XIX

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Poco prima della mezzanotte, Sofia guidò Niles verso la pista da ballo. Lui sarebbe voluto rimanere nella riservatezza del primo piano, ma alla fine si lasciò convincere. Per non perderla nella folla soffocante, Niles le afferrò i fianchi, tenendo corpo di Sofia attaccato al suo petto.

Sofia non riuscì ad individuare Lara subito. Per fare più in fretta, ricorse al suo potere. Nella dimensione strana in cui finiva, si ritrovò circondata da masse di colori e intensità diverse. Quella di Niles divampava alle sue spalle. Si mosse finché non trovò il rosso familiare di Lara.

Alzò la testa per parlare con Niles e dirgli dove andare.

Lara era ubriaca, ancora il drink in mano, e si stava movendo senza logica. Il suo volto si illuminò di gioia appena vide Sofia e si scontrò contro alcune persone pur di raggiungerla.

«Te la rubo per un po'!» disse rivolta a Niles.

Lara posò un braccio intorno a Sofia, facendo un po' di pressione per allontanarla dal ragazzo. Niles strinse la presa intorno alla vita di Sofia.

«Accetto solo perché si tratta di te» scherzò.

Sofia alzò lo sguardo sul suo volto. Stava sorridendo divertito, ma riconobbe una fiamma possessiva nei suoi occhi. Si mise sulle punte per afferrargli il volto e lasciargli un bacio sulle labbra.

«Non sparire» gli disse.

«Ci vediamo tra dieci minuti.»

Le sue mani calde la lasciarono. Sofia lo osservò allontanarsi tra la folla diretto verso l'esterno, forse per andare a prendere una boccata d'aria. Poi, Lara le avvolse le braccia intorno al collo, attirandola a sé.

«Non voglio credere che questo è l'ultimo anno che passiamo insieme» disse, una sfumatura di tristezza velata nella voce.

«Vuoi farmi piangere?» Sofia rise per il nervosismo.

«Sì! Come farò a svegliarmi ogni mattina sapendo che non ti avrò accanto per otto ore? Mi sembra impossibile.»

Sofia l'abbracciò, nascondendo il volto contro la sua spalla. Non era qualcosa a cui voleva pensare. Non avere più Lara accanto le sembrava una punizione crudele.

«Forse» abbozzò, «potrei iscrivermi nella tua stessa accademia.»

Lara era stata accettata alla VECLO la Settima, conosciuta anche come l'Accademia del Sole Calante. Una delle none Accademie superiori più importanti della Confederazione, quella che istruiva medici, volontari e tutte quelle professioni che si occupavano di aiutare gli altri. Sofia era fiera di lei e del suo traguardo. Riusciva già a vedere la sua amica diventare una delle più potenti portatrici di abilità magiche.

Ma Lara scosse la testa, un sorriso amaro sulle labbra. «Non puoi rubare il mio sogno, scema.» Le toccò il cuore con l'indice. «Devi fare quello che desideri tu, Sofia Mingi, non quello che voglio io.»

«Anche se significa essere separate?»

«Sì, anche se ciò significa che saremo divise.»

«Non credo che sia quello che desidero.»

«E allora, cosa desideri?»

Nonostante Sofia si fosse posta quella domanda numerose volte, rimaneva sempre a corto di parole, destabilizzata e priva di ancore.

Cosa desiderava?

Niente.

Era questa la verità.

Non aveva un'Accademia in cui ambiva entrare, né si immaginava in una determinata professione. Il futuro le era sempre sembrato lontano e stretto. Non aveva mai creduto di poter decidere per sé. Ma ora che aveva trovato il coraggio di imporsi contro il volere di sua madre, stava iniziando a credere che quel futuro contenesse più possibilità di quelle che avesse sperato.

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