diversamente.

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