2. non saluti?

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Irene si ripeteva in mente che non fosse li per lei e cerci di continuare a camminare ignorando la presenza di quel ragazzo.
Non poteva però negare di sentir crescere dentro di sé la paura, erano in un vicoletto isolato e non passava mai nessuno per di lì.

<che fai principè.
Non saluti?> chiese con un piccolo sorrisino.

<perché dovrei salutarti?
Nemmeno so chi sei> rispose intimorita ma cercando di apparire coraggiosa e serena.

Non lo conosceva, o almeno non ricordava chi fosse, ma non aveva affatto l'aria di un ragazzo per bene.
Bastava guardare il suo stile: una tuta nera di Versace, il taglio netto alle sopracciglia, la riga laterale nei capelli e infine un rosario oro appeso al collo, tipico dei camorristi.
Qui a Napoli ogni camorrista lo indossava, per loro rappresentava la protezione, una fede in qualche modo.

Ma si chiedeva come i camorristi, che ammazzavano senza pietà e senza rimorsi, potessero avere fede in Dio.

<ah non sai chi sono?
Sei sicura?
Te scurdat già e tutt e mument bell passat cu me?> si avvicinò lentamente a lei portandola ad arretrare fino a quando le sue spalle non toccarono il muro.

<no, non so chi sei.
Se mi dici il tuo nome forse potrei ricordare>

<sono Ciro Ricci.
Vuo fa a difficil? O saje ca me semp eccitat ogni vot ca faje accussi> rivelò con voce roca.

<ma che diavolo dici!
Ti ripeto che non so chi sei, hai sbagliato persona> esclamò irritata da ciò che aveva appena esordito lui.

E inoltre colui che la stava infastidendo era un Ricci.
A Napoli impossibile non conoscere il loro cognome, era la famiglia mafiosa più potente di tutta Napoli, controllavano e comandavano tutto e tutti.

<tien genij e pazzià principè?> continuava a prendersi beffa di lei pensando stesse scherzando e che fosse solo arrabbiata con lui per il loro passato, ma in realtà lei realmente non ricordava il loro legame.

<puoi dirmi cosa vuoi?
Devo tornare a casa mia> insisteva lei rimanendo seria.

<mo bast pazzià, over nun saje chi song ij?> diventò serio guardandola fisso negli occhi.

<so che sei il figlio del boss, niente di più e niente di meno> gli ripeté nuovamente.

<noi due stavamo insieme fino a tre anni fa. È impossibile ca nun saje chi song> gli afferrò il viso mentre lei sentiva un ansia fortissima crescere in lei.

<ma che stai dicendo...
Io non ho mai avuto nessun fidanzato, e mo lasciami andare> lo spinse dal petto scappando via ancora turbata.

È vero che aveva perso la memoria ma i suoi genitori le avevano raccontato ogni cosa per filo e per segno della sua vita, ma Ciro Ricci non era mai entrato a far parte della sua vita.

Flashback 4 anni prima

A seguito di una rissa fatta scoppiare da Ciro in pizzeria, la trascinò con sé fuori mettendosi appartati in una stradina isolata lì vicino.

<me spieg chi cazz er chill?!> ringhiò riferendosi al ragazzo che poco fa aveva salutato la mora.

<è un mio amico di classe Cì, mi ha solo salutata cazzo!> esordì lei esausta della sua gelosia.

<sei tu a essere sua amica, iss no.
Sei troppo innocente, ma io l ho visto comm te guard.
E no come un amico.> continuava lui con le sue paranoie dettate dalla gelosia.

<come fai a dire cose del genere?
Siamo amici dalle elementari, lo conosco da quando conosco te!
Se voi non andate d'accordonon significache noi non possiamo essere amici, lo capisci vero?>

<o sacce, ma iss nun vo essr sul amic a te, nun pozz fa fint e nient!>

<la tua gelosia non ci porterà sulla strada giusta Cì...> disse la ragazza prima di allontanarsi via da lui delusa e amareggiata.

Fine flashback

Era arrivata a casa a passi veloci, corse subito in camera e piena di affanno si sedette sul letto pensando a poco fa.

Iniziò a pensare che forse davvero conosceva quel ragazzo, ma sicuramente tra loro non c'era mai stato nulla.
Insomma, una ragazza come lei così innocente e pura, non avrebbe mai guardato un camorrista come lui.
Odiava la malavita.
Come poteva innamorarsi di un ragazzo che invece viveva solo per essa?

Sperava solo di non rivedere quel ragazzo "cattivo" ma esteticamente molto attraente.
Probabilmente però difficilmente sarebbe accaduto.
Pensò che forse quel ragazzo si fosse innamorato di lei, ma faceva fatica a crederci.
Poteva un mafioso senza cuore potersi innamorare? Sopratutto di una come lei che con la sua vita non c'entrava nulla.

Forse voleva da lei solo una serata a letto, il solito dei tipi come lui.

A destabilizzarla dai suoi pensieri fu il cellulare che sentì squillare, fu così improvviso che sobbalzò dalla paura.

Afferrò il cellulare leggendo il nome della sua migliore amica sullo schermo.

<pronto?>

<Irè, stasera ci hanno invitate ad una festa.
Ricordi Maria? Quella vipera che ti odia senza motivo?> la informò Alice cercando di farle ricordare la ragazza in questione.

<si ho capito.
Quella di quarta F scientifico.> disse dopo essersi sforzata un po' nel ricordare, er apassato poco dal recupero della memoria e riuscire a memorizzare ogni persona e informazione era molto complicato.

<dai allora ci sei?
Ci accompagna mia mamma, passo a prenderti alle nove!> disse la sua amica stra-euforica pensando già a cercare qualche bellimbusto a quella festa.
Era una ragazza popolare e abbastanza facile come tipo, dei bei ragazzi popolari sarebbero stati presenti al centouno per cento.

p t'arricurdá//Ciro RicciDove le storie prendono vita. Scoprilo ora